Enhavo:
Il 20 febbraio u.s. è morto a Bergamo mons.
Giovanni Locatelli vescovo emerito di Rimini e di Vigevano.
Lo commemoriamo con una testimonianza di don Duilio
Magnani. E` un po' lunga ma ne vale la pena.
S. E. Mons. GIOVANNI LOCATELLI
Un Vescovo per l' Esperanto
Mons. Giovanni Locatelli, nato a Rotafuori (frazione di
Rota Imagna), diocesi di Bergamo, emigrato in Francia da
piccolo con la famiglia, fece ritorno in Italia
all’età di 20 anni circa e a 24 anni veniva
ordinato prima Sacerdote (25.05.1948) e poi Vescovo
(20.03.1977) nella Cattedrale di Bergamo. Laureato in Scienze
politiche e Pastorali, amava il dialogo e il confronto su
tutto. Sapeva ascoltare con pazienza e gentilezza i suoi
preti ed era alla mano coi fedeli. Il suo parlare usciva dal
cuore ed entrava nei cuori. Seguiva con spirito paterno i
suoi Sacerdoti, specie quelli geograficamente più
lontani. Era capace di visitarli nelle loro canoniche senza
farsi annunciare e di intrattenersi con loro fuori da ogni
schema convenzionale. Viveva in una casa vescovile semplice e
dignitosa. Aperto a tutto, non temeva nessuna novità,
ma con il Dono del discernimento sapeva accogliere, scartare,
approvare, sostenere, consigliare. Fu il primo in Italia ad
ordinare Sacerdote un padre di famiglia, il geom. Probo
Vaccarini, vedovo con 5 figli, dei quali due sacerdoti, un
religioso, una religiosa ed una laica impegnata. E tutti,
padre, madre e figli e figlie cresciuti all'ombra e alla
scuola di Padre Pio.
Personalmente, fin dal primo colloquio lungo, schietto e
aperto, c'é stata una sintonia completa con Mons.
Locatelli. La Sua era una spiritualità non comune che
ispirava fiducia, tanto che fui spinto a partecipare a
più di un corso di esercizi spirituali dettati da lui.
Dal suo arrivo (1977) alla sua partenza (1988) l'ho sempre
sentito al mio fianco come Padre e Pastore. Un punto
d'appoggio forte. Più di una volta fece visita anche
ai miei anziani genitori o appariva in chiesa ed ascoltava la
S. Messa nei banchi coi fedeli.
***
Non fu affatto una difficoltà parlargli di
esperanto. Appena giunto in Diocesi si informò subito
e dettagliatamente di questa Lingua Internazionale, della sua
letteratura originale e tradotta, dello sviluppo del
movimento esperantista a livello internazionale e nel mondo
cattolico, della letteratura cristiana: Bibbia, riviste,
pubblicazioni varie, trasmissioni radio ecc. Prese atto con
soddisfazione e un po' con meraviglia dell'attività
"francescana" a livello mondiale di Padre Albino Ciccanti ofm
e, alla sua ombra, anche dei miei impegni da novizio.
S'informò anche su cosa ne pensava il suo
predecessore, Mons. Emilio Bancheri. Probabilmente, essendo
questo rimasto in Diocesi, ne avrà anche parlato con
lui perché in seguito Mons. Locatelli mi
accennò ad un episodio che solo Mons. Biancheri ed io
sapevamo: l'incontro che avemmo sul tema dell'
esperanto
per l'ecumenismo con S. E. Mons. Alberto Ablondi, Vescovo
di Livorno, allora incaricato della CEI per l'Ecumenismo.
Ricordo che una volta, in occasione della visita del Vescovo
Giovanni ai miei genitori, mia mamma lo provocò
sull'esperanto perché, secondo lei, questo mio
interessamento cominciava a prendermi un po' la mano. Era il
periodo nel quale dovevo battere a macchina tutto il Messale
romano tradotto in esperanto e spesso lavoravo di notte. Ed
allora, per giustificare l'entusiamo mio per "
il nuovo
latino della Chiesa", raccontai al Vescovo
dell'entusiasmo e della soddisfazione di Mons. Biancheri
quando per la prima volta salutò e diede il benvenuto
in esperanto ai congressisti dell'I.L.E.I. (associazione
internazionale degli insegnanti esperantisti) in San Marino
(1976): "
Si vedeva che capivano quel che leggevo ed
anch'io ho capito molto dei loro interventi!" ripeteva
con vivo compiacimento.
Mons. Biancheri si era però veramente convinto
dell'importanza e della praticità dell'esperanto
nell'incontro in Seminario con i polacchi. Quella fu una
bella esperienza diocesana, una novità assoluta per
quei tempi di guerra fredda: l'incontro avvenuto in gran
segreto ("rigorosamente riservato ai Sacerdoti") con il
Vescovo esperantista Mons. Wladislaw Miziolek, Ausiliare del
Primate Card. Wyszynski. Avemmo in quell'occasione le prime
rivelazioni e testimonianze dirette sulla vita civile e
cristiana di oltre cortina. Si era colta l'occasione
dell'Anno Santo 1975 per invitare il Vescovo Miziolek,
responsabile della pastorale degli esperantisti cattolici per
la Conferenza Episcopale Polacca, e con lui una trentina di
Sacerdoti e laici, oltre che la Corale esperantista "MUZILO"
di Varsavia, invitata per l'inaugurazione del cinema "ESPERO"
a San Giuliano Mare.
***
Il nuovo Vescovo, rassicurato, se mai ce ne fosse stato
bisogno, dai comportamenti del suo predecessore, accolse in
udienza, senza remore e di buon animo, il piccolo gregge dei
suoi esperantisti diocesani guidati da Padre Albino Ciccanti.
Non solo confermò il Gruppo dell'UECI, ma mi
nominò ufficialmente Incaricato Diocesano del gruppo
(28.06.1977). Quando poi seppe che questo suo Sacerdore era
stato eletto Presidente dell'IKUE (1979) non ebbe problemi a
darmi il suo consenso per tale servizio al movimento
esperantista cattolico internazionale.
In quella veste, mi prodigai subito, sostenuto appunto dal
mio Vescovo, perché la Congregazione del Culto Divino
riconcedesse il permesso di celebrare in Esperanto,
già concesso subito dopo il Concilo a Padre Giacinto
Jacobitti OP dal
Consilium ad exequendam constitutionem de
Sacra Liturgia (26 aprile 1966, Prot. n. 1212/66).
Ciò comportava per me la fatica e la spesa di andare a
Roma almeno una volta al mese e ritornare nel giro delle 24
ore per non danneggiare la parrocchia. Gli confidai una volta
che qualcuno dei parrocchiani avanzava delle critiche per
questo mio servizio. La sua risposta fu semplice e chiara:
"
Non lo fai per il Signore e per la Chiesa? Stai
tranquillo". Mi ricordai allora di una simile risposta
data da Padre Pio ad un Religioso olandese delle Scuole
Cristiane, ancora nel 1960 (quando neppure sognavo di
dedicarmi all'Esperanto!); si chiamava fra' Arnaldo ed era
anche lui tormentato dal dubbio di "
perdere tempo e
denaro" nel corrispondere in esperanto con l'Est Europeo.
C'era la stessa identità di vedute sull'argomento fra
i due che più stimavo, il Vescovo e Padre Pio. Non si
perde tempo! E' cosa utile ai fratelli, alla Chiesa e al
mondo.
***
Accadde intanto il grande evento dell'elezione a Papa
di Karol Wojtyla (1978). Informai il Vescovo che il nuovo
Papa era schierato per la lingua del "Doktoro Esperanto" e
che probabilmente avrebbe portato aria nuova alla chiesa
occidentale ancora schierata per il "multilinguismo".
Ben presto in Vaticano la lingua di Zamenhof
incominciò a far capolino. Per lo meno non era
più uno "scandalo" nominarlo e richiederlo per la
Liturgia. Spesso, per chiudere la bocca, si ripeteva:
"
Anche il Papa è favorevole". Infatti in
Vaticano era risaputo che poco prima (1977), quando ancora
era Arcivescovo di Cracovia, Egli era stato Patrono del
Congresso internazionale degli esperantisti cattolici a
Censtochowa e che era stato autorizzato da Papa Paolo VI a
"
celebrare la Messa in esperanto"; quel Paolo
VI che, da arcivescovo di Milano, aveva conosciuto il nutrito
e fervoroso gruppo di esperantisti milanesi, anzi, aveva
avuto fra i suoi sacerdoti esperantisti un Presidente
dell'IKUE, Don Ferdinando Longoni. Incaricato di trasmettere
tale autorizzazione fu proprio Mons. Antonio Innocenti, poi
Cardinale, fermo oppositore dell'esperanto nella Liturgia.
Fra gli scherzi della Provvidenza é bene ricordare
questo: Mons. Innocenti inviò un telegramma "in
latino" per autorizzare la Messa "in Esperanto"! Non
profetizzava così l'esperanto come il "nuovo latino"
della Chiesa?
Il cuore del nostro Vescovo per l'esperanto si accendeva
sempre di più. Se ne ebbe la prova quando
accettò, dietro suggerimento del nuovo Presidente
dell'IKUE, di chiedere (1980) a Mons. Giulio Oggioni, Vescovo
di Bergamo, di trasferire a Roma Don Battista Cadei,
Professore di Lettere, latino e greco nel Seminario
bergamasco. Lo scopo era di dirigere la sezione esperanto di
Radio Vaticana. Quel trasferimento a Roma fu un successo
della Provvidenza: la sezione esperanto di Radio Vaticana si
affermò sotto la guida di Don Cadei, acquistò
simpatia presso la Direzione ed i colleghi della Radio
stessa. Anche la Segreteria di Stato e le Congregazioni
romane, che si aprivano sempre più al problema
dell'Esperanto, non di rado lo consultavano. Un servizio
impagabile anche perché Don Battista seppe preparare
il suo successore nella persona di un giovane esperantista di
Roma, Carlo Sarandrea, attuale responsabile della sezione
Esperanto di Radio Vaticana che ora trasmette regolarmente in
questa lingua ben tre volte alla settimana. Un progresso
grandioso a partire dai quei pochi minuti concessi per
"grazia di Dio" prima della mezzanotte del 17 aprile
1976.
Il fascino pastorale del nuovo Papa spinse il Vescovo
Locatelli a chiedere un'udienza pontificia per la sua
diocesi. Avvenne il 19 aprile 1980. Erano presenti alcune
migliaia di riminesi con i Sacerdoti quasi al completo. I
Confratelli, e poi il Vescovo stesso che aveva seguito il
Santo Padre, sorpresi dell'
abbraccio che ricevetti dal
Papa mi chiesero: "
Ma tu, lo conoscevi
già?.. Ti ha abbracciato!" Ho dovuto aspettare di
vedere le foto per convincermi dell'abbraccio e che mi aveva
ascoltato con interesse, occhi negli occhi, braccia nella
braccia. Spiegai al Vescovo che gli avevo parlato del Messale
in esperanto. Il Papa già sapeva, senza conoscermi,
che avevo preso il posto, come presidente dell'IKUE, di un
Cappuccino polacco che Lui ben conosceva, e che era aperta la
questione del Messale in esperanto presso la Congregazione
romana.
***
Arrivò purtroppo quel 13 maggio 1981:
l'attentato al Papa in Piazza San Pietro preannunciato 64
anni prima (1917-1981) dalla Madonna ai tre fanciulli di
Fatima. Fu in seguito a questo fatto che maturò in me
l'idea di consacrare il movimento esperantista cattolico
internazionale al Cuore Immacolato di Maria in ringraziamento
e in sintonia con il Santo Padre che sarebbe andato a Fatima
il 13 Maggio 1982. Ne parlai al Vescovo. Non solo
approvò la proposta, ma accettò addirittura, di
dare voce alla formula in esperanto dai microfoni di Radio
Vaticana; malgrado non avesse mai studiato l'esperanto, si
preparò con sole due o tre letture. Gli esperantisti
cattolici del mondo erano stati convocati per l'ascolto della
trasmissione alle ore 7,00 per recitare col Vescovo la
formula di consacrazione inviata loro per tempo. Un momento
sacro ed emozionante di preghiera, tutti inginocchiati a
rappresentare i popoli dei cinque continenti in devota
offerta alla Vergine, uniti al Vescovo di Rimini, da allora
fatto "nostro", e stretti idealmente attorno al Santo Padre
che era davanti all'immagine della Madonna a Fatima. Un
"miracolo" di comunione e di fraternità a distanza
attraverso una "lingua ponte per tutti i popoli",
l'Esperanto.
***
Siamo ora alla famosa crisi polacca provocata da
Solidarnosch (1981). Le iniziative si moltipliavano per
portare aiuti di ogni genere ai lavoratori che scioperavano a
Danzica. Anche gli esperantisti di Rimini, approfittando di
un Decreto del Governo che permetteva di spedire
gratuitamente un pacco a parenti o amici polacchi, si
organizzarono. Nacque l'iniziativa di un pacco ad ogni
esperantista polacco. Furono spediti oltre 5.000 pacchi,
ognuno accompagnanto da una lettera in esperanto che ne
spiegava le finalità ed invitava a stabilire una
corrispondenza col mittente anche se non esperantista. Il
gruppo diocesano dell'UECI si offriva a fare da interprete.
La massa di corrispondenza divennne enorme, tanto che si
dovette arrivare a dei pre-ciclostilati.
Terminato il periodo dei pacchi, si passò al trasporto
coi TIR. Io stesso ne accompagnai ben cinque in diverse
città della Polonia. A quello diretto a Danzica, che
ci portò all'incontro con Lech Walesa (8.11.1984),
l'elettricista fondatore di Solidarnosc e futuro primo
Presidente della Polonia libera, volle dare il suo contributo
anche Mons. Locatelli. Inaspettato comparve all'imbrunire in
parrocchia mentre si stava impacchettando ogni ben di Dio.
Fece la sua offerta per il costo del TIR e acquistò
anche due tute per i portuali di Danzica. Seguì passo
a passo tutta l'operazione e trepidò anche lui non
poco quando, di ritorno in treno da Varsavia via Berlino, per
un malinteso linguistico col controllore del treno, o per
stanchezza, rischiai molto, avvicinandomi senza volerlo al
muro proprio a Berlino Est credendo di essere già a
Berlino Ovest. Parrocchiani, genitori e Vescovo aspettavano
trepidanti il parroco per la Domenica, ma....nessuno sapeva
perché non era arrivato.
L'eco entusiastico per i pacchi arrivava anche sull'onda
delle diverse riviste esperantiste nazionali e
internazionali. Ed il Vescovo non ebbe difficoltà ad
accogliere un mio suggerimento di rimandare l'eco
all'orecchio stesso del Santo Padre in occasione della Sua
visita a Rimini e a San Marino del 29 agosto 1982. Si
trattava di menzionare il gruppo esperantista diocesano nel
saluto che avrebbe rivolto al Papa. Una pretesa? "
No -
mi rispose il Vescovo -
un dovere che farà piacere
anche al Santo Padre". In quel pomeriggio dell'ultima
domenica di agosto il Vescovo diresse poche parole, ma con
voce ben marcata, sull' affollato piazzale Boscovich al Porto
di Rimini: "
La marea di gente che si stringe attorno
all'Altare si presenta da sé: è la mia Chiesa
di Rimini ... penso al Meeting per l'amicizia dei Popoli, ai
Neo-catecumenali, al gruppo degli esperantisti
cattolici ecc.". Sinceramente parlando, penso che
pochi avrebbe avuto il coraggio di accennare agli
esperantisti in una simile circostanza mettendoli poi accanto
a realtà ecclesiali ben più appariscenti e di
spessore alquanto più grande. Ci voleva il suo cuore
già innamorato dell'esperanto. Quando all'offertorio
fu portato al Papa, come simbolo degli aiuti mandati in
Polonia, un pacco di viveri avvolto nella bandiera
esperantista, Lui fu ben lieto di sapere da chi lo recava,
Carla Boga e Antonio Gambuti, il perché.
Ringraziò e benedisse beneaugurando al movimento. Mi
raccontò poi il Vescovo di aver udito il Papa leggere,
a voce alta e tutto contento per la novità, le parole
di Benvenuto in Esperanto scritte su una balconata nelle
vicinanze della Basilica di Santo Marino dal gruppo
esperantista locale.
***
Alla proposta del gruppo UECI diocesano di organizzare
(1983) un pellegrinaggio mariano a Censtochowa, a
Niepokalanow ("Città dell'Immacolata" fondata da San
Massimiliano Kolbe) ed ai maggiori lager di Polonia, Mons.
Locatelli aderì con entusiasmo e mi disse: "
Ci
sarete poi voi a fare da interpreti!" . Tanti Sacerdoti e
laici vi parteciparono (da non dimenticare che si era ancora
in piena guerra fredda) anche per rendere la visita
all'Ausiliare di Varsavia, S. E. Mons. Miziolek. "
Non
serve il mio francese!" esclamò il Vescovo
trovandosi a mal partito con un Professore esperantista di
Cracovia venuto all'aereoporto a darci il benvento con tutto
il gruppo. Così anche altrove amava avere accanto
qualcuno degli esperantisti, Padre Albino, Antonio Gambuti e
altri, curioso di esplorare il mondo cattolico e quello
comunista polacco. In piazza a Varsavia, mentre si conversava
e si scherzava con alcuni giovani esperantisti, il Vescovo
venne alle nostre spalle e si fermò incuriosito dalle
risate e dalle battute che ci si scambiava con tanta
facilità. Qualche tempo dopo, durante un pranzo in una
canonica di Rimini, un parroco si azzardò a dire che
Don Magnani era un "fanatico dell' esperanto". So per certo
che il Vescovo alzò la mano interrompendo la
conversazione con un deciso: "
Alt! ...Don Duilio l'ho
sentito parlare, scherzare e cantare in esperanto coi
polacchi... E' una cosa seria invece. Bisogna farne
esperienza per conoscerlo." Grazie, Eccellenza, del
coraggio della verità.
***
Siamo giunti così agli anni "infuocati" per
arrivare all'approvazione del
Meslibro che tanto stava
a cuore anche al Vescovo Giovanni. Non c'era incontro nel
quale non si parlasse del suo difficile cammino. Di ritorno
da un viaggio in Jugoslavia gli posi in mano una copia del
Messale in esperanto che il Vescovo esperantista di Banja
Luka, S.E. Mons. Alfred Pichler mi aveva consegnato con tanta
amarezza nel cuore. Redatto dal Domenicano Padre Giacinto
Jacobittti di Roma e presentato da Mons. Pichler stesso alla
Congregazione dei Riti, non era stato approvato. Mons.
Locatelli mi guardò fisso negli occhi dicendomi:
"
Non sanno come stanno le cose... Abbia fiducia". La
fiducia non venne meno, anzi. L'approvazione del Messale ci
fu da parte delle due Congregazioni interessate, quella dei
Sacramenti e del Culto Divino e quella della Fede, ma il
Decreto non andava mai alla firma del Santo Padre. Intanto
Mons. Locatelli si trasferì a Vigevano amareggiato
più che mai. Ci fu distanza, ma gli esperantisti non
lo dimenticarono. Una intensa corrispondenza ci legava.
Ricordo, fra i tanti, in particolare la Fabbri Anorina
scomparsa lo scorso anno. Passarono gli anni, ma Mons.
Giovanni Locatelli continuò ad essere in mezzo al
movimento esperantista cattolico nazionale e internazionale
in modo attivo. Ricordo la sua partecipazione al Congresso
dell'IKUE ad Olomouc (Rep. Ceca) nel 1995 quando dovetti
lasciare la presidenza dell'IKUE. Ricordo in particolare
quello di Roma-Rimini nel 1997 quando Lui, che tanto si sera
interessato alla battaglia del MESLIBRO, ebbe l'onore di
presiedere la Concelebrazione della Messa in Esperanto nella
Basilica di San Pietro con una ventina di Sacerdoti di
diverse nazioni. Mi presentò poi con quel suo sorriso
compiaciuto al Santo Padre per offrirGli una copia del
MESLIBRO, rilegato in pelle bianca d'agnello, come dono e
riconoscenza per il l'autorevole e personale
interessamento.
Mons. Locatelli ritornò a San Giuliano Mare nel 2000
per il celebrare con gli esperantisti cattolici di tutta
Europa il Congresso del Giubileo, ma la malattia lo aveva
già minato visibilmente. Il Signore l'ha purificato a
lungo e gli ha fatto guadagnare meriti anche per noi, sempre
sue pecorelle. L'affetto di tutti noi, anche degli
esperantisti stranieri, fu sempre caloroso e oggi, dopo il
suo decesso, é più che mai intenso e
riconoscente. Del resto, lo sposalizio contratto con la
propria comunità, sia diocesana che esperantista, non
si rompe nè con il trasferimento, né con la
morte. Ora certamente godiamo della Sua speciale assistenza
per continuare a seminare nella Chiesa e nel mondo il buon
seme della Lingua Internazionale, il latino moderno della
Chiesa e dei popoli.
Il comitato centrale dell'UECI e la redazione di Katolika
Sento augurano a tutti una felice Pasqua in Cristo
risorto.
La Centra Komitato de UECI kaj la redakcio de Katolika
Sento bondeziras al ĉiuj feliĉan Paskon en Kristo
resurektinta.
El la homilio de la 2.a Paska Dimanĉo (21-04-2001)
El la evangelio laŭ Johano:
"Post ok tagoj Jesuo
aperis."
Meze de la maro estis la ŝipo. La piratoj disŝiris
ĝiajn velaron kaj jardon kaj la ŝipo fariĝis
malfirma skeleto, destinita malaperi en la profundan abismon
de la akvoj. Ĉe la ĉefmasto svingiĝis jezuito,
kiun la piratoj tie pendigis. Li preĝis: "Mi estas
ligita al la Kruco; la kruco ne estas fiksita je la roko, sed
flosas sur la akvo, simbolo de kuniĝo inter tero kaj
ĉielo. La enabismiĝonta ŝipo reprezentis lian
altaron, sur kiu li oferis sian vivon laŭ la Dia
volo.
Temas pri la unua sceno de la teatraĵo "La satena
ŝueto", verkita far Paul Claudel.
La ĉefa problemo pri la resurekto konisistas en la
vidkapablo.
Fikse rigardu vi la gloran vizaĝon de Jesuo, kiu donas
esperon kaj serenon. Kial ni malfruas, kiel la Apostolo
Tomaso? Ni bezonas la pacon de Jesuo, la pacon de la
pardono.
Montogrimpisto ne sidas sur monto-tavoloj: li estas tie: sur
la akra roko.
Grava afero por ni kristanoj estas lerni, agadi, moviĝi,
spiri en Dio, kun Dio, pere de Dio.
Sur ĉi tia arbostumpo ĝermadas kaj kreskas la
valoroj. Sen ĉi tia radiko, la valoroj fariĝas kiel
sonoril-sono, kiu vagadas en la aero, sed pri kiu neniu scias
de kie venas.
Resurektinte, Jesuo ne lasis relikvojn, kiel la sanktuloj; Li
volas atestantojn, kiuj respondas pri la
kuraĝo de la vivo, de la fido, al liaj vokoj.
"La ĉefideo de mia vivo, skribis Paul Claudel, konsistas
en la granda alcelo ĝis la dia ĝojo, alcelo pura,
junuleca, senmakula, alcelanta ĉiam malpli ĝis mi,
kaj pli kaj pli multe ĝis la diaj aferoj".
…
La hodiaŭa Evangelio duonigita estas.
Johano Apostolo nin invitas ricevi la Spiriton de la pardono.
Trifoje la Sinjoro elspiris sur la homon:
Dum la kreado, Homo ekaperis laŭ la bildo de Dio.
Dum la krucumado, Jesuo ellasis for la spirito:
(παρέδωμε
τό πνεύμα = donis al ni
sian spiriton) la spiriton de lia amo, de lia bonkoro.
Dum la Pasko. Jesuo
ενεφύσησε,
elspiras la sanktan Spiriton, la spiriton de la sankteco, de
la vero.
…
La dua parto de la Evangelio: la nekredemo kaj la fido de
Tomaso. La problemo ne konsistas en la kompreno, sed en la
interna marŝado.
Kiam vi vizitas ĝardenon, vi ne estas botanikistoj; vi
tamen admiras la florojn, priravite vi promenadas tra la
vojetoj de la ĝardeno. Ne plu necesas vidi por kredi; ni
kredas per kaj en fido de la Ek!ezio.
La anĝelo, per trumpeto, kunvokis ĉiujn birdojn. Li
proponis premii la birdon, kiu flugos pli alten ol ĉiuj.
La anasidoj eĉ ne leviĝis de la grundo. La kokinoj,
flugilbaraktante, trafis la unuan heĝon, kiu aperis
antaŭ ili. Oni aŭdis krion: estis la aglo. Sed tuj
aŭdigis voĉeto: mi mi venkis! La muŝbirdo
sidis sur la flugiloj de la aglo, kaj tiamaniere flugis pli
alten ol ĉiuj. La Sinjoro nin portas sur siaj
flugiloj.
Kial ni ne flugas kun li, ĝis la aferoj de Dio'?
Mons. Giovanni Balconi
Cattolicesimo ecumenico o cattolicesimi ecumenici?
En la lasta numero de Katolika Sento de la pasinta jaro,
sub la titolo "Katolikismo ekumena aŭ katolikismoj
ekumenaj" aperis komentarion kaj peton pri klarigoj,
koncerne la prelego farita de patro Riccardo Larini dum nia
Ekumena Kongreso en Rimini. Patro Larini, kiu ricevis kopion,
nun respondas kaj klarigas sian penson. Pro manko de spaco ni
donos la trdukon en Esperanto en la venonta numero de
Katolika Sento. Ĉi sube la originalo en la itala.
Nell'ultimo numero di K.S. dello scorso anno, sotto questo
titolo, comparve un commento con una richiesta di
chiarimenti, sulla relazione di padre Riccardo Larini al
nostro Congresso Ecumenico di Rimini. Padre Larini ne ha
ricevuto copia ed ora risponde. Tale commento era presentato
in due lingue. Per ragioni di spazio, non possiamo darne la
traduzione in esperanto, la presenteremo nel prossimo
numero.
Le affermazioni che mi sono attribuite... non sono mie:
può sempre capitare di essere fraintesi, e la colpa
non è necessariamente di chi ascolta, ma anche della
poca chiarezza di chi parla.
Ciò che io volevo dire è quanto segue:
1) Nessuna chiesa ha tutte le risposte possibili ai
problemi posti dalla Rivelazione cristiana, e soprattutto,
nessuna ha tutte le domande: per questo è sempre utile
incontrare chi ha una tradizione diversa, chi la pensa
diversamente, per essere stimolati ad approfondire.
2) La verità cristiana è anzitutto una
persona, Gesù Cristo, e nella sua pienezza ci
sarà nota solo alla fine dei tempi, quando sotto la
guida dello Spirito saremo tutti in Cristo, o meglio, Cristo
sarà "tutto in tutti". Questo è un ulteriore
motivo per dialogare con tutti coloro che si professano
cristiani (e forse anche per dialogare con ogni uomo, il
quale può aver incontrato il mistero pasquale di
Cristo in un "modo che solo Dio conosce". come ricorda la
Gaudium et Spes).
3) Questo non significa affatto che un cattolico
dovrà rinunciare in futuro a qualcuna delle
"verità" essenziali o dogmi che oggi professa, ma vuol
dire piuttosto che, assieme a tutti gli altri cristiani,
dovrà continuare a comprendere sempre più in
larghezza e in profondità il mistero di Cristo,
integrando le verità che già oggi "possiede"
con altre verità di cui magari altri sono i
portatori.
4) Questo non significa affatto ritenere che nessuna
chiesa sia quella voluta da Cristo, o meglio, non vuol dire
affermare che la chiesa di Cristo non si dà in alcuna
chiesa o confessione cristiana. Il Vaticano II, in un
dibattutissimo punto della Lumen Gentium, sostiene con
chiarezza che certamente la chiesa voluta da Cristo
"subsistit in", "sussiste nella" Chiesa cattolica; lo stesso
testo riconosce che molti elementi (volutamente non
specificati) della chiesa sono presenti anche in altre Chiese
e Comunità ecclesiali.
5) E' compito del dialogo teologico determinare se altre
chiese oltre alla "nostra" sono veramente tali. Per fare un
esempio, per un luterano o un riformato, è veramente
chiesa ogni comunità cristiana in cui l'evangelo
è rettamente predicato e i sacramenti sono debitamente
amministrati. Dunque un luterano ritiene le chiese luterane
vere chiese, ma normalmente ritiene tali anche le chiese
riformate anglicane e ortodosse, nonché (dopo
l'accordo sulla giustificazione) quella cattolica. Per un
cattolico o un ortodosso, invece, il duplice criterio
luterano non basta, e dunque le comunità luterane non
sono dotate della piena ecclesialità (o almeno non
possiamo dire oggi che lo siano).
6) Compito più importante per ogni cristiano, di
qualunque confessione, è accogliere la parola
dell'apostolo Paolo: "Nessun membro può dire a un
altro: Non ho bisogno di te". E questo vale anche per noi
cattolici, che per poter contemplare sempre più e
sempre meglio la totalità del mistero abbiamo bisogno
degli altri cristiani. Ma soprattutto, vale per tutti i
credenti, perché nessun cristiano potrà mai
testimoniare in modo vero la riconciliazione operata da
Cristo senza riconciliarsi ogni giorno con i suoi fratelli
nella fede.
Questo è quanto volevo dire, da cattolico che non
rinnega nessuno dei dogmi riconosciuti come tali dalla
propria chiesa, ma che è conscio che la pienezza della
verità è, per un cristiano, una realtà
escatologica.
fr. Riccardo
Dalla rete, a volte, vengono obiezioni strane e utili. Si
discorreva di “redenzione”, quella operata da
Gesù. L'interlocutore scrive: ”si dice che
Gesù ci ha liberato dalla morte, ma io muoio; che ci
libera dal peccato, ma io continuo a peccare; che ci libera
dalla legge, ma io sono ingabbiato da miriadi di leggi civili
ed ecclesiastiche: Insomma, che ha fatto Gesù?”.
Il richiedente ha ancor più ragione se pensa che un
tempo era trasparente il concetto di
“redenzione”: era lo schiavo che mancava di
libertà, per avere la quale doveva essere
“redento”; ma oggi gli schiavi non ci sono
più. La metafora “redenzione” oggi
è poco utile se non equivoca. Occorre far sgorgare
dall’opera di Gesù concetti meno mediati dalla
cultura del tempo. Come presentano, oggi, i teologi la
redenzione operata da Gesù?
(Caro Giovanni, se ti scadalizza il sovrastante pensiero,
rivolgiti ad un competente. Tieni conto che nelle cento
scuole teologiche nessuno si azzarda a scrivere un trattato
di teologia generale: escono soltanto studi monografici o
monotematici. Devi cercare qualcuno che abbia lo specifico
tragitto. Se non lo trovi, beh! non ti resta che
ammazzarti!!!
Dobbiamo sentire il disagio di una intelletualità che
si allontana dalla fede perché questa è
presentata irragionevolmete. Il mistero non è
irrazionalità. Bisogna andare oltre la catechesi alla
buona, e rispettare l’interlocutore!
Armando Zecchin
Anzichè rivolgermi a un improbabile teologo (non
intendo ammazzarmi per questo) trasmetto le tue
considerazioni ai nostri lettori perchè esprimano il
loro pensiero. Cosa ne pensate? Scriveteci.
Giovanni
Kiamaniere ni faru por disigi hom-amason?
- Trafa metodo: la plej bona estas kolekti monon
bonfarcele.
***
Tag-kajero.
Mi legis vian tag-kajeron: certe vi estas kuraĝa, se vi
difinas min "sintrudulo"!
***
La edzo:
- Mi ĵus finis kalkuli niajn elspezojn monatajn: unu el
ni devos rezigni manĝi.
***
Fiŝkaptado.
Fiŝisto hejmenrevenas post tuta dimanĉo pasigita
sen kapti fiŝojn:
- Karulino, la ununuran aferon, kiun mi kaptis, mi opinias,
estas pneŭmito...
- Ne zorgu - respondas naive la edzino, - boligita kaj kun
iom da bona saŭco, ĝi povus taŭgi!
***
Petrolea ŝejko ĉe dentisto:
- Ne zorgu. Boru trankvile. Mi havas ĝenerale
bonŝancon en borado!
***
Ankaŭ la politikistoj edzigis!
La pastro: - Forgesu nur momenton, ke vi estas en politiko.
Respondu simple "jes" aŭ "ne"!
***
Anĝelo en la lifto.
Al la liftisto: - Mi petas, plejeble alten!-
***
Edziĝo.
- Nu, kiamaniere tiu timemulo de Joĉjo sukcesis
edziĝi?
- Simple... Kiam la fianĉino tion petis de li, li estis
tiom senkuraĝiĝa, kaj ne sukcesis diri "ne"!
(Glauco Corrado)
Vercelli
Ogni primo Venerdì del mese (Agosto escluso) alle
ore 18 nella cattedrale di S Eusebio viene celebrata una
S.Messa in italiano ed in parte in esperanto.
Inoltre si sono avuti due interessanti incontri culturali
tenuti dal prof.Fabrizio Pennacchietti, ordinario di
interlinguistica all'Università di Torino; il primo
presso il rettorato dell'Università del Piemonte
Orientale "Amedeo Avogadro", con tema "Il mito della regina
di Saba tra Oriente e Occidente"; il secondo
nella sede del Seminario Arcivescovile relativo a "Il
problema linguistico nell'Europa delle lingue".
Infine giovedì 6 Maggio prossimo alle ore 15.30,
sempre presso il seminario vercellese, il prof.Mario Guilla,
cultore del patrimonio artistico di Vercelli, tratterà
il tema: "Francesco Rinone: suoi affreschi ritrovati".
Torino
Ekde la 6-a de februaro komencos E-kurso en Castagneto
Po (TO), ĉe la paroĥo de Sankta Petro Apostolo,
ĉiuvendrede je la 20,45. Mi organizis nome de UECI.
Diego
Rimini
Vi informiamo che a Rimini l'1l febbraio scorso ha avuto
luogo la tradizionale celebrazione della messa in esperanto
con la partecipazione di una trentina di samideanoj e
simpatizzanti. Con tale celebrazione abbiamo voluto ricordare
il 12° anniversario dell'approvazione dell'IKUE da parte
del Pontificio Consiglio per i Laici. Vogliamo ricordare che
questa è una tappa miliare che il movimento non
dovrebbe mai dimenticare. Attesa dal 1910 questa approvazione
fu rilasciata, quasi per miracolo, l'11 febbraio 1992.
Infatti Don Magnani artefice dell'evento ci racconta che
è stato un dono della Madonna. Per questo abbiamo
voluto anche, al termine della messa, rinnovare la
consacrazione al Cuore Immacolato di Maria di tutto il
Movimento Esperantista Cattolico e nostro personale. A tale
scopo abbiamo usato la formula che ha pronunciato ai
microfoni di Radio Vaticana Esperanto il 13 maggio 1982
l'allora Vescovo di Rimini S. E. Giovanni Locatelli. Abbiamo
anche voluto pregare per questo Vescovo amico e sostenitore
dell'Esperanto.
La Messa fu resa attiva dalle letture, intenzioni di
preghiera e canti liturgici in esperanto. Non possiamo non
ricordare l'applauso spontaneo e forte di tutta l'assemblea
alla prof .sa Cecilia Brandao che ha eseguito il "PANO
ANĜELA ĜI " / " PANIS ANGELICUS " di FRANK.
Al termine della funzione religiosa, dato l'ultimo sguardo di
ammirazione ai mosaici ultimamente realizzati e "sognati"
quelli che si vorrebbero realizzare, ci siamo riuniti in una
agape fraterna, dove oltre al vino e ai canti vi è
stato un certo spazio per uno scambio di opinioni riguardante
le diverse attività del nostro gruppo riminese.
Dall'incontro è emerso che la Chiesa esperantista di
San Giuliano Mare di Rimini è amata ed è motivo
di vivo dibattito cittadino. La Diocesi ha preso atto del
forte contributo all'attività ecumenica da parte degli
esperantisti riminesi in occasione dell'ultimo congresso
ecumenico esperantista. Per il futuro è stato ribadito
l'impegno di continuare le diverse attività di
"bonfarado" in Benin, in Etiopia ed altrove.
Ci siamo impegnati, nel nostro riminese, di fare una
più intensiva semina dell'esperanto. Prima di tutto,
anche per aiutare concretamente la cassa dell'UECI, offriremo
la quota di abbonamento per una trentina di persone,
associazioni ed enti religiosi locali. Si pensa di costruire
inoltre una " ragnatela di riminesi con indirizzo
elettronico" per contatti settimanali con "pillole" di
esperanto. Si è dibattuto anche il problema della sede
per il gruppo diocesano UECI, qualora Don Magnani dovesse
lasciare la parrocchia, legandola al bisogno di una sede
nazionale UECI. Il gruppo si è sentito coinvolto nella
proposta di attuare un CD di canti in esperanto diretti al
pubblico non esperantista. La collaborazione di un musicista
compositore ci dà fiducia per la sua riuscita.
Vorremmo concludere questo nostro rapporto con l'esprimere il
desiderio di leggere altri rapporti di altri gruppi UECI.
Nello scambio delle iniziative sta la nostra ricchezza.
Il gruppo di Rimini.
(La redazione di K.S. conferma di aver ricevuto dal
gruppo di Rimini le quote di ben 30 abbonamenti da inviare ad
altrettanti indirizzi di enti religiosi e culturali o a
personalità importanti della diocesi. Per questo
ringrazia vivamente il gruppo di Rimini e si dichiara ben
disposta ad accogliere nella rivista anche l'intertvento di
qualcuno di questi novi lettori)
Bonfarado
Il gruppo UECI di Rimini, in collaborazione con la
(ex) parrocchia dei SS.Giovanni e Paolo, da anni si dedica
al BONFARADO, spaziando dalla Cina, all'Africa, all'Est
Europeo, all'America del Sud. Ne abbiamo avuto qualche
testimonianza già nell'articolo introduttivo in
commemorezione di mons. Locatelli. Nel periodo di Natale
questo gruppo ha ospitato Gaston Houssou del Benin e ci manda
un resoconto dettagliato della situazione. Ne pubblichiamo un
ampio stralcio.
Per tutta la novena del Natale, Gaston é stato ospite
del nostro gruppo. Alloggio in canonica, pranzo e spesso
anche la cena, a turno, presso alcune famiglie. Dopo tre anni
di università a Cotunou, la capitale, studiando
Relazioni Internazionali, non avendo mezzi economici
per laurearsi in Europa, ha scelto il servizio presso la
Croce Rossa Internazionale. Le ingiustizie nella divisione
dei beni provenienti dall'Europa erano sotto gli occhi di
tutti. Gli stranieri non se ne occupano un granché.
Ovviamente prima i governanti si riempiono le tasche, poi
accontentano abbondantemente i subalterni, i quali a loro
volta rivendono il soprappiù al mercato nero nelle
città principali. Gaston non potendo in alcun modo
essere utile alla sua gente perché per i villaggi non
rimaneva mai nulla, lasciò tutto per "servire" la sua
comunità-villaggio..
Tozounmé conta circa 6.000 abitanti e fa parte della
parrocchia di Agamé, Diocesi di Lokossà, nel
sud del Benin. Il villaggio si estende su un'area di circa 3
x 5 Km, case di fango e paglia, l'acqua é quella del
fiume a circa 2 Km., la luce é quella della luna
quando c'é. Nella stagione delle piogge, a causa del
fiume in piena, il villaggio rimane isolato. La popolazione
vive di ortaggi, coltiva mais coi mezzi primitivi,
maniòca e frutta tropicale. Per la carne, ci sono gli
animali di cortile che però vengono venduti. In media
ogni adulto riesce a racimolare 5/6 EURO al mese. Le scuole,
solo elementari, statali, ma si deve pagare tutto (sui 5
dollari mensili. ) per cui sono privilegio di pochi. Per gli
altri?
Gaston é convinto che il pane viene
dall'alfabetizzazione. Un centinaio di bambini sono raccolti
attorno lui e istruiti iniziando dalla scuola "materna". Con
i bambini più poveri e con una ventina di orfani
Gaston ha formato il suo "collegio". Una grande sala
dormitorio in muratura, coperto di lamiere, con un tramezzo
che divide maschi da femmine. Accanto c'é un'altra
"sala" di pali e tetto di paglia per la scuola che lui chiama
OLE (Orfa Lernejo Esperantista). Non ci sono libri, né
quaderni: basta una tavoletta ed un gessetto. Sfama e veste
questa sua "famiglia allargata" con gli aiuti internazionali,
quando arrivano, con un po' di riso che le missionarie di
Lokossà di tanto in tanto allungano e con quanto
riescono a dare in natura i genitori. La lunga mano degli
amici esperantisti dell'Europa arriva per fortuna anche
là. Alcune "insegnanti" , retribuite (?) da lui lo
aiutano per la sezione materna ed elementare. Qualche mese
fa, una missionaria laica, che controlla per noi la
realizzazione delle opere a Tozounmé, Carla BARALDI,
ha fatto costruire a proprie spese, accanto all'Ambulatorio
ed alla scuola OLE, i primi due "servizi igienici": una
lastra di cemento con il buco sulla fossa e senza porta,
tuttavia è stata una conquista salutata con entusiasmo
dalla gente.
Alla mezzanotte di Natale il sig. Gaston, vestito
all'africana, ha aperto la processione recando il cero
pasquale davanti al sacerdote col Bambino Gesù
benedetto da Padre Pio. All'offertorio gli é stata
consegnata una busta con 680 euro per il primo pozzo in
assoluto di acqua pulita e fresca del villaggio. Sarà
scavato accanto all'Ambulatorio ed alla Chiesa.
Porterà il nome di: "Pozzo NATALE / Puto
KRISTNASKO".
L'Ambulatorio, denominato "Flegejo ESPERO", consiste in sette
stanze delle quali tre per la maternità, una per le
visite, una per la "farmacia", una per l'infermiera ed una
come saletta d'attesa. Per loro é un ospedale! Abbiamo
voluto un Comitato locale responsabile della costruzione e
della gestione. Uno di loro ha addirittura donato alla
sezione IKUE di Lokossà il terreno necessario su cui
costruire l'Ambulatorio. Quindi esso é di
proprietà dell'IKUE con tanto di documento legalizzato
dall'autorità locale. I lavori stanno proseguendo un
po' a "singhiozzo" per il denaro che da Rimini non arriva a
...fiumana! Ora si sta intonacando l'interno e poi si
passerà all'esterno. Ci vorrà altro denaro
fresco per gli infissi e le suppellettili, che si
costruiranno da soli. Ovviamente a Gaston non abbiamo potuto
dare alcuna garanzia di denaro fresco, ma si farà il
possibile. Come si sa, la parrocchia dei SS.Giovanni e Paolo,
dopo il pensionamento di don Duilio, é stata fusa con
la parrocchia vicina e tutto deve essere fatto con il
consenso di questo parroco. Non mancheranno di certo
però le offerte dei nostri IKUE-anoj.
C'é qualche amico e benefattore che pensa di
organizzare un viaggio a Tozounmé a metà Giugno
per l'inagurazione della Chiesa e dell'Ambulatorio. La
Chiesa, capace di ben 250/300 persone è ancora da
rifinire, ma è già usata settimanalmente.
Quando sarà finita sarà arricchita da un
prezioso quadro di Padre Pio, in mosaico, offerto dal
mosaicista Antonino Vacalluzzo, autore dei mosaici nella
chiesa dei SS. Giovanni e Paolo a Rimini. A giugno si pensa
di ammettere alla Prima Comunione 26 dell'OLE. Con orgoglio
Gaston fa notare che nell’OLE s’insegna Esperanto
e Catechismo. Speriamo che il Vescovo di Lokossà,
possa essere libero per l'inaugurazione delle due importanti
opere. Le abbiamo realizzate sullo stile di Padre Pio: cura
dell'anima e quella del corpo.
Kurtaĵoj tra ŝercaĵoj kaj seriozaĵoj
Norberto Bobbio, testè mancato a Torino, lascia
scritto nel testamento, che egli non è stato
“né ateo né agnostico”. Egli,
dunque riteneva che Dio esiste (non ateo) e che è
conoscibile dalla ragione umana (né agnostico).
Ritiene, anche, contro un moda imperante tra certi
intellettuali, che la legge morale naturale imponga di non
uccidere il feto con l’aborto (vedi intervista sul
Corriere della Sera, in occasione del referendum
sull’aborto). Che cosa, allora, gli ha impedito di
sentirsi e dichiararsi cristiano?
Seguiamo le sue parole. “credo di non essermi mai
allontanato dalla religione dei padri, ma dalla chiesa
sì. Me ne sono allontanato ormai da troppo tempo per
tornarvi di soppiatto all’ultima ora”. Sembra a
me, che Bobbio sarebbe stato disponibile a ritornare se il
ritorno non sembrasse “di soppiatto” e che quasi
si rammarichi di avere atteso troppo a ritornare nella
chiesa. Si sa che egli ha coltivato un intenso carteggio con
Ernesto Oliviero, creatore del SERMIG, certamente sui temi
della fede. Chissà se mai le circostanze ci
permetteranno di leggere questa corrispondenza?
***
Jen fekunda plua intrigo de Tolkiena romano kaj de
filmo «il ritorno de l Re». Frodo, la heroa
portanto de la ĉiopotenca ringo kaj siakonscience
ŝarĝinto por ĝin detrui, fine cedas al tento:
li ne faligas la fatalan ringon, de la altaĵoj de monto
Fato, ĝin anstataǔas per
“tarokaĵo”. En lia sana menso ŝparkis
fulma ideo: kaŝigi ĝin en la subteraj keloj de
Vatikano. Ĵus kiam li estiĝos Papo Frodo I, nia jam
ambicia heroo hastas konkeri, per la ĉioptenca ringo, la
tutan mondon. Kiu ne faris Kristo, faris Frodo.
Eble, tiaj romanaj fantaziaĵoj ne multe allogus ĉar
la nova malbona Frodo tro kontrastus kun la Tolkiena-filma
humila kaj senprofita animo de la protagonisto. Plibone,
devii la romankreon al jena konkludo: akompanantoj de Frodo
sekrete konservas la ringon kaj ĝin uzos por disvastigi
kaj altrudi al la mondo tuta Esperanton… Tiukaze la
ringon oni kaŝus en la Sanktejo de Rimini.
Spikumanto
COMITATO CENTRALE U.E.C.I.
Presidente: Giovanni DAMINELLI, via
Lombardia 37, 20099 Sesto S.Giovanni (MI) –
tel. 02.2621149
Vice presidente: Paola AMBROSETTO, via
Emo 9/C, 30173 Mestre (VE) – tel. 041.5341532
– fax 041.612516
Segretario generale: Armando ZECCHIN,
corso Trapani 112, 10141 Torino, tel.
011.3852449
Consiglieri: don Duilio MAGNANI
(segretario per l'informazione), viale C.Zavagli 73,
47900 Rimini, tel.-fax 0541.26447
Giovanni CONTI (cassiere e organizzazione
congressi), via F.Filzi 51, 20032 Cormano (MI)
– tel. 02.66301958 – fax 02.66302110
Diego FIUMARELLA (delegato giovanile), Corso
Italia 11, 10090 Castagneto Po (TO) – tel.
011.9132048
Ionne DE ANGELI BERTOZZI, via Quercioli 114,
54100 Massa (MC) – tel. 0585.792066
Silvia GARNERO, Via Cavour 40, 10036 Settimo
Torinese (TO) – tel. 011.8000078 oppure
0118012635
Assistente Ecclesiastico: mons. Giovanni
BALCONI, p.zza Duomo, 16, 20122 Milano, tel.
02.878014 (ab.) - 02.8556274 (Curia);
Nota bene: Tutte le comunicazioni
alla redazione di Katolika Sento, vanno spedite al
presidente UECI.
Responsabile stampa di Katolika Sento: Mario
GUlLLA, via Benadir 62, 13100 Vercelli, tel.
0161.259397
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LA DANĜERA LINGVO
Ormai lo sapete quasi tutti che uno dei miei
hobioj è quello di adornare il mio giardino con
oggetti e costruzioni stravaganti, sempre però
riferiti alla mia grande passione: l’Esperanto!
L’anno scorso mi è venuto tra le mani il libro
di Ulrich Lins La
danĝera lingvo, libro famoso in
tutto il mondo esperantista per la documentata denuncia che
fa contro le prigionie e gli stermini perpetrati nel secolo
scorso dai tristemente famosi dittatori Hitler e Stalin ed
altri meno noti ma altrettanto feroci. All’inizio ho
cominciato leggere qualche pagina così per
curiosità, poi l’interesse mi ha talmente preso
che nel giro di pochi giorni mi son letto tutto il libro.
Sono risaputi da tutti gli orrori perpetrati dai nazisti e
dagli stalinisti, specialmente verso gli ebrei, ma mai avrei
supposto che questa furia omicida si fosse scatenata anche
contro gli esperantisti a causa … della loro
“lingua pericolosa”.
Tempo addietro avevo acquistato un libro con tutti i
monumenti e le targhe del mondo fatte dai cultori
dell’Esperanto, ma, con rammarico, non ho riscontrato
neppure una semplice targa che commemorasse tutte queste
persone incarcerate e spesso eliminate a causa
dell’amore per questa lingua (si parla di migliaia di
morti).
Mi son detto, non è giusto che tutto ciò passi
nel più completo oblio e indifferenza, debbo
…voglio fare qualcosa…
E così, visto che avevo ancora libero due metri quadri
di parete, con tanta buona volontà mi sono messo
all’opera e
….ho fatto “qualcosa”!
Certo sarebbe stato molto meglio aver costruito
“qualcosa” in un luogo pubblico, dove tutti
avrebbero potuto vedere e ricordare, purtroppo io ho solo
questa possibilità! Chissà se un domani
qualcuno potrà prendere lo spunto dal mio
“qualcosa” e fare un monumento o una lapide da
mettere in una piazza o in un parco, come giustamente
meriterebbero questi martiri !
La foto a fianco, non rende bene, nella realtà
(dicono) è molto più espressiva.
Johano el Kor-mano
DALLA RETE
Dal sito
http://gxangalo.com, noto portale
esperantista brasiliano visitato dagli esperantisti di tutto
il mondo, è stata proposta una Preghiera Mondiale per
la Pace per domenica 23 maggio ore 14 UTC (tenendo conto
dell'ora legale, in Italia saranno le ore 16).
Flavio Rebelo, redattore capo di Gxangalo in visita a
Milano, ci ha informato che l'idea è partita da BEKO
(l'UECI brasiliana), ma l'invito è esteso ai fedeli di
tutte le religioni.
Ecco, in sintesi quanto riportato da Gxangalo:
Kio estas Monda Preĝo por Paco?
Monda Preĝo por Paco estas evento, kiu uzos interreton
kiel bazon por organizi kolektivan preĝon por paco en
diversaj landoj de la mondo. Ĝia celo estas igi la
homojn preĝi por la paco, ĉiu el ili laŭ sia
maniero, laŭ sia propra religio, sed ĉiuj kunigitaj
per koro kaj menso kontraŭ la perforto, la milito, la
terorismo kaj netoleremo. Nia mondo vivas streĉan
momenton pro perforto kaj netoleremo, kiuj atingas ne nur
landojn kaj organizojn, sed ankaŭ nin ĉiujn. Per la
fido je la homo, ni petas al ĉiuj, ke ĉiuj meditu
kaj preĝu, laŭ sia propra maniero, laŭ sia
propra religia kaj spirita kredo, por pli bona mondo, kun
paco por ĉiuj.
Kiam ĝi okazos?
La Monda Preĝo por Paco okazos je la 23a de majo 2004,
je la sama horo ĉie en la planedo: ekzakte je la 14a
UTC.
Kiel ĝi okazos?
Je la tago kaj horo, ĉiuj povos eldiri la preĝojn
de sia religio aŭ aŭdi la originalajn preĝojn.
Homoj kiuj scias Esperanton povos aŭdi la preĝojn
sonregistritajn en la Internacia Lingvo.
Post la preĝo, oni petos, ke ĉiuj diru laŭte
la frazon: “
Neniam plu perforto! Neniam plu militoj!
Neniam plu terorismo! En la nomo de Dio, ĉiu religio
portu al la tuta Tero la justecon, la pacon, la pardonon, la
vivon kaj la amon!” – ĉiu en sia nacia
lingvo, aŭ en Esperanto (la esperanta versio estos
disponebla kiel sonregistraĵo).
Organizanto
Ĝangalo E-portalo
A integrazione delle informazioni date nell'ultimo numero,
trascriviamo una breve descrizione di KRETINGA e il programma
provvisorio così come ci sono stati trasmessi dal Loka
Kongresa Komitato. Si ricorda che gli italiani si possono
iscrivere anche attraverso l'UECI (vedere K.S. n.1/2004 per
l'aliĝilo e le quote). Aligilo e ulteriori informazioni
si trovano anche in www.ikue.org.
57a KONGRESO DE I.K.U.E.
Kretinga, Litovio 03 10 de Julio 2004
La kongresurbo
Kretinga estas administra centro de distrikto en
Okcidenta Litovio, t.n. Ĵemajtio. Legendo diras, ke
fondinto de la urbo estis gota reĝo Armono, posteulo el
gento Grutingoj. En la IV-a jc. li venis tien kaj ravita per
beleco de naturo kaj ĝia riĉeco, li konstruis tie
kastelon Grutinga. Laŭ tio devenas la nuna urbonomo
Kretinga, kiu havas longajn kaj profundajn tradiciojn de la
kulturo. La unuan fojon en dokumentoj Kretinga estas menciita
en la jaro 1253.
Ĉarma panoramo de Kretinga etendiĝas el turo de la
preĝejo de Anunciacio al S-ta Virgulino Maria. Internon
de la preĝejo, en kiu okazos kongresaj diservoj, ornamas
unikaj kreaĵoj de lignoplastiko. Al la preĝejo sin
apogas franciskana monaĥejo kaj en valo malantaŭ la
preĝejo troviĝas Groto de Lurdo. Pri spirita vivo
en Kretinga zorgas dekunu katolikaj pastroj, unu luterana
pastro, monaĥoj franciskanoj kaj fratinoj
franciskaninoj, fratinoj terezinoj kaj fratinoj de s-ta
Klara.
En blazono de Kretinga oni vidas S-tan Virgulinon Maria, sur
la manoj tenanta la bebon Jesuon. Tiu ĉi simbolo en la
blazono estas ligita kun franciskanoj, kiuj antaŭ longe
ekloĝis en Kretinga En privilegio de la jaro 1609 pri
Magdeburgaj Rajtoj S-ta Virgulino Maria estas nomata
Protektantino de la preĝejo kaj de la urbo.
En la urbo kaj ĝia proksimeco ekzistas multaj
vidindaĵoj, kun kiuj la kongresanoj konatiĝos.
SKIZO DE PROVIZORA PROGRAMO
Sabato, 03 07 2004
Akcepto kaj loĝigo.Vespermanĝo. Sankta Meso en
preĝejo de Anunciacio al S-ta Virgulino Maria. Ekzerco
de religiaj kantoj por Inaŭgura Sankta Meso.
Dimanĉo, 04 07 2004
Matenmanĝo. Inaŭgura Sankta Meso en
preĝejo de Anunciacio al S-ta Virgulino Maria. Solena
inaŭguro de la kongreso en salono de Instituto de Sankta
Antonio pri Religiaj Studoj. Tagmanĝo. Ekskurso al
Palanga (12 km). Vizito de muzeo de sukceno, urba
preĝejo kaj marbordo. Akompano de la suno sur la mara
ponto (tradicio de gastoj de Palanga). Vespermanĝo.
Interkona vespero.
Lundo, 05 07 2004
Matenmanĝo. Prelegoj. Forveturo al Kalvarioj de
Žemaičiai kie tutan semajnon daŭras
indulgfesto, okazas preĝ-ceremonioj, mesoj, krucvojoj
ktp. Sankta Meso. Piknika tagmanĝo. Reveno al Kretinga.
Libera tempo. Vespermanĝo. Nacia programo.
Mardo, 06 07 2004
Matenmanĝo. Sankta meso. Akcepto de landaj
reprezentantoj ĉe urbestro. Tagmanĝo. Ĝenerala
kunveno de IKUE. Por ne membroj de IKUE okazos horeto de la
kantoj kaj poezio. Vespermanĝo. Renkontiĝo kun
franciskanoj, koncerteto. Komuna vespera preĝo.
Merkredo, 07 07 2004
Matenmanĝo. Tuttaga ekskurso al Monto de Krucoj.
Sankta Meso sur la monto aŭ en apuda franciskana
monaĥejo. Piknika tagmanĝo. Vizito de piligrimloko
Šiluva, Tytuvėnai kaj Kražiai aŭ de
benediktana monaĥejo en Palendriai. Vespermanĝo.
Ripoztempo.
Ĵaŭdo, 08 07 2004
Matenmanĝo. Sankta Meso. Prelegoj. Tagmanĝo. Vizito
de Vintra Ĝardeno. Libera tempo (memstara promenado en
la urbo, vizito de Klaipėda). Vespermanĝo.
Vendredo, 09 07 2004
Matenmanĝo. Sankta Meso. Duontaga ekskurso tra
regiono de Kretinga: ŝtonaj skulptaĵoj de Orvydas,
malnovaj vilaĝoj, preĝejoj ktp. Piknika
tagmanĝo aŭ en vilaĝa restoracio. Reveno.
Libera ripoztempo. Sinpreparo al bunta adiaŭa programo.
Vespermanĝo. Adiaŭa bunta programo de la
kongresanoj.
Sabato, 10 07 2004
Matenmanĝo. Sankta meso. Solena fermo de la
kongreso. Tagmanĝo. Adiaŭo kun la kongresurbo
Kretinga.
Karaj kongresanoj, helpe de Viaj proponoj kaj sugestoj oni
formos definitivan programon, kiu postlasos ĉe ĉiuj
kongresanoj neforgeseblajn rememorojn pri 57-a IKUE-Kogreso
en Litovio kaj vekos pli grandan entuziasmon aktivadi kadre
de la katolika Espeanto-movado.
La urbo Kretinga en la jaro 2003 festis 750-jaran jubileon de
la ekzisto. En ĝi loĝas ĉirkaŭ dudek mil
loĝantoj. La Instituto de Teologiaj Studoj de Sankta
Antonio, kiu iĝos la kongresloko kaj en kiu loĝos
parto de kongresanoj, festis sian 70-jaran jubileon. La
Agrikultura Lernejo - loĝloko de dua parto de la
kongresanoj, estis fondita en jaro 1962. Kretinganoj estas la
plej sindonaj katolikoj ne nur en pasinteco, sed ankaŭ
nuntempe.
La urbo Kretinga situas 11 km de Balta Maro, 12 km de
ripozloko Palanga kaj 21 km de Klaipėda. El la
ĉefurbo Vilnius estas atingebla per rekta trajno. Per
buso tra Klaipėda aŭ Palanga. El Germanio estas
ebleco uzi ŝipon Rostock-Klaipėda. Aviadile oni
povas atingi la ĉefurbon Vilnius kaj plu daŭrigi la
vojaĝon per trajo aŭ buso. El Berlino, Frankfurto
kaj Hamburgo (Germanio), el Oslo kaj Billundo (Svedio) kaj el
Kristianstad (Danio), oni povas aviadile atingi proksiman
urbon Palanga, kaj de tie buse la kogresurbon Kretinga.
Ĉiu aliĝinta kongresano ricevos pli detalajn
informojn pri la atingebelcoj de Kretinga.
Dum la 57-a Kongreso de I.K.U.E. 2004 en Kretinga, Litovio,
oni ĝuos multajn belajn kaj neforgeseblajn
travivaĵojn. La kongreso certe enskribiĝos per oraj
lliteroj en historion de Internacia Katolika Unuiĝo
Esperantista.
Al partopreno Vin tre kore invitas kaj al baldaŭa
aliĝo instigas la sep-membra Loka Kongresa Komitato.
Ĝis revido en 2004 en Kretinga, en Litovio!
Contributi per il deficit del Congresso Esperantista
Ecumenico di Rimini
Kontribuoj por la deficito de la Ekumena Esperanta Kongreso
en Rimini
Come promesso diamo l'elenco delle offerte finora
pervenute (29 feb.2004):
Kiel promesite oni listigas la donacojn kolektitajn
ĝis nun (29 Feb. 2004):
Gruppo UECI di Torino:
Gruppo UECI di Vercelli:
Gruppo UECI di Milano:
|
45 €
65 €
165 €
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18° Congresso UECI
18a Kongreso de la itala IKUE sekcio
Castiglione Torinese : 10-14 settembre 2004
Tema del congresso: "Santi sociali piemontesi del XIX secolo"
Il periodo che va dalla rivoluzione francese alla prima
guerra mondiale, ha visto proliferare in terra piemontese un
numero straordinario di santi che si sono dedicati all'azione
sociale. Ne vedremo le motivazioni storiche, presenteremo la
biografia di qualche santo tra i più significativi e
visiteremo qualche luogo in cui essi hanno operato.
Il kongresejo è presso la comunità di
accoglienza "Nostra Signora del Buon Consiglio" gestita dalle
"Figlie della Sapienza". Il luogo è immerso nel verde
e particolarmente adatto ai nostri scopi. È facilmente
raggiungibile dalla stazione Torino con un autobus
intercomunale. Presso detta stazione ci sarà un
incaricato che darà le opportune indicazioni. Le
giornate di sabato e domenica saranno dedicate per lo
più ad attività interne, mentre la giornata di
lunedì sarà dedicata a una visita a Torino e
per questo avremo a disposizione un pulmann. Lo stesso mezzo
ci porterà martedì 14 al "Colle don Bosco" dove
potremo visitare i luoghi legati alla vita di Giovanni Bosco
ragazzo e gli annessi musei; dopo il pranzo nell'attiguo
ristorante, il pulmann porterà tutti alla stazione di
Torino Porta Nuova da cui ognuno sarà libero di andare
verso la propria destinazione.
PROGRAMMA PROVVISORIO
Venerdì 10 settembre
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Pomeriggio:
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Arrivo e sistemazione negli alloggi
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Sera:
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Reciproca conocienza
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Sabato 11 settembre
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Mattino:
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Lodi e S.Messa
Inaugurazione del congresso e prima relazione
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Pomeriggio:
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Libertempo e seconda relazione
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Sera:
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Programma a sorpresa.
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Domenica 12 settembre
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Mattino:
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Lodi e S.Messa
Terza relazione
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Pomeriggio:
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Assemblea annuale dei soci (libertempo per gli altri)
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Sera:
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Serata da definire
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Lunedì 13 settembre
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Mattino:
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Visita della città di Torino. Itinerario
orientativo: in pulmann fino a Piazza Castello, poi
a piedi: Palazzo Reale, Duomo, Consolata, Maria
Ausiliatrice (e Cottolengo? )
Pranzo presso la basilica di Maria Ausiliatrice o
rientro al kongresejo per il pranzo.
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Pomeriggio:
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Visita a Superga.
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Sera:
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Adiaŭa vespero
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Martedì 14 settembre
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Mattino:
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In pulmann al "Colle don Bosco" con una breve sosta
per un rinfresco offerto da una ditta dolciaria del
luogo. Tempo libero per godere il panorama o visitare
il museo della vita contadina e il museo etnologico.
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ore 11.30 :
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Santa messa nel santuario
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ore 12.30
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Pranzo, poi in pulmann si raggiungerà la
stazione Porta Nuova a Torino.
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Il programma potrà subire modifiche anche in funzione
delle relazioni che verranno presentate. Chi vuol presentare
una relazione sul tema sarà ben gradito: prenda
accordi con il presidente UECI; così come sarà
ben gradito chiunque voglia in qualche modo collaborare alla
buona riuscita del congresso.
QUOTA D'ISCRIZIONE
Euro 20 per persona. Dà diritto alle
pubblicazioni e alla partecipazione a tutte le fasi del
congresso.
QUOTE PER VITTO, ALLOGGIO, ESCURSIONI
La sistemazione sarà presso la casa d'accoglienza
"Figlie della Sapienza" di Castiglione Torinese.
Camera
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prima del 30 giugno
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dopo il 30 giugno
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singola
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185 €
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200 €
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doppia
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175 €
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190 €
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La quota comprende la pensione completa dalla cena
del giorno 10 fino al pranzo del giorno 14 settembre, incluse
bevande ai pasti, escursioni e trasporto con i mezzi pubblici
dalla stazione FS di Torino Porta Nuova fino al centro
congressi di Castiglione.