Enhavo:
KRISTO VERE RESUREKTIS! HALELUJA! BUONA PASQUA A TUTTI! ECUMENISMO: IMPEGNO DI RIFLESSIONE E CAMMINO DI DIALOGOPer gli esperantisti cattolici, l'ecumenismo non è estraneo al loro pensare e operare. È del tutto naturale e consequenziale a quella finalità della lingua comune non solo come espressione "per intendersi", ma come base di "un intento" comune che si estrinseca nelle complesse eppure compositamente armoniche espressioni della nostra fede. Parlare e "sentire" all'unisono, condividere valori e anche problemi, immettendosi in quella scia di spiritualità che ricerca l'unità delle diverse confessioni cristiane, è pane quotidiano per un esperantista credente. Si pensi al dialogo fraterno con il KELI e il TOEL che, com'è noto, sono i movirnenti laicali evangelici e ortodossi corrispondenti all'IKUE. L'ecumenismo non è una novità. È diventato emergente in questi ultimi anni, ma ha alle spalle decenni di tentativi, approcci, potremmo dire prosaicamente "assaggi" per vedere quanto di comune ed assimilabile vi sia nel "banchetto" che ogni confessione cristiana apparecchia per i suoi discepoli. Sono ormai confinate nei manuali di storia le lotte di religione che hanno segnato l'Europa nei secoli passati ed è anche tramontato in gran parte l'ostinato rifiuto nei confronti del pensiero religioso, dovuto ad apparati di potere atei e a una cultura che condannava la fede a non avere spazio nel sapere, ma addirittura ad essere "oppio" o "favola" per incapaci di pensiero. Oggi la cultura è tornata ad interrogarsi su Dio, e quel Dio dichiarato "morto" alcuni anni fa, ha di nuovo fatto irruzione nei rivoli delle diverse manifestazioni in cui si esprime la storia, la cultura, che è poi la vita dei popoli. Non intendiarno qui affrontare il discorso interreligioso, che richiederebbe ben altro sviluppo. Esiste e va tenuto presente, specie con quelle religioni derivanti dal comune ceppo abramitico: ebraismo e islamismo. Limitiarnoci qui al campo più ristretto, ma ricco di sollecitazioni e a noi più prossimo: quello dell'ecumenismo, cioè quello delle diverse confessioni in cui si confrontano i discepoli che nel Battesimo si riconoscono cristiani, con una fede comune incentrata nella Trinità. La fede cristiana -prevalente nella nostra cultura occidentale, con larghe frange all'Est europeo, si trova oggi più che mai a dover fare i conti con quella "spaccatura" che ha portato in passato a dividere le diverse confessioni. La ricerca dell 'unità nella fede è chiesta in primo luogo da quell' "Ut unum sint" detto, gridato da nostro Signore; ma lo chiede oggi anche il bisogno di un più intenso, coerente rapporto spirituale e fraterno tra i popoli, lo chiedono le generazioni future (alle quali già stiamo lasciando non poche rovine), perché possano convivere su di un tessuto umano spiritualmente più coeso. La storia dei nostri giomi segnala ancora, purtroppo, persecuzioni nei confronti dei cristiani, specie nel continente asiatico, e frizioni tra diverse confessioni cristiane in Europa: tra cattolici e protestanti nell'Irlanda del Nord; tra cattolici e ortodossi nell' ex-Jugoslavia. Sono i residui di secolari conflitti locali che si spera siano destinati a scomparire a breve. Più in generale, i cattolici europei si trovano oggi in una singolare posizione: quella di incontro e snodo tra un Est prevalentemente ortodosso e un Ovest "riformato". Occidente, nel suo complesso (cattolico e riformato) e Oriente sono i "due polmoni" - per usare un'espressione cara a Giovanni Paolo II - attraverso i quali l'Europa cristiana ha respirato per secoli. La confessione ortodossa non è, almeno formalmente, molto distante dalla dottrina cattolica, ma è rigida nelle sue prerogative. È passata, in molti Paesi, attraverso la dura prova del regime comunista senza però quel salutare aggiomamento che è stato per i cattolici il Concilio Ecumenico Vaticano II. Dall'altra parte c'è l'Ovest "riformato" (evangelici, anglicani, luterani) che subisce, come del resto avviene da noi, il dilagare del secolarismo, con conseguente perdita di smalto, di vivacità e fermento spirituale. Pensano, purtroppo, le "sètte" ad insinuarsi fra tutti, con il loro accattivante - e spesso accomodante - "credo" e a rispondere, a modo loro, al diffuso malessere spirituale dell'uomo contemporaneo. Si fa sempre maggiormente diffusa la consapevolezza che non si possa più annunciare il Vangelo in maniera forte e credibile senza impegnarsi a lavorare per la piena riconciliazione tra i cristiani che lo professano e ne fanno norma di vita. L'ecumenismo è diventato così un imperativo spirituale per tutti i credenti in Gesù Cristo, Figlio di Dio, Dio egli stesso, nato e risorto per la nostra salvezza. È questo il fondamento di tutte le confessioni cristiane che, a partire dalla fine dell' 800 (ma di fatto in tempi più prossimi) hanno compiuto grandi passi di avvicinamento; attraverso il diaJogo, l'approfondimento teologico, la preghiera, dicendo comunque un deciso no alla rinuncia delle proprie tradizioni di fede, no a forme di concordismo facile, che in realtà nuocciono al vero dialogo ecumenico e ne fanno una sorta di (così viene definita) "marmellata spirituale". E altri no vanno detti per una buona marcia del cammino ecumenico: no a inerzia, pigrizia e soste colpevoli; no all'impazienza che vorrebbe bruciare le tappe per avere tutto e subito. I timidi passi compiuti nella prima metà del secolo scorso si sono fatti più decisi dopo le aperture dovute al Concilio Vaticano II al quale dobbiamo fondamentali punti di riferimento. Alcuni documenti del magistero, sia conciliari che successivi, sono dei veri e propri pilastri nella costruzione della casa ecumenica. Si pensi al decreto conciliare Unitatis redintegratio (1964) e alla successiva enciclica di Giovanni Paolo II, Ut unum sint (1995). Si è presa cosi, con più consapevolezza e determinazione, la via che deve portare alla riconciliazione; non più quella dell'antagonismo, o delle nostre strade contorte, seminate di animosità, incomprensioni e senza sbocco. Si è cominciato a dissipare pregiudizi, malintesi, tenendo ferme le esigenze della verità con la forza della carità. Una verità che sia autentica e non solo il mio puntiglioso e intollerante punto di vista; una carità che cerchi il bene di ognuno e non solo il mio volere o la somma dei miei egoistici interessi. La modalità del dialogo ecumenico è dunque quella del cammino paziente e costante della verità nella carità, a tutti i livelli: anzitutto quello teologico, in cui gli esperti studiano le possibilità di incontro, di "ricucitura" di uno strappo dottrinale. Con l'Oriente ortodosso sono già cadute da tempo le reciproche scomuniche e si lavora per trovare punti di accordo come, tra l'altro, quello che consenta di fissare una data comune per la Pasqua. Pur essendo le Chiese ortodosse dottrinalmente molto vicine alla Chiesa cattolica, permangono tuttavia ancora alcune divergenze, in primo luogo la questione del "primato petrino". A Occidente le difficoltà dottrinali sono più complesse, ma non vengono accantonate, vengono affrontate e in parte anche superate, come si è verificato con la "Dichiarazione congiunta sulla dottrina della giustificazione", firmata ad Augusta il 31 ottobre 1999. Anche se sussiste sull'argomento qualche problema ancora aperto, che dovrà essere ulteriormente esaminato, quest'accordo tra cattolici e luterani ha segnato un passo importante sul cammino verso l'unità, rimettendo in primo piano l'aspetto della misericordia di Dio. Altre questioni difficili riguardano il ministero episcopale nella successione apostolica e la condivisione eucaristica. A livello di carattere pastorale, l'ecumenismo trova certamente adeguata espressione nel dialogo e nell'incontro fratemo, incoraggiato dai documenti del Magistero. "Infatti con questo dialogo - dice la Unitatis Redintegratio (n 4) - tutti acquistano una cognizione più vera e una più equa stima della dottrina e della vita di entrambe le comunioni e inoltre quelle comunioni conseguono una più ampia collaborazione in qualsiasi dovere richiesto da ogni coscienza cristiana per il bene comune e, se talora si può, convengono a pregare insieme" Ecco, è la preghiera comune la vera anima del movimento ecumenico. Ormai da decenni - con maggior visibilità e insistenza in tempi recenti - ha luogo in tutto il mondo la "Settimana di preghiera per l'unità dei cristiani" nel periodo compreso tra il 18 e il 25 gennaio. Una Commissione ecumenica internazionale assegna a queste giornate tracce di meditazioni e di celebrazioni indicando un particolare tema biblico che faccia da guida e "puntello" spirituale al comune percorso di fede, dando luogo ad una sorta di convivialità nelle differenze. Nell'ambito dei passi di avvicinamento, va ricordata la Charta Oecumenica, documento sottoscritto a Strasburgo nell' aprile 2001 tra le Chiese cristiane d'Europa: Chiesa cattolica e coordinamento delle altre confessioni cristiane. È un testo che non ha carattere magisteriale, ma di impegno comune a testimoniare il Vangelo e a ricercare l'unità visibile dei cristiani in un cammino di riconciliazione e di dialogo. Non c'è da dubitare dell'accoglienza che il documento troverà a mano a mano che verrà recepito e studiato nelle comunità cristiane. Perché, specialmente nell'ultimo decennio del secolo appena concluso, l'ecumenismo è straripato da una sorta di recinto specializzato, riservato agli esperti, nelle folle, in quel "popolo di Dio" che nello slancio ecumenico cerca una risposta alle grandi sfide umane e spirituali del nostro tempo. È diventata ormai consuetudine parlare di "ecumenismo di popolo", per indicare lo spirito sviluppatosi largamente in ambienti cristiani, specialmente dopo due assemblee ecumeniche europee: Basilea nel 1989 e Graz nel 1997. Confortante e bello, anche se certamente non esaustivo, l'ecumenismo di popolo vede segni concreti di un avvicinamento spirituale di corpi da tempo separati. "Se le comunità cristiane sapranno veramente convertirsi alla ricerca della comunione piena e visibile - dice la Ut unum sint (n. 84) - Dio farà per esse ciò che ha fatto per i loro santi. Egli saprà superare gli ostacoli ereditati dal passato e le condurrà sulle vie dove egli vuole: alla "koinonia" visibile che è al tempo stesso lode della sua gloria e servizio al suo disegno di salvezza". Non va dimenticato che il secolo XX, durante il quale si è verificata questa straordinaria apertura ecumenica con l'intensificarsi degli studi e degli incontri, in un processo dialogico e di purificazione della memoria, ha avuto anche una testimonianza ecumenica particolare: la grande effusione di sangue dei martiri di tutte le confessioni cristiane, vittime di ideologie aberranti. Essi hanno fondato insieme, nel dolore, la propria vita in Cristo e nel Vangelo, in una unitarietà ed esemplarità di fede che costituisce una pietra di grande spessore ecumenico innalzata sopra i fattori di divisione Non siamo, purtroppo, ancora fuori da queste prove durissime: ci sono già nel mondo i martiri del XXI secolo e aggiungono altre pietre preziose alla causa del Vangelo. È un' azione santificatrice che scandisce tempi nuovi per la fede, chiamata a vivere nella condivisione, nel dialogo, in una fiduciosa comunione di preghiera, nuove tappe del cammino ecumenico. Il cammino verso l'unità passa tra molti problemi ancora aperti: divisioni dottrinali, differenze culturali dei popoli, diversità dei loro carismi di cui deve tener conto l'impegno di un dialogo animato da volontà di riconciliazione Tutti i nostri progetti, la nostra sia pur abile tessitura di rapporti umani non sono tuttavia che mezzi: è giusto lavorare fino in fondo per perseguire lo scopo, ma è molto importante ricordare che l'ecumenismo non può esaurirsi nelle nostre capacità e iniziative perché è dono - grande e misterioso -dello Spirito Santo. Il dialogo è un mezzo, ma è lo Spirito il suo sigillo. È lo Spirito che dà la vita, che raduna le membra separate e disperse (Ezechiele, 37), che solo può condurre a compimento quell'unità che trascende le nostre misure umane e rende possibile ciò che, per la nostra fragilità, non riusciamo a realizzare. È lo Spirito che ci aiuta ad andare avanti, anche quando ci sentiamo incapaci e qualche volta addirittura sconfitti. È lo Spirito che ci porterà alla testimonianza comune nella piena unità voluta dai Signore. Giuliana Zavadini Caselli
BONFARADO PER ESPERANTO DE IKUE-UECI KAJ PAROĤO
Premiso: Benino (Afriko):
registara konsisto Respubliko. Raporto de sac. Don Duilio Magnani ĝisdatigita al februaro 2003Hodiaŭ,la 10-an de oktobro 2002,renkontiĝis en Rimini misia flegistino, Carla Baraldi el Carpi (MO), kun la bonfara komitato en la paroĥo de Sanktaj Johano kaj Paŭlo. Ŝi, laika misia flegistino en Benino, pasintiare konatiĝis kun la komitatanoj t.e. la paroĥestro, geedzoj Marsilio Guazzini kaj Maria Pia Tosi, membroj de UECI kaj Elisabetta Bianchi, kun episkopo de Lokossa, Mons-ro Viktor Agbanou. (K.S. nr. 6/2001). Dum la UECI-Kongreso en Marina di Pietrasanta S-ino Carla Baraldi pasigis iom da tempo en Tozounmé, ŝi parolis kun la Episkopo, kun la loka komitato prizorganta la mastrumadon de "Flegejo ESPERO de IKUE", kun la infanoj. Ŝi esploris la lokon kaj rimarkis la preparitan materialon por la konstruoj ĉu de la preĝejeto honore al Sankta Pio el Pietrelcina, ĉu de la ESPERO-flegejo. Kiel flegistino, kompetenta pri tia strukturo kaj alkutimiĝinta kun popola vivmaniero Carla donis siajn sugestojn kaj sukcesis ricevi kaj liveri al ni la fake preparitan projekton de la nova flegejo. La plej grava informo de Carla temis pri nia peranto s-ro Gaston Houssou 37 jaraĝa, edziĝinta, kun ĵus naskita fileto Anorina. Li sajnas tre serioza kaj agema, bonkora kaj sindonema. Praktikanta katoliko, filo de pioniro de katolikismo en Tozounmé vilaĝo, aktivas parol- kaj movad-nivele. Valida elementagrada instruisto en la loka lernejo, s-ro Gaston zorgas pri deko da orfoj vivantaj en sia "dometo" kaj lernigas al ili ankaŭ E-lingvon. Pro tio li fondis OLE-n (Orfa Lernejo Esperantista). Efektive, la georfoj salutis la flegistinon, kiu tamen nescipovas Esperanton, per E-kantetoj kaj per la preĝoj Patro nia kaj Saluton Maria. Ĉu vi deziras esplori la "dometon" de la benina IKUE-landa reprezentanto? Sekvu min. Temas pri dometo el la plej "rica" surloke, ĉar konstruata parte el brikoj (tio esta simbolo de riĉeco) kaj parte el pajlo-koto. Ambaŭ ĉambretoj estas senpavimaj kaj kovritaj per ondlada tegmento. La litoj por ĉiuj, familio kaj georfoj, estas matoj rulfalditaj dumtage en ĉambra angulo. Oni kuiras kaj manĝas kaj instruas subĉiele je la ombro de palmoj kune kun la kortaj bestetoj. Polifonio de la bird-kantoj, de la ŝaf-blekoj akompanas la ĉiutagan vivon kaj ĝojigas senpage la tutan familion. Ĉu la necesejoj por tiom da 10/15 gefamilianoj? S-ino Carla ne vidante necesejojn ie ajn, donacis 1000 eŭrojn por konstrui ilin tute apude de la Gaston-dometo. S-ro Gaston, informante min pri tio, ĝojoplena retmesagis tiel: "...per la donacitaj 1.000 eŭroj de Carla oni konstruos du necesejojn, el kiuj unu kun du truoj por la infanoj, kaj la alia por la fremduloj". Rimarku kia ĝentileco! La lokaj pliaĝuloj ne bezonas ilin, eventuale nur por la fremduloj. Tozounmé, vilaĝo kun 6.000 enloĝantoj dise vivantaj en grupoj da kabanoj en la kamparo kaj en la arbaro, havas nur kampajn padojn. Kompreneble ne ekzistas tie fluanta akvo, des malpli elektra kurento. Oni uzas nur la senpagan sun-kaj lun-lumon donitan de la Kreanto. Tial la zorgema flegistino Carla liveris al la OLE-anoi uzitan kurentan generatoron pruntedonitan de la misiejo. Okazis grandega "miraklo" kaj sekve oni festis, ĉar tie suficas malmulte por danci. Ni iru tien por ĝoji kaj... Dancu kun ili. Ni revenos plifortigitaj korpe kaj spirite. Pri la kolektita mono cele al du bonfaroj, resume mi informas ĉiujn, paroĥanojn kaj UECI-anojn, ke por la preĝejeto, je 300-persona kapacito, dediĉota al Sankta Patro Pio, oni kolektis 4.200,00 eŭrojn. Tamen fidante dian Providencon, oni sendis 5.000,00 eŭrojn al la Episkopo. Lia Mosto lastatempe tre dankis la bonfarantojn kaj certigis nin: "Ne estas problemoi pri la mono. Mi Persone kontrolos ĉion".La Episkopo invitis nin viziti lian diocezon okaze de la preĝeja inaŭguro. Por la Flegejo oni monkolektis, ĉu per personaj ofertoj de la UECI-anoj, ĉu per tiuj de la paroĥanoj, sed precipe per la plurfoje arangita bazaro de la uzitaĵoj (Mercatino dell'usato) ĉe la paroĥa preĝejo de la Sanktaj Johano kaj Paŭlo en Rimini, zorge de la menciitaj sinjorinoj Maria Pia Tosi kaj Bianchi Elisabetta, kiuj tre lertai sukcesis engaĝigi ankaŭ aliajn kunlaborantinojn, la sumon de 7.500,00 eŭroj. El ili 4.000,00 eŭroj estas jam ĉe la manoj de la kasistino de la loka komitato por Flegejo, religia Fratino Maria Goretti, misiistino en Lokossa. Laste, s-ino Carla, kiun ni tre dankas ankaŭ per tiu ĉi bulteno, emociita pro la sindonemo de S-ro Gaston Houssou, sugestis al nia bonfara komitato, kiu akceptis, donaci al li uzitan motociklon.
Efektive, nia frato kaj samideano Gaston disponas nur je simpla veturilo (foto antaŭ la sidejo de la Benina IKUE-Sekcio de li fondita), la biciklo donacita al li de la Germana Ruga Kruco en la jaro 1985! Plurfoje en la semajno, ofte ekirante kaj revenante dum mallumo, li veturas al poŝta oficejo de Lokossa (20 km), al la aŭtoritatuloj, al civilaj oficejoj k.t.p. aŭ tutsimple por viziti kaj arigi ilin en la nova sidejo de IKUE-sekcio en Lokossa. Vidu lin "sursoŝeje" (foto) per sia veturilo.
Ĉu eblas rifuzi la donacproponon de nia tre kara Carla al tiu sindonema samideano? Kiu el vi deziras kontribui scias jam al kiu sin turni: private al sac.Magnani, movade al UECI per la poŝta konto. Karaj gebonfarantoj, mi ĝojas, ke niaj planitaj bonfaroj iom post iom realigas. Ni marŝas sur la spuroj de Sankta Patro Pio praktikante la ordonon de Kristo: la Amo al Dio (pregejeto), la Amo al proksimulo (Flegejo). La du reloj de la ununura trako al la eterna stacidomo. Ĉu vi konsentas? tu vi daŭrigos la vojon?... Laŭ lastaj ret-informoj Gaston treege dankas ĉiujn gebonfarantojn; anoncas ke Patro Mateo celebris en la preĝejeto la unuan meson de Kristnaska Nokto decembre 2002, ke la 6-an de februaro 2003 ĝenerala patrino de religiaj fratinoj (el Romo) vizitis Lokossa-n kaj alportis mesaĝon de Carla Baraldi, kiu ĝojas pri la laboroj faritaj de la Komitato pri la flegejo. La pasintan lundon (13/01/03) estis finita la tegmento de la preĝejeto Patro Pio en Tozounmé. Fine, kun ĝojo ni scias ke Gaston partoprenos en la 16-a Ekumena Kongreso en Rimini NI FUNEBRAS KAJ KONDOLENCAS
Padre Riccardo DI PRINZIO (n. 13/03/1925 m. 21/08/2002)
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DIALOGO INTERUECI-ANA |
DIALOGO TRA UECINI |
Kion gajnas katoliko sin fariĝanta esperantisto?
Materie, certe nenion! Male, li perdas iom da mono... revuoj abonendaj, kongresoj aliĝendaj... por subteni la diversajn movadajn kasojn. En katoliko esperantiĝinta kreskas la idealo, jam ĝerme subkuŝanta en sia kredo, eble la unika, vere unika, la unua ĝermiganta jenan celon: doti la homaron je lingvo sendependa de aliaj lingvoj, je lingvo ne subinsideme subprema. Lastetempe el sia ideologio esperantistoj devenigis serion de "lingvajn rajtojn"... |
Che cosa guadagna un cattolico se diventa
esperantista? In lui si incrementa un ideale, certamente, già germinalmente contenuto nella sua fede: dare una lingua non subdolamente oppressiva. Questo problema anche gli esperantisti l'hanno sentito più acutamente negli ultimi tempi ed hanno creato una vera ragnatela di diritti linguistici. |
Sed estas ankaŭ aliaj valoroj trenitaj de
esperanto kaj trenantajn esperanton mem. |
Ma ci sono anche altri valori
nell'esperantismo. Certo, uguaglianza, tolleranza, antirazzismo, oltre ai diritti linguistici (fatti emergere di recente dalla visione generale dell'esperantismo) ecc...; ma questi credo che ormai siano patrimonio di innumerevoli agenzie culturali ed educative che parrebbe strano che l'esperantismo non li proclamasse. |
Ĝuste tiaj valoroj estas de ĉiam
instruataj de katolikismo: do ni ne bezonas
esperantismajn altirojn. |
Ma questi valori sano presenti da sempre anche
negli insegnamenti cattolici. Certo! Anzi nel cattolicesimo, e nel cristianesimo in generale, sona motivati e fondati: per cui se un cattolico si fermasse alla affermazione pura e semplice di quei valori perderebbe molto della forza delle sue convinzioni: il cristiano sa che gli uomini sono tutti uguali perché tutti creati ad immagine e somiglianza di Dio ecc. Zamenhof non pare si sia appoggiato su questi valori; anzi egli ebbe l'impressione, in un certo senso, di essere un epigono anzi un iniziatore. C'e qualcosa che tra le affermazioni di Zamenhof vorrei non avere mai trovato. Quello in cui dice, riguardo a solidarieta ecc. che finora questi principi sona stati proclamati ma mai realizzati. Noi cattolici, che ci reputiamo seguaci di una valanga di altruisti che hanno consumata la vita per amore del prossimo in tutte le parti del mondo affrontando spesso anche l'incomprensione e il martirio, non possiamo non dispiacerci che Zamenhof non si sia accorto di ciò. Anche San Francesco d'Assisi, verso la fine della vita, diceva ai suoi frati "dobbiamo cominciare a fare qualcosa perche finora non abbiamo fatto niente..." e voleva imitare quelli che l'avevano preceduto. Fu un iniziatore anche lui ma imitatore e rispettoso del bene proveniente dagli altri! |
Ekscesoj de granda geniulo fariĝanta
misiisto, kiuj neniel malpliigas lian historian
gravecon! Estu kio estu, ni kristanoj sendube havas ŝancon proklami nian sintonion kun grandparto de esperantaj idealoj, eĉ rajtas kaj devas, por plipravige plenumi la esperantismajn celojn, plenigi tiujn idealojn per la kristanaj motivoj. Tio ilin fortigas kaj elirigas el genia, kvankam ne unika, instinkta... kapricemo! Do kristano-esperantisto ne perdas ion sed donas ion... |
Come mai Zamenhof non si accorse di questo che
certamente accadeva anche nel suo ambiente
sociale? Si tratta certamente degli eccessi di chi ha una grande idea e sta per realizzarla. Comprensibile e perdonabile. Noi all'esperantismo possiamo dare quella fondatezza che esso non ha. Noi cattolici non solo non perdiamo niente, ma diamo qualcosa all'esperantismo. Ecco perché ci siamo! |
Francesco Ottino | (Dalla simultanea traduzione di Mantaut per il pubblico non esperantista) |
QUOTE E NORME ASSOCIATIVE ANNO 2003
Il periodico Katolika Sento viene inviato a tutti gli associati, tranne che per i familiari. E' associato giovane chi non ha superato i 25 anni. E' associato familiare chi convive con altro associato. Per l'abbonamento all'estero aggiungere 6 euro per spese di spedizione. Specificare nella causale del versamento la categoria dell'associato, l'anno di nascita dei giovani, l'esatto indirizzo per il recapito del periodico K.S., la destinazione di eventuali offerte. I gruppi locali con almeno 10 soci trattengono 2,10 euro per l' associato ordinario e 1,05 per l'associato giovane o familiare, mentre la quota dei soci individuali va interamente all'UECI.
I versamenti vanno fatti sul C.C. Postale n.
11129475 UECI, viale C. Zavagli 73, 47900
RIMINI
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Tutti i componenti del Comitato Centrale dell'UECI (8 persone) scadranno dal loro inicarico triennale con il 31 agosto 2003. Pertanto durante il 16° Congresso Ecumenico di Esperanto a Rimini, dal 30 agosto al 6 settembre 2003, presso la parrocchia dei Santi Giovanni e Paolo in Viale Carlo Zavagli 73 di San Giuliano a Mare, nella giornata del 4 settembre avranno luogo, sia l'assemblea annuale UECI e IKUE, sia le elezioni per il Comitato Centrale.
Chiunque si senta di candidarsi è invitato a scrivere alla Segreteria UECI (Corso Trapani 112 - 11141 TORINO) entro la fine di giugno c.a. per dare poi la possibilità di votare mediante lettera entro il 31 agosto a quanti non potranno essere presenti all'assemblea annuale. Ogni associato è pregato vivamente di leggersi gli articoli 16, 17 e 18 dello Statuto di cui è in possesso, qualora non l'avesse può richiederlo a me. In particolare rammento che per l'eleggibilità è richiesto che ogni candidato: a) abbia compiuto il 16° anno di età; b) sia iscritto all'UECI da almeno due anni consecutivi, compreso quello in corso; c) sia presentato da un presidente di gruppo o da tre membri del Comitato Centrale uscente o da almeno dieci associati aventi diritto di voto.
COMITATO CENTRALE U.E.C.I. Presidente: Serio BOSCHIN, via Eritrea 8, 31100 Treviso, tel.-fax 0422.23.5381Vice presidente e incaricata giovanile: Paola AMBROSETTO, via Emo, 9/C, 30173 Mestre (VE), tel.041.534132 -fax 041.612516 Segretario generale: Armando ZECCHIN, corso Trapani 112, 10141 Torino, tel. 011.3852449 Cassa: presso San Paolo IMI Filiale 2 -Stazione FS -Piazza Duca d'Aosta, 18 - 31100Treviso. Consiglieri: don Duilio MAGNANI (Segretario per l'informazione), viale C. Zavagli 73,47900 Rimini, tel.-fax 0541.26447 Ionne DE ANGELI BERTOZZI, via Quercioli 114, 54100 Massa (MC) tel. 0585.792066. Giovanni DAMINELLI, via Lombardia 37, 20099 Sesto San Giovanni (MI) - tel. 02.2621149 Giovanni CONTI, via F. Filzi 51, 20032 Cormano (MI), tel. 02.66301958- fax 02.66302110 Marsilio GUAZZINI, via Coletti 108, 47900 Rimini, tel. 0541.22993 Assistente Ecclesiastico: mons. Giovanni BALCONI, p.zza Duomo, 16, 20122 Milano, tel. 02.878014 (ab.) - 02.8556274 (Curia) Grafica e impaginazione di Katolika Sento: Mario GUlLLA, via Benadir 62, 13100 Vercelli, tel. 0161.259397 |