Per commentare gli eventi occorsi dopo l'Ido,
userò delle brevi letture tratte da la "El la Verda
Biblio" di I. Lejzerowicz.
Chi era costui?
Un ebreo polacco che ha raccontato in modo giocoso la storia
dell'esperanto
come se fosse ricavata dal libro della Genesi di una supposta
"Bibbia Verde".
La storia si ferma verso la fine degli anni 30
anche perchè nel 1942 questo signore è stato
catturato dai tedeschi
e deportato con la moglie e la figlia nel lager di Treblinka e
non se ne è saputo più nulla.
Per dare un'idea della sua opera leggerò i primi
12 versetti del primo capitolo.
Dicevamo che lo scisma dell'Ido fu grave
sia perchè ha provocato divisioni all'interno
dell'esperantismo
e risentimenti contro (il traditore) Beaufront,
ma anche perchè, una volta superato il tabù
dell'intoccabilità del Fundamento,
dall'Ido nacquero numerose altre varianti, i cosiddetti
"ididoj".
Infatti, l'Ido comparve nel 1907,
e già l'anno seguente apparve il primo idido
ad opera dell'idista francese Alphonse Duthil,
che chiamò la nuova lingua "Dutalingue".
Nello stesso anno Joseph Jamin, un'architetto belga, esperantista
passato all'Ido,
ha creato una lingua via di mezzo tra l'Ido e l'E-o
e la chiamata Mez-vojo.
Sempre nel medesimo anno l'inglese Evacustes A. Phipson
creò la "Linguo internationala".
A questo punto c'è stato tutto un rifiorire di nuovi
progetti,
io stesso ne ho contate in internet più di un
centinajo
che ho elencato in parte nel Kongresa Kajero.
Ci sono le soluzioni più strane:
quasi tutti gli esperantidoj vogliono eliminare i
supersignoj,
molti l'accusativo,
alcuni attingono il lessico dal latino come il
Latin-Esperanto o il Vikto,
ci sono quelli che prendono dallo spagnolo come l'Unitario
o l'Esperando,
quelli più vicini all'inglese come l'Anglido e il
Mondlango,
quello che vuole un E-o più estetico
come il Sen:espera (che ha solo 14 consonati) o
l'Esperan,
quello che vuole radici più brevi come l'Eo,
quello che ha un suffisso anche per il soggetto come il
Poliespo,
quello che rinincia all'accusativo ma introduce il genitivo come
l'Intero,
quelli che sono compromesso tra l'E-o e diverse lingue
pianificate
come l'Espido (E-o + Ido), il Neo, il
Basa,
quelli che prendono da lingue meno legate all'Europa
come il Carmeni (dal giapponese, ebraico e
finlandese)
o il Fasile (dal greco, russo, inglese, francese,
tedesco, portoghese e spagnolo,
oltre che dalle lingue pianificate esperanto, ido,
interlingua, lojban e vorlin).
Ci sono poi soluzioni per problemi specifici
come l'Eperanto del DLT che è modificato per
facilitare la traduzione automatica
o il Normlingua Esperanto specializzato per il
linguaggio scientifico.
È curioso l'ultimo nato, lo Xomese ( in internet
ne trovate la grammatica ufficiale in italiano)
che si dichiara Esperantido, anche se è parecchio
diverso,
ed ha come alfabeto ufficiale quello latino di 25 lettere,
ma lascia liberi di usare qualsiasi altro alfabeto, ad esempio il
Cirillico o il Greco.
Acceniamo al lavoro di un altro matematico (svizzero questa
volta): Renè de Saussure,
famoso tra gli esperantisti per aver enunciato il principio
del sufiĉo kaj neceso.
Era fratello di Ferdinad de Saussure,
l'iniziatore della linguistica moderna,
era esperantista ed è rimasto tale,
ma si sentiva anche lui un linguista quindi all'apparire
dell'Ido,
già nel 1907, ha inventato un linguaggio anti-ido chiamato
Antido
(o meglio "Lingwo Internaciona di Antido" perchè
Antido era lo pseudonimo dell'autore).
Dopo di che, ha pubblicato numerosi progetti di esperantidoj:
nel 1910 "Esperanto de Antido",
nel 1912 "Universal Eo",
nel 1919 "Esperantido",
nel 1920 "Antido I" e "Esperantida",
nel 1924 "Antido II",
1925 "Nov Esperanto",
1928 "Nu-Esperanto",
1937 "Esperanto II".
Non si sa bene perchè l'abbia fatto.
Probabilmente, essendo apprezzato redattore della rivista
"Internacia Scienca Revuo"
ne ha approfittato per le sue pubblicazioni di linguistica.
Io penso che l'abbia fatto anche per creare confusione nel mondo
dei riformisti.
Sta di fatto che a causa di ciò il suo rapporto con gli
esperantisti si è un po' raffreddato.
Come si vede non tutti gli esperantidoj sono nati per
sostituire l'esperanto,
alcuni, detti esperantidoj fantastici, hanno altre funzioni.
Al esempio l'"Arcaicam Esperantom" fu inventato da Koloman
Kalocsay,
per sopperire alla necessità letteraria di possedere un
"esperanto antico",
così come avviene per le altre lingue.
Nel Kongresa Kajero è stato riportato un lungo elenco
di esperantidoj
per testimoniare l'entità del fenomeno.
L'elenco non è ovviamente completo,
sia perchè una catalogazione completa non c'è,
sia perchè non è facile definire che cos'è
un esperantido
e distinguere tra esperantidoj
(gli ididoj sono da considerarsi esperantidoj)
e altre soluzioni, che, seppur dichiarate esperantidoj dai loro
autori,
sono così lontane dall'esperanto che difficilmente si
possono riconoscere come tali.
L'inizio del capitolo II de "El la Verda Biblio",
narra l'apparire dell'Ido
sulla traccia dei racconti biblici del Peccato Originale e della
torre di Babele:
In quegli anni entre in scena la figura di Téophile
Cart,
francese, insegnante di lingue e molto attivo nella
comunità esperantista.
Negli anni dello scisma egli prese una posizione molto decisa
contro i cambiamenti, stimolando gli esperantisti a rimanere
fedeli all'ortodossia della lingua
anche ricorrendo a slogan rimasti famosi tipo:
"Ni laboru restante fidelaj al nia senŝanĝa
Fundamento"
oppure "Anstataŭ lingvaj reformoj kaj kvereloj ni fosu
nian sulkon".
E proprio da questa espressione "ni fosu nian sulkon"
viene ripresa dalla Verda Biblio
che nel capitolo 3 ci presenta questo personaggio nelle vesti di
Noè.
Anche grazie a lui l'Esperanto è uscito indenne,
ciononostante la voglia di inventare nuove lingue
o di migliorare l'esperanto dura fino ai nostri giorni;
persino, come si è visto, anche negli ultimi anni:
Fatiche inutili: noi, per dirla con Téophile Cart,
continuiamo a lavorare fedeli al nostro inemendabile "Fundamento
de Esperanto".