Sofferenza e speranza
Eternità… eternità…

prelego de Ida Bossi



Cari fratelli, come sappiamo, il tema del nostro convegno è “Aspettiamo nuovi cieli e una terra nuova” e abbiamo visto come questo tema porta in sé la Speranza cristiana e una felicità che va oltre le gioie effimere che ci offre il mondo.

Abbiamo anche accennato alla speranza che ci sostiene nei momenti difficili. Ma proprio perché sono difficili, vorrei scoprire con voi la chiave per vivere ancora più profondamente la Speranza nelle circostanze di dolore e di sofferenza in cui possiamo trovarci noi o la persone che ci vivono accanto.

Ascoltiamo la Parola del Signore che ci aiuterà a trovare questa chiave, ma prima cerchiamo di predisporre il nostro cuore ad una pace interiore, lasciando ogni altro pensiero, poiché la Parola del Signore, per essere assimilata, ha bisogno di un ascolto profondo.

Ecco cosa ci dice oggi il Signore nel vangelo di Matteo:

“Venite a me, voi tutti, che siete affaticati e oppressi, e io vi ristorerò.
Prendete il mio giogo sopra di voi e imparate da me, che sono mite e umile di cuore,
e troverete ristoro per le vostre anime.
Il mio giogo infatti è dolce e il mio carico leggero”.
Mt 11, 28-30

Qui si parla di dolore e guarigione. C’è tutto il dolore umano dato dalla fatica, dalla malattia, dalla morte che grava sul cuore dell’uomo e lo opprime. Però c’è anche la guarigione in questa parola, perché Gesù dice “troverete ristoro, perchè il mio giogo è dolce e il mio carico leggero”.

Per capire questa parola dobbiamo fare un atto di fede e poi dobbiamo chiederci chi è che parla e a chi parla.
Chi parla è Gesù, risorto e vivente, e le persone a cui parla siamo noi.

In queste parole possiamo distinguere 4 cose.

Egli ci parla di: INVITO “Venite a me voi tutti”
Gesù invita tutti, malati, stanchi, oppressi,
peccatori e non peccatori ad andare da lui
PROMESSA “Io vi darò ristorò”
Ristoro a tutti coloro che vanno da lui perché si sentono bisognosi
CONDIZIONE “Prendete il mio giogo sopra di voi e imparate da me, che sono mite e umile di cuore”
Cosa vuole dire prendere il suo giogo ed essere miti, umili e imparare da lui?
Vuole dire che dobbiamo sottometterci, come ha fatto lui, e accettare la volontà di Dio. Per restare sotto il suo giogo, dobbiamo diventare “coniugi” di Cristo (Coniugi = Cum Jugum, sotto lo stesso giogo)
ASSICURAZIONE “Troverete ristoro per le vostre anime”
Che assicurazione meravigliosa nei momenti duri!

Ci invita ad andare da Lui. Ci vuole dire: Cercami, stai con me, ascoltami, fidati di me anche nelle circostanze difficili, credi in me, continua a sperare.

Si tratta di fare un salto, di avere il coraggio di fare un cambio di mentalità, si tratta di arrivare alla conversione del cuore.

Umanamente siamo portati a chiedere al Signore guarigioni o grazie che riguardano la nostra vita terrena e umanamente speriamo di ottenere sempre ciò che chiediamo. Gesù però ci aiuta a considerare la vita in un modo nuovo. Ci dice:

“Cercate prima di tutto il regno di Dio e la Sua giustizia
e tutte queste cose vi saranno date in aggiunta”
Mt 6, 33

Quindi il Signore ci vuole dare molto di più di quanto gli chiediamo! Noi vogliamo credere alle sue parole.

Desideriamo sì togliere i pesi umani dal nostro cuore, ma soprattutto dobbiamo desiderare di togliere il peso opprimente del peccato di autosufficienza che ci impedisce di guardare le cose del mondo con gli occhi di Dio, che ci impedisce di continuare a sperare contro ogni ragionevolezza quando siamo nel dolore.

Noi, Gesù, vogliamo essere credenti e non tuoi clienti. I clienti nell’antica Roma erano coloro che ogni mattina andavano a chiedere a chi contava ed era ricco un favore o del cibo e poi…e poi se ne andavano.
No, noi vogliamo restare con Gesù. Vogliamo essere credenti in Lui.

Forse abbiamo ancora qualche dubbio, forse tra di noi ci sono persone che vivono situazioni pesantissime, angosce in famiglia di ogni tipo e penseranno. “Gesù forse tu non sai quanto è duro portare il tuo giogo? E come è possibile che il tuo giogo sia dolce e il tuo carico leggero? Forse non sai quanto è difficile cercare la volontà di Dio e non perdere la Speranza? ”

Il teologo poeta francese Charles Péguy ha scritto cose bellissime sulla Speranza, ma per un anno non riuscì a dire il Padre Nostro perché non riusciva a dire: “Sia fatta la Tua volontà”.

Qual è la Sua volontà? La Sua volontà è credere nel Regno di Dio e, cioè, in colui che ha mandato: Gesù.
Ecco ciò che fa fare il salto e il capovolgimento nel vivere le situazioni difficili.

Gesù ci parla di Regno. Regno è una parola difficile non solo oggi che siamo in tempo di Repubblica, ma pensate ai tempi del Risorgimento quando non ne volevano più sapere di certi regni!
Ma il regno che noi dobbiamo accogliere è quello dei cieli, quello di Dio. Quello che ci invita a guardare in alto, alle cose che sono per sempre. Quel regno che ci invita a tenere viva la Fede e la Speranza.
C’è una parola, fratelli, che abbiamo ascoltato e che dobbiamo tenere sempre presente per ravvivare in noi la Speranza ed essere in grado di trasmetterla a tutti.
Questa parola chiave è

ETERNITÀ ………… ETERNITÀ

Nella 2° lettera ai Cor 4,17-18 San Paolo scrive:

“Il momentaneo leggero peso della nostra tribolazione ci procura una quantità smisurata ed eterna di gloria , perché noi non fissiamo lo sguardo sulle cose visibili, ma su quelle invisibili. Le cose visibili sono di un momento, quelle invisibili sono ETERNE”.

Ma perché dice che il peso è leggero? Proprio perché è momentaneo, e perché parla di gloria smisurata? Proprio perché è eterna.

In Rom 8,18 San Paolo aggiunge: “Io ritengo che le sofferenze di questo momento non sono paragonabili alla gloria futura che dovrà essere rivelata in noi”.

A chi viene il dubbio che Paolo dica queste cose con un pizzico di superficialità, a chi pensa: “Vorrei vedere lui al mio posto, perché lui non sa quello che io ho nel cuore”. Ecco allora cosa ci dice in 2Cor 11, 24-27 “ Cinque volte dai Giudei…Cinque volte dai Giudei ho ricevuto i trentanove colpi; tre volte sono stato battuto con le verghe, una volta sono stato lapidato, tre volte ho fatto naufragio, ho trascorso un giorno e una notte in balìa delle onde. Viaggi innumerevoli, pericoli di fiumi, pericoli di briganti, pericoli dai miei connazionali, pericoli dai pagani, pericoli nella città, pericoli nel deserto, pericoli sul mare, pericoli da parte di falsi fratelli; fatica e travaglio, veglie senza numero, fame e sete, frequenti digiuni, freddo e nudità. ”

Prima di morire S. Francesco riunì ad Assisi circa 5000 frati provenienti da tutta Europa e fece un memorabile discorso e disse:
“Figlioli miei, grandi cose abbiamo promesso a Dio, ma molto più grandi sono le cose che Lui ha promesso a noi… piccola è la pena di questa vita, ma la gloria dell’altra vita è infinita.”

E ancora San Francesco, un giorno che si trovava a San Leo mentre c’era un torneo di cavalieri tutti vestiti con sete e ori, lui, minuto, sempre grandemente sofferente nel corpo, vestito con un povero saio, era seduto su un muretto, e osservandoli si mise a dire a gran voce: “Tanto è il bene che mi aspetto (cioè in cui spero) che ogni pena mi è diletto”

Siamo arrivati al nocciolo. Il cuore del messaggio che Gesù ci vuole dare, per ravvivare in noi la speranza nei momenti bui, è racchiuso nelle parole VENITE A ME ed ETERNITÀ.
Gesù ci vuole dare un cuore nuovo e ci vuole sostenere con “un’acqua viva che zampilla per la vita eterna!” (Gv 4, 14) ETERNA! e con un pane VIVO che non perisce. “Io sono il pane vivo disceso dal cielo, chiunque mangia di questo pane vivrà in ETERNO…! (Gv 6, 51)
Noi vogliamo proprio l’acqua VIVA di cui Gesù ha parlato alla Samaritana, noi vogliamo il PANE VIVO che non perisce, noi vogliamo la guarigione dell’anima. L’ “acqua viva” e “il pane vivo” sono Gesù! Noi vogliamo TE GESU’.

La parola ETERNITÀ che una volta era il motore segreto che spingeva il popolo cristiano e gli faceva sopportare le croce, che era come l’ago calamitato che guidava il suo cammino, dove è andata a finire? La lampada è stata messa sotto il moggio e la bandiera ammainata. Perché è avvenuto questo?
Si tratta del fenomeno della secolarizzazione. Da “secolo”, che vuole dire dimenticare la vita eterna per questa vita.
La secolarizzazione ha fatto saltare tutti i pesi e le misure. Nessuno parla più di Morte, Giudizio, Inferno e Paradiso, le categorie dell’eternità. Però questo non vuole dire che tali realtà abbiano cessato di esistere e che noi non le affronteremo (fare cenno al TITANIC). La vita umana ci è stata donata, ma non possiamo dimenticare che noi siamo qui, su una rotta, in attesa di un’altra vita, quella ETERNA.
Se i cristiani, che debbono essere il sale della terra e la luce del mondo, coloro che devono tenere desto il senso dell’ ETERNO lo perdono chi darà al mondo la speranza e la certezza della vita eterna?

Vi ricordate questo tipo di bilancia? Da una parte c’è un piatto e dall’altra un’asta con un peso. Immaginate cosa succede a chi deve pesare una cosa qualsiasi: pane, farina, quello che volete, se cade il peso e si perde la misura. Qualsiasi cosa si mette sul piatto della bilancia, la fa inclinare, anche solo un pugno di piume. Tutto salta.
Quello che mettiamo sulla bilancia della nostra vita, i piccoli sacrifici, i dolori, le sofferenze, tutto diventa troppo pesante se abbiamo smarrito il peso, la misura che è l’ETERNITÀ.
Quando siamo giù, a terra, schiacciati, quando ci sembra che la sofferenza sia più grande di noi, ecco cosa dobbiamo fare: gettiamo dall’altra parte della bilancia il peso smisurato dell’ETERNITÀ e la bilancia/la nostra vita tornerà a riequilibrarsi perchè

“Tutto tranne l’ETERNO al mondo è vano”

Così diceva l’Aleardi.
Dobbiamo crederci, fratelli.

Viviamo la Speranza cristiana e irradiamola perché sia luce per tante persone intorno a noi. Facciamo come le sentinelle che una volta si passavano un segnale luminoso da una torre all’altra per annunciare l’arrivo del Re. Facciamo circolare la parola ETERNITÀ. Ridestiamo nei cuori la nostalgia dell’ETERNITÀ.
Chi spera e crede nella vita ETERNA vive diversamente anche la sofferenza, perché il suo sguardo è sull’INFINITO.
Questa è la meraviglia: L’uomo, infatti, pur essendo un essere finito è capace di infinito!