Enhavo:



12° Congresso Nazionale UECI

Saluto de Lia Eminenco
KARDINALO DIONIGI TETTAMANZI
Ĉefepiskopo de Genova

Consegna del messale
Genova, la 17a, de aŭgusto 1998 Genova, 17 agosto 1998
   Kun aŭtentika plezuro mi adresas mian saluton al ĉiuj partoprenantoj en la venonta Nacia Kongreso de la Katolikaj Esperantistoj, antaŭvidita je la unuaj tagoj de septembro en Arenzano.
   Mi estas aparte ĝoja pro la fakto, ke ĉi-jare la Kongreso okazas en Diocezo Genova: kaj ĝuste ennome de la tuta Diocezo mi deziras jam nun doni al ĉiuj la plej elkoran kaj fratan bonvenon.
   Mi devas konfidi al Vi, ke ekde ĉiam mi rigardas kun intereso kaj simpatio al la klopodo realigi lingvan formon, kiu kapablu kunigi, en la signo de simpleco, la variecon de popoloj. En mondo kiu, prave, estis difinita "globala vilaĝo" pro rapideco de komunikadoj kaj facileco de vojaĝoj, esperanto enhavas en si aŭtentikan kaj propran espero-mesaĝon: tiu, kiu parolas al ni pri mondo en kiu frateco ne estu nur utopio, sed realaĵo ĉiutage travivata. Por ni kredantoj, distingi per inteligenteco kaj malavareco la manierojn por starigi aŭtentikan civilizacion de amo estas sindevigo, kiu fontas el la kredo kaj kiu trovas sian plej altan motivon por esti en la patreco de Dio.
   Pro tio mia preĝo leviĝas al la Sinjoro: por ke estu donite al ni ĉiuj travivi per renovigita intenseco la sperton de la amo de Dio la Patro, por atesti ĉiam kaj al ĉiuj per la raveco de vivo lumanta per la heroeca kapablo interplekti rilatojn de frateco.
   Ankaŭ tio estas nova evangelizado. Do, ĉiu el vi sentu sin pridemandita persone pri ĉi tiu frontloko de la paŝtista agado de la Eklezio, kiu baldaŭ travivos la grandan Jubileon de la jaro 2000a kaj eniros en la trian jarmilon de la kristana erao.
   Mi atendas Vin ĉiujn kun sentoj de ĝojo kaj paco. Kaj por ĉiuj mi preĝpetegas al la Sinjoro, per la perado de la Dipatrino de la Gvardio, abundajn benojn.
   È con vero piacere che rivolgo il mio saluto a tutti i partecipanti al prossimo Congresso Nazionale degli Esperantisti Cattolici, previsto per i primi giorni di settembre ad Arenzano.
   Sono particolarmente contento che quest'anno il Congresso abbia come sede di svolgimento la Diocesi di Genova: ed è proprio a nome dell'intera Diocesi che desidero fin d'ora dare a tutti il più cordiale e fraterno benvenuto.
Devo confidare che guardo da sempre con interesse e con simpatia al tentativo di dare vita aduna forma linguistica che sia in grado di accomunare, nel segno della semplicità, la molteplicità dei popoli. In un mondo che, a ragione, è stato definito un "villaggio globale" per la rapidità delle comunicazioni e la facilità degli spostamenti, l'esperanto porta in sé un vero e proprio messaggio di speranza: quello che ci parla di un mondo nel quale la fraternità non sia solo utopia ma realtà quotidianamente vissuta. Per noi che siamo credenti, individuare con intelligenza e generosità i modi per l'edificazione di una vera e propria civiltà dell'amore è impegno che discende dalla fede e che trova la sua più alta ragion d'essere nella paternità di Dio.
   Per questo la mia preghiera sale al Signore: perché sia dato a tutti noi di vivere con rinnovata intensità l'esperienza dell'amore di Dio Padre, per testimoniarlo sempre e a tutti con il fascino di una vita luminosa per l'eroica capacità di intessere relazioni di fraternità.
   Anche questa è nuova evangelizzazione. Dunque ciascuno di voi si senta interpellato in prima persona su questa frontiera della pastorale della Chiesa che si appresta a vivere il grande Giubileo del 2000 e ad entrare nel terzo millennio dell'era cristiana.
   Vi attendo tutti con sentimenti di gioia e di pace. E per tutti invoco dal Signore, per intercessione della Madonna della Guardia, abbondanti benedizioni.
+ Dionigi card. Tettamanzi
Ĉefepiskopo de Genova
+ Dionigi Card. Tettamanzi
Arcivescovo di Genova




12° Congresso Nazionale UECI

Saluto del Presidente dell'UECI

Carissimi,
gli esperantisti cattolici italiani ritornano in Liguria per la seconda volta dopo il Congresso del 1989 a Bocca di Magra. Gli esperantisti italiani devono molto a questa regione, che di fatto si può annoverare fra quelle nelle quali ha avuto inizio il movimento esperantista in Italia. Molte prime iniziative hanno avuto luogo qui: l'attività pionieristica a Bordighera (fine del 19° secolo), il congresso nazionale del 1911 a Genova, che fu il secondo nel suo genere in Italia; la istituzione della prima organizzazione per l'insegnamento dell'esperanto ("L'Istituto Ligure di Esperanto", 1910); la sede della Federazione Esperantista Italiana a Genova (1911-1912, con il sacerdote Ilario FOCCO presidente); uno dei primi gruppi dei ferrovieri d'Italia, quello di Sampierdarena (1922). Da non dimenticare i molti eminenti esperantisti di questa regione.
   In questa terra dai tanti meriti nel campo dell'esperanto, noi ci riuniamo per l'annuale appuntamento.
   Con il cuore ancora triste per la scomparsa del nostro caro Mario Sola, dopo molte prove subite in questi ultimi mesi, noi ci raduniamo per il momento più intenso della nostra vita associativa. Desideriamo stare insieme per accrescere la nostra cristiana coerenza, per testimoniare e nutrire la nostra fede con il pane di Vita, cui attingiamo forza per proseguire nella nostra attività da svolgere sempre come umili servitori della verità nell'amore.
   Il nostro congresso sarà, come sempre, un congresso orante: allo Spirito Santo sono dedicati i nostri giorni ad Arenzano; supplichiamolo perché ci dia quei doni necessari per discernere ciò che è evangelicamente buono e giusto per la nostra attività.
   Durante questo nostro convegno pregheremo per la nostra piccola UECI. Dopo momenti di tristezza, stiamo vivendo una fase di riorganizzazione, necessaria per far fronte agli eventi importanti e alle numerose iniziative da intraprendere in favore dell'evangelizzazione, dell'ecumenismo e della fratellanza per mezzo dell'esperanto, dono dello Spirito.
   Non mancherà il sostegno delle autorità della Chiesa, alle quali rinnoviamo la nostra devozione, obbedienza e riconoscenza per l'insegnamento ispirato.
   A tutti, il mio augurio perché il congresso sia spiritualmente ricco, ritemprante e confortevole e si svolga in quell'atmosfera affettuosa e fraterna che ha sempre caratterizzato i nostri incontri.
Tre karaj,
la italaj katolikaj Esperantistoj revenas al Ligurio por la dua fojo, post la Kongreso de 1989 en Bocca di Magra. La italaj esperantistoj multon ŝuldas al ĉi tiu regiono, kiun fakte oni povas listigi inter la naskiĝlokoj de la esperantista movado en Italio. Multaj "unuaĵoj" okazis ĉi tie: la pionira agado en Bordighera (fine de la 19ª jarcento), la nacia Kongreso de 1911 en Genova, kiu estis la dua siaspeca en Italio; la starigo de la unua organizo por instruado de Esperanto ("Liguria Instituo de Esperanto", 1910); la sidejo de Itala Esperanto-Federacio en Genova (1911-1912, kun Sacerdoto Mario FOCCO, prezidanto); unu el la unuaj fervojistaj grupoj de Italia, tiu de Sampierdarena (1922). Sen forgesi la multajn elstarajn esperantistojn de ĉi tiu regiono.
   En ĉi tiu tero kun tiom da esperantistaj meritoj, ni kunvenas por nia jara rendevuo.
   Kun la koro ankoraŭ peza pro la forpaso de nia kara Mario, post multe de elprovoj donitaj al ni dum la lastaj monatoj, ni kunvenas, por la plej intensa momento de nia asocia vivo. Ni deziras resti kune, por kreskigi nian kristanan koheron, por atesti kaj nutri nian kredon per la pano de Vivo, por ke ni ĉerpu forton por daŭrigi nian agadon, realigenda ĉiam kiel humilaj servantoj de la vero en amo.
   Nia Kongreso estos, kiel ĉiam, preĝanta Kongreso: al la Sankta Spirito estas dediĉitaj niaj tagoj en Arenzano: al Li ni preĝpetu tiujn donacojn necesaj por distingi tion, kio estas evangelie bona kaj justa por nia agado.
   Ni preĝos por nia eta UECI, kiu, post momentoj de malĝojo, travivas fazon de reorganiziĝo, pliperfektigenda dum nia nuna renkonto. Reorganizado necesa por antaŭeniri renkonten al la gravaj eventoj kaj multaj iniciatoj fronte al ni, favore al evangelizado, ekumenismo, frateco, pere de Esperanto, donaco de la Spirito.
   Ne mankos la subteno de la Ekleziaj Aŭtoritatuloj, al kiuj ni ripetas nian filan devotecon, obeemon kaj dankemon pro la inspirita instruado.
   Al ĉiuj, mi deziras spirite riĉan, refreŝigan kaj konsolan Kongreson, en tiu ama kaj frata etoso, kiu ĉiam karakterizis niajn kunvenojn kaj kiu ankaŭ ĉi-foje ne mankos.
Serio Boschin Serio Boschin



12° Congresso Nazionale UECI

VERBALE DELL'ASSEMBLEA DELL'UNIONE ESPERANTISTA CATTOLICA ITALIANA ANNO 1997
Approvato dall'Assemblea il 6 settembre 1998 in Arenzano (GE) durante il 12° congresso dell'UECI

   Nel programma del 50° Congresso dell'Unione Internazionale degli Esperantisti Cattolici (31/ 8-7/9/97), a Roma e a Rimini, è stato incluso anche l'11° Congresso dell'UECI, svoltosi a Rimini nella giornata del 4 settembre 1997.
   Alle ore 10 del 4 settembre 1997 si è aperta l'Assemblea ordinaria degli associati UECI nel salone "Espero" della Casa Parrocchiale Santi Giovanni e Paolo, sita in Via C. Zavagli n. 73 a San Giuliano Mare in Rimini.
   Essendo scaduto il mandato triennale 1994-97 del Comitato Centrale, il Presidente uscente Mario Sola, diversamente da quanto stabilito all'art. 15 1° c. dello statuto, suggerisce ai presenti di nominare il prof. Francesco Ottino a presidente dell'Assemblea, la quale lo designa all'unanimità. Il presidente F. Ottino invita gli associati presenti a nominare il Segretario dell'Assemblea nonché la Commissione elettorale per l'elezione del nuovo Comitato Centrale. Gli associati designano Serio Boschin a Segretario verbalizzante dell'Assemblea: Carlo Geloso, Paola Ambrosetto e Vera di Tocco rispettivamente Presidente e scrutataci nella Commissione elettorale.
   L'ordine del giorno già indicato nel n° 4 (luglio-agosto) di Katolika Sento prevede: relazione morale, relazione finanziaria, elezione del C.C.
   Il Presidente uscente M. Sola illustra e commenta, in italiano, la relazione morale redatta in esperanto, parte integrante del presente verbale, a suo tempo inviata a tutti i soci. Segue S. Boschin, segretario-cassiere, il quale espone un'analisi dettagliata soprattutto della situazione economico-finanziaria del 1996 e il preventivo del 1997, che vengono distribuiti a tutti i presenti. Tale documentazione con relazione finanziaria fa parte integrante del presente verbale. Al termine della sua relazione Boschin propone l'aumento della quota associativa da 20.000 a lire 25.000 che andranno suddivise nel modo seguente: 4.000 al gruppo locale, 6.000 all'UECI, 12.000 per l'abbonamento a Katolika Sento, 3.000 quale quota IKUE.
   Il Presidente dell'Assemblea dopo essersi congratulato con i relatori apre la discussione che continuerà anche dopo la pausa del pranzo e durante le votazioni che avranno luogo dalle ore 15 alle 17. Vari gli interventi tra cui significativo quello di mons. Balconi il quale puntualizza che molti di noi mancano di aspetto culturale, che si vive in un mondo dove potenti mezzi di comunicazione seminano tanto male e distorcono la verità. L'impegno più importante perciò è quello culturale nella ricerca della verità. A questo proposito ci sono 600 centri in Italia riconosciuti dalla CEI. L'UECI è bene che si serva del SIR (Servizio Informazioni Religiose). Intervengono Gambuti, Ambrosetto, Mazzoni, Zecchi, Di Prinzio, Vera Di Tocco e Geloso. Chi condivide la linea Balconi, chi sostiene l'aumento della quota associativa, chi è per una maggiore informazione della nostra associazione, alcuni sottolineano la necessità di farsi sentire anche attraverso Radio Maria, altri sono del parere di abolire la categoria di "amici dell'UECI". Alla fine del dibattito il Presidente Ottino invita tutti ad esprimersi con il voto sulle due relazioni e sulla proposta d'aumento della quota associativa per il 1998. All'unanimità sono approvate le relazioni morale e finanziaria mentre 1'aumento della quota associativa viene approvata con 24 sì, 2 astensioni e un voto contrario.
   Verso le 17,30 la Commissione elettorale consegna al Presidente dell'Assemblea i risultati della votazione per il nuovo Comitato Centrale dell'UECI.
   Dallo spoglio delle 57 schede elettorali, di cui 13 inviate per posta, 38 votate in assemblea, 5 deleghe e 1 non valida, sono risultati regolarmente eletti per il triennio settembre 1997 agosto 2000 in ordine di preferenza: 1) Mario SOLA, 2) Serio BOSCHIN, 3) Duilio MAGNANI, 4) Carlo SARANDREA, 5) Paola AMBROSETTO, 6) Giovanni CONTI, 7) Marsilio GUAZZINI, 8) Antonio CAPPELLO.
   Infine il presidente Ottino si congratula con gli eletti, augura loro un buon lavoro per la crescita dell'UECI, ringrazia quanti hanno collaborato per il positivo svolgimento dei lavori e nel salutare tutti dichiara chiusa l'assemblea alle ore 17,40.

Il Presidente dell'Assemblea: Francesco OTTIMO.
Il Segretario: Serio BOSCHIN.
La Commissione elettorale:
Carlo GELOSO, Presidente;
Paola AMBROSETTO e Vera DI TOCCO, Scrutatrici.


12° Congresso Nazionale UECI

IMPRESSIONI SUL 12° CONGRESSO DEGLI ESPERANTISTI CATTOLICI

   Un organizzatore veramente capace e dinamico, pochi aiutanti, ma estremamente prodighi di energie e attenti alle necessità dei partecipanti, unitamente al nuovo presidente dell'U.E.C.L, energico e capace di trasmettere entusiasmo, hanno costituito gli ingredienti dell'infallibile ricetta di uno dei più riusciti congressi dell'Unione Esperantista Cattolica Italiana; mi riferisco naturalmente al 12° Congresso, che ha avuto luogo in Arenzano, un incantevole centro della Riviera di Ponente, vicino a Genova, dal 4 all'8 di settembre.
   A dir il vero tutti i congressi dell'U.E.C.L, senza eccezione alcuna, hanno presentato tanti aspetti positivi e hanno avuto in comune il pregio di dar vita a un clima particolarmente amichevole, che ha sempre favorito i rapporti fra i partecipanti di ogni provenienza, riuniti in un ambiente del tutto familiare. È' questa una caratteristica costante di ogni congresso e naturalmente anche di quest'ultimo, così come i momenti di preghiera comune, che, con la celebrazione eucaristica, scandiscono ogni giornata, elemento, fra l'altro, insostituibile di unione fraterna. Quali sono allora i tratti caratteristici di questo congresso, quelli che lo rendono a mio avviso, singolare?
   Anzitutto un Cardinale di Santa Romana Chiesa, l'Arcivescovo di Genova Dionigi Tettamanzi ha celebrato la Santa Messa e ha pronunciato l'omelia in esperanto; inoltre il pubblico non esperantista è stato ripetutamente e dettagliatamente informato dell'evento attraverso la stampa (su "Avvenire" sono comparsi più articoli), la radio e la televisione (il notiziario regionale del terzo programma IV ha dedicato un grande spazio al congresso); il tema congressuale stesso "Nuova Pentecoste" è uscito, per così dire, dalla cerchia esperantista, dal momento che è stato trattato da giovani e preparatissimi sacerdoti, impegnati in vari settori della Diocesi di Genova. Infine, cosa a dir poco ammirabile, ogni partecipante è stato presente, di giorno e di sera, nel bello e nel brutto tempo, salendo con giovanile baldanza le pittoresche stradine del centro balneare per raggiungere la sede del congresso, ciascuno animato da un nuovo entusiasmo. È questo un segno nuovo? Un desiderio di adeguarci con il comportamento, noi miseri mortali, alle enunciazioni forti del tema congressuale?

   Qui prudentemente mi fermo. Sarebbe tanto bello se una nuova vita soffiasse su noi esperantisti, magari investendoci all'improvviso, e ci rendesse veramente capaci di comunicare con il mondo, facendoci uscire da questa comoda cerchia, nella cui atmosfera senza turbamenti noi ci aggiriamo protetti, come i grandi pesci, tranquilli e inoffensivi che abbiamo visto nuotare nelle grandi vasche dell'Acquario di Genova.
Maria Teresa
Campiani Boragini




Due Parole sull'universalità della devozione a S. Pio X
PRENDENDO LO SPUNTO DA UNA PREGHIERA A S.PIO X DEL 1954.

   Molte sono le preghiere scritte in onore di S. Pio X in tutto il mondo, in varie occasioni ed in diversi periodi storici, molte le sensibilità che in esse sono espresse, molte le attese dell'uomo contemporaneo che guarda ad un Santo che sente suo, per potersi meglio orientare nella sua ricerca dell'Infinito di cui sente il bisogno e la mancanza.
   Una di esse è stata tradotta da Carlo Sarandrea e pubblicata a cura del Gruppo Esperantista Cattolico di Treviso, per cui un particolare grazie va attribuito al traduttore, al dott. Serio Boschin e al dott. Franco Cazzaro.
   Mi risulta che anche un'altra preghiera sia stata tradotta in esperanto da Sarandrea e fatta pervenire, a cura dei due amici trevigiani citati, a tutti i devoti del Santo protettore degli Esperantisti Cattolici in occasione del 10° Congresso della U.E.C.I., a Paderno del Grappa nel settembre 1996.
   Mi auguro di vederla pubblicata in Katolika Sento quanto prima, perché esprime la sensibilità dei credenti nel 1951, anno della sua beatificazione, avvenuta il 3 giugno. Ma esprime anche la sensibilità degli esperantisti cattolici di allora perché, nello stesso anno, la sua beatificazione fu salutata con grande gioia dai partecipanti al 23° Congresso dell'IKUE, a Monaco di Baviera, e Pio X fu proclamato "patrono celeste degli esperantisti cattolici" di tutto il mondo.
   A quel tempo la Chiesa era sotto tiro a causa della scomunica che Pio XII aveva lanciato contro coloro che coscientemente la combattevano: vedendosi attaccati da tutte le parti, perseguitati in Russia ed in Cina, accerchiati anche in patria dagli stessi italiani laicisti, socialisti e soprattutto comunisti, era naturale per i cattolici rivolgersi a quel protettore che, nel suo tempo, aveva combattuto con successo le forze avverse alla Chiesa di Cristo.
   Una delle prime preghiere divulgate subito dopo la canonizzazione del beato Pio X (29 maggio 1954), se non la prima, esprime gli stessi concetti ed è la seguente:
O Santo Pio X, mite ed umile di cuore, a somiglianza di Gesù che tanto bene rappresentaste in mezzo a noi, accogliete pietoso la nostra preghiera, come paternamente ascoltaste in terra chiunque ricorreva a Voi. Vedete quanto sono tristi i nostri giorni e come i nemici di Dio combattono contro di Lui ed i Suoi figli!
Sorgete nella indomita fortezza del Vostro spirito e proteggete la Chiesa; difendete il Vostro Successore; salvate tutti noi che, uniti con Voi in un cuor solo, Vi scongiuriamo di presentare al trono di Dio le nostre preghiere, perché fra tanti pericoli la Chiesa e la società cristiana cantino ancora una volta l'inno della liberazione, della vittoria e della pace, Così sia.
   È uscita a cura della tipografia Pio X, come appare dalla dedica che apre l'elegante volumetto pubblicato per la fausta ricorrenza: "A San Pio X - l'armonia multilingue - di un coro unanime - di fede, di lode e di benedizione
- al suo trono in gloria - convergente - ha raccolto in queste pagine - in segno di riconoscenza - e di devozione - la sua Tipografia Pio X. Roma, 20-30 maggio 1954".
   Si dirà che non ha nulla di particolare e che è una delle tante preghiere recitate ai santi. Invece ha la particolarità che è una delle più note nel mondo e sicuramente quella che esprime il maggior senso di universalità della devozione al novello Santo, perché è stata tradotta in 34 lingue: latino, francese, inglese, tedesco, spagnolo, portoghese, olandese, danese, irlandese, norvegese, svedese, finlandese, russo, polacco, ceco, slovacco, lituano, lettone, ungherese, sloveno, croato, serbo, romeno, bulgaro, greco, turco, ucraino, biancoruteno, arabo, siriaco, ebraico, armeno, etiopico, dinamo (lingua di un popolo stanziato fra Eritrea e Sudan). Con queste lingue si poteva raggiungere i cattolici in quasi tutto il mondo: tra le più importanti, mancano almeno la lingua cinese, giapponese e coreana, cioè tutto l'Estremo Oriente.
   Purtroppo manca ancora qualcosa.
Qualcosa che, per la mia sensibilità, è estremamente importante. Manca la traduzione in lingua universale Esperanto.
Ho pertanto cercato di chiudere la farla con un tentativo, che qui presento al benevolo lettore, ma che non so quanto bene sia riuscito. Buona preghiera!


Preĝo al Sankta Pio la 10a

Ho Sankta Pio la deka, milda kaj korhumila, laŭ simileco de Jesuo, kiun vi tiel bone prezentis inter ni, akceptu kompatema nian preĝon, kiel vi patre aŭskultis surtere ĉiujn ajn kiuj turniĝis al vi.
Vidu, kiom estas malĝojaj niaj tempoj kaj kiel la malamikoj de Dio batalas kontraŭ Lin kaj Liajn Gefilojn! Leviĝu en la nevenkebla forto de via spirito kaj protektu la Eklezion; defendu vian Posteulon; savu nin ĉiujn, kiuj unuiĝintaj kune kun vi en ununura koro, preĝpetas al vi prezenti niajn preĝojn ĉe la trono de Dio, por ke inter tiom da danĝeroj la Eklezio kaj la kristana socio ankoraŭfoje kantu la himnon de liberigo, venko kaj paco. Tiel estu!
Quirino Bortolato di Salzano (VE)




DANKE

Per il fondo alfabetizzazione: £. 101.500 raccolte nel corso della messa in esperanto al congresso di Frascati; £. 250.000 dalla Conferenza S. Vincenzo de Paoli della Parrocchia S. Giuseppe di Treviso.



UECI-junularo

La Gioventù Esperantista Cattolica ha già iniziato i preparativi per accogliere i pellegrini che nel 2000 verranno a Roma, in occasione del Giubileo.
Per l'UECI-junularo è incaricata la dottoressa Giovanna Ambrosetto, facente parte della "Commissione per l'accoglienza degli stranieri" della Diocesi di Venezia.
Per saperne di più:
Giovanna, cellulare 0368/72.69.071, oppure contattare la "Pastorale Giovanile" Don Danilo Barlese, parrocchia di San Paolo, via Cecchini 40, 30174 Mestre - tel. e fax 041/53.43.441,
posta elettronica - pgve[helico]bbs.venezia.net-



Da Avvenire IDEE E CONFRONTI
Lettere in redazione - Domenica 13 settembre 1998

QUEI COMUNISTI CONTRO GLI EBREI

   Caro Direttore,
   a proposito del libro del professor Vitaliano Mattioli «Gli ebrei e la chiesa ( 1933-1945)» in cui si documenta «la complicità
con i nazisti di una parte del movimento sionista» anteguerra (Avvenire del 6 settembre), tesi sostenuta anche da studiosi ebrei come Hannah Arrendt e che ha provocato contrasti e il boicottaggio del libro stesso, penso non sia fuori luogo informare i lettori di Avvenire circa un analogo dibattito che sta avvenendo sulle riviste esperantiste d'Europa.
   Nel mese di gennaio di quest'anno il mensile belga, di lingua esperantista, Monato, ospitava un riassunto dei risultati di una commissione, ad alto livello, incaricata di stabilire, se possibile, la verità circa il pogrom antiebraico di Kielce (Polonia, 1946). Come è noto, di avere provocato gli orrori di quel misfatto (più di 40 morti) furono accusati i patrioti polacchi che avevano avversato Hitler, e i nazionalisti che avversavano il nuovo governo di tendenza sovietica, e naturalmente i cattolici «oltranzisti e tradizionalisti». Dalle conclusioni di quella commissione un redattore della rivista, Tyburcjusc Tiblewski, si permise di rilevare che restano totalmente scagionati gli accusati di allora e che invece, il sospetto va decisamente, vista la calcolata lentezza con cui la polizia intervenne, verso gli ambienti del regime comunista. Regime comunista appoggiato vistosamente dai pochi ebrei ritornati o scampati al genocidio nazista. Il Tyblewski non accusa gli ebrei, ma accusa la parte con cui stavano gli ebrei in maggioranza.
   Contro Tyblewski è scesa una valanga di accuse di antisemitismo: riviste e gruppi associati del mondo esperantista si affrettarono a prendere posizione contro la revisione storica perché bacata di revisionismo antisemita. Monato ha obiettivamente registrato tutte le reazioni, respingendo, però, l'accusa di antisemitismo per chi contraddice una «verità» passata, senza possibilità di controllo critico nella vulgata comune, è diventata un utile puntello di una parte ideologica.
Armando Zecchin
Torino



A TREVISO E STATO APPROVATO
UN CORSO DI LINGUA ESPERANTO
RISERVATO A DOCENTI.


Qui di seguito è riportata la comunicazione inviata agli insegnanti.

Acquisizione e sperimentazione di metodologie
didattiche mediante utilizzo propedeutico
della lingua internazionale pianificata esperanto


Corso approvato dal Provveditorato agli Studi di Treviso con
con D.P. 13709/2/C12 del 15/07/98

Sede del corso: Collegio Vescovile Pio X
(Borgo Cavour, 40 - Treviso)
Calendario: 40 ore ripartite in 20 ore di lezione e 20 di esercitazioni pratiche, ogni martedì e giovedì dalle 15.30 alle 17.30 a partire dal 3 novembre 1998
Contributo richiesto: £. 35.000 per fornitura di grammatica e dizionario
Iscrizioni: Dr. Serio Boschin
(animatore-conduttore, dirigente della Cattedra provinciale di esperanto)
Via Eritrea, 8-31100 Treviso
Tel. e fax: 0422-235381



ESPERANTO AL MEETING DI RIMINI

   Anche quest'anno nell'ambito del 19° Meeting internazionale dei giovani di Rimini (23-29 agosto 1998), i cattolici della IKUE (Unione Internazionale cattolica esperantista) hanno allestito uno stand all'interno della manifestazione.
   Tema dell'esposizione è stata l'editoria cattolica in Lingua Internazionale. Vi erano esposti romanzi, vite di santi, encicliche ed altri documenti della Chiesa tradotti in Esperanto.
   Sullo sfondo tre disegni a matita del pittore albanese Leo Davidhi rappresentanti tre illustri esperantisti morti martiri per la Fede: il beato Titus Brandsma e Padre Max Josef Metzger uccisi durante il periodo hitleriano, e Padre Juan Font y Giralt, presidente della IKUE, martirizzato dai marxisti spagnoli nel 1936.
   Erano di servizio allo stand, a tempo pieno, le volontarie samideaninoj Paola Ambrosetto, vicepresidente dell'UECI, e la prof.ssa Monica Pinotti di Verona, che hanno svolto il loro compito con grande dedizione e competenza.
   I visitatori sono stati numerosi e interessati, oltre a italiani anche quelli provenienti da paesi esteri: Francia, Germania, Inghilterra, Stati Uniti, Bolivia, Paraguay, Nigeria.
Antonio Gambuti



Esperanto, una lingua per la Chiesa del futuro?
IN CHE LINGUA SI DICE MEA CULPA
I cristiani del terzo millennio hanno bisogno di un linguaggio «universale, ecumenico e neutro»

da Avvenire di venerdì 4 settembre 1998

   In che lingua si dice mea culpa? Già: come sottoporre alla millenaria revisione fatti di controversa storia ecclesiastica, e soprattutto in quale idioma pronunciarne il verdetto penitenziale per la Chiesa? Forse che si possono riconoscere errori di fronte a Galileo nello stesso latino che lo condannò, o deprecare l'antisemitismo di troppi cristiani nelle favelle dell'Europa dei ghetti e/o dell'Olocausto?
   C'è l'esperanto, invece. Una lingua «vergine», neutrale, ecumenica e senza imbarazzanti peccati storici: proprio quel che si vuole per il Giubileo. O - almeno - è ciò che proporranno gli esperantisti cattolici italiani, da oggi a martedì adunati nel 12° congresso nazionale ad Arenzano (Ge). C'è infatti chi per il Duemila - fatidico! - vorrebbe cancellare il debito estero. E chi azzerare tutti i record sportivi, così sospetti di doping. Perché dunque non annullare i pesanti retaggi delle lingue dando fiducia alla creatura (un po' artefatta, ma senza dubbio geniale) del medico ebreo polacco Zamenhof?
   Don Mario German - che oltre i molteplici impegni di parroco, cappellano dell'aeroporto genovese e incaricato di pastorale giovanile annovera pure la carica di consigliere nazionale dell'Unione esperantista cattolica italiana (Ueci) - insinua qualche esempio in qualità di organizzatore del convegno: «So che alcune Chiese d'Africa insegnano l'esperanto a preti e catechisti per evitare le deprecate lingue "coloniali". E del resto mi sembra che la Chiesa tutta - per restare libera il più possibile e "cattolica" - dovrebbe guardarsi dalle insidie sottili dell'inglese, imperialista egemonico. L'esperanto, che non ha macchie storiche e non è legato ad alcun nazionalismo, potrebbe essere la lingue ausiliaria dei cristiani per i rapporti internazionali».
   Don Ger-man è moderato, ma in merito è appena scoppiata una polemica dagli accenti furiosi tra gli esperantisti e il titolare di una rubrica di Famiglia cristiana, il linguista Claudio Marazzini, colpevole di aver osato sostenere che -comunque la si voglia vedere - lo strapotere del parlato anglosassone è un dato di fatto difficile da arginare, e tanto meno con una vulgata "artificiale". Non l'avesse mai scritto! Ma bisogna capirli: gli esperantisti - sarà che si sentono addosso il sorrisino di sufficienza di noi italofoni, sarà che l'esser minoranza affila le unghie di per sé - rischiano di dar di gomito a troppi interessi. Nella Chiesa stessa, per esempio, fanno concorrenza al latino, che ha dalla sua duemila anni di sacre declinazioni; e che ormai non sanno più neanche molti vescovi...
   «Ma noi non vogliamo affatto affossare il latino - previene don German -, che del resto nella Chiesa è già di fatto soppiantato da francese e inglese; bensì desideriamo farci missionari dell'esperanto: che, con appena 16 regole e nessuna eccezione, è strumento utile nonché facilissimo di comunicazione universale. Una lingua-ponte per il terzo millennio». Del resto addirittura un cardinale, l'arcivescovo di Genova Dionigi Tettamanzi (il quale ha confessato d'aver studiato in gioventù «con interesse e simpatia» il portato di Zamenhof), ha scritto ai 60 congressisti dell'Ueci che «dare vita ad una forma linguistica in grado di accomunare nel segno della semplicità la molteplicità dei popoli» è «anche questa nuova evangelizzazione»; e- guarda caso - subito dopo ha evocato il Giubileo. Domani sera Tettamanzi celebrerà la Messa e predicherà in esperanto, ma sono ormai un bel mannello i riconoscimenti cattolici della lingua universale: dagli auguri natalizi e pasquali in cui Giovanni Paolo II la inserì dal 1994 in mondovisione, al messale («Meslibro») e lezionario festivo del 1995; dai due appuntamenti settimanali di Radio Vaticana in tale idioma, al primo messaggio di un dicastero pontificio (quello dei laici) in esperanto già nel 1995. Senza contare il patrocinio che il cardinale Miloslav Vlk, arcivescovo di Praga ed esperantista di vecchia data, ha steso sull'Unione internazionale cattolica esperantista (Ikue).
   Insomma, nonostante certe diffidenze storiche (l'esperanto «massonico», Zamenhof fondatore di una religione umanitarista...), si direbbe che la profezia di san Pio X - «L'esperanto ha davanti a sé un grande futuro» - sia un poco più vicina a realizzarsi. Certo, ci vorrà un bell'appellarsi al giornalista martire san Tito Brandsma, attivo cultore della lingua universale, e al suo aureolato collega Massimiliano Kolbe (che avrebbe voluto pubblicare la sua rivista mariana anche in esperanto) prima che si verifichi quanto previsto dal cardinale Wyszynski: «Il concilio Vaticano III parlerà esperanto». Per intanto don Duilio Magnani, parroco riminese già presidente ed ora assistente ecclesiastico dell'Ikue, si accontenterà di organizzare nel Duemila un incontro internazionale della gioventù cattolica esperantista a Roma: «In Germania già da 3 anni propongono con successo un analogo appuntamento tra cattolici e protestanti», assicura. Ogni confessione cristiana, in effetti, e anche parecchie religioni hanno le loro milizie esperantiste: riformati, ortodossi, musulmani, adepti della macumba brasiliana, Bahai, aderenti all'Oomoto giapponese e persino atei; in Cina il presidente Mao in persona ha fondato una vivace rivista di propaganda marxista in tale lingua.
   E dunque? «Dunque non vorrei che la Chiesa del terzo millennio dovesse recitare il mea culpa anche per l'esperanto - ammonisce don Magnani-.
   Tale linguaggio è un dono di Dio come, e forse anche più, di ogni altro mezzo di comunicazione sociale». Per questo il tenace sacerdote romagnolo tempesta di lettere e solleciti le congregazioni romane e gli istituti gerarchici del cattolicesimo: per il Giubileo ci vuole un idioma «internazionale, ecumenico e senza peccato». Risultati? «Ancora non c'è risposta. Ma Roma si sta rendendo conto di aver bisogno di una lingua del genere e prima o poi troverà il coraggio di adottarla». Forse, sul limitare estremo del Duemila, invece del solito buon anno ci troveremo ad augurare Prosperan novijaron.
Roberto Beretta



RADIO VATICANA

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Il programma della domenica in esperanto di Radio Vaticana è nato nel 1977. Nel 1980 si è aggiunta una seconda trasmissione di 14 minuti al giovedì mattina che nel 1994 fu spostata al mercoledì sera. Quest'anno, per evitare inutili sovrapposizioni con il programma francese, la trasmissione del mercoledì è stata ridotta a 9 minuti con il varo del terzo programma, sempre di 9 minuti, al giovedì. Oltre ad aumentare il tempo complessivo di trasmissione settimanale, questo nuovo "palinsesto" ha permesso di poter trasmettere il programma esperanto su frequenze molto più idonee alla propagazione (in particolare, sui 7250 kHz).


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TESTO DEL TELEGRAMMA AUGURALE INVIATO IN DATA 16 OTTOBRE 1998 A S.S. GIOVANNI PAOLO II

Occasione ventennio pontificato, UECI formula auguri filiali, esprime gratitudine per Sua opera evangelizzatrice e per testimonianza alla verità contro "ogni discriminazione dei diritti fondamentali della persona... in ragione del sesso, stirpe, colore, condizione sociale, lingua o religione".
Serio Boschin Presidente UECI



RISERVATO AI GIOVANI
   L'Unione Esperantista Cattolica Italiana su delibera del Comitato Centrale in data 14 novembre 1997 e a seguito di offerta anonima, mette a disposizione la somma di £. 1.500.000 per n. 3 importi ciascuno di £. 500.000 da assegnare a giovani italiani di ambo i sessi, di età compresa tra i 18 e 30 anni, iscritti all'UECI o all'IKUE che conseguano il diploma di esperanto di 3° grado. Il premio sarà erogato quale contributo per la partecipazione a un Congresso dell'IKUE o a un Congresso esperantista ecumenico. I concorrenti aventi i requisiti richiesti devono segnalarsi al dr. Serio Boschin, via Eritrea 8, 31100 Treviso, tel/fax 0422-235381.



NI FUNEBRAS KAJ KONDOLENCAS
Carla Maria CAMPIANI di Bologna è mancata il 21 luglio 1998. Partecipava spesso ai congressi dell'UECI. Ricordiamola con affetto con la "Preĝo por la mortintoj": Eternan ripozon donu al ili, Sinjoro, kaj lumu al ili la senFina lumo. Ili ripozu en paco.
Tiel estu! (Amen).



COMITATO CENTRALE UECI
Presidente: Serio BOSCHIN, via Eritrea 8, 31100 Treviso, tel.-fax 0422-235381
Segreteria e cassa: via Eritrea 8, 31100 Treviso, tel.-fax 0422-235381
Vice presidente e incaricata giovanile: Paola AMBROSETTO, via Emo, 9/C, 30173 Mestre (VE), tel. 041-5341532 - fax 041-612516
Consiglieri: don Duilio MAGNANI (segretario per l'informazione), viale C. Zavagli 73, 47900 Rimini, tel.-fax 0541-26447; Antonio CAPPELLO, via A. Colombo 6,13100 Vercelli, tel. 0161-392707 - fax (di sera) 0161-257262; Giovanni CONTI, via F. Filzi 51, 20032 Cormano (MI), tel. 02-66301958 - fax 02-66302110; don Mario GERMAN, via Canepa 57 - frazione Canepa, 16030 Sori (GE), tel. 0185-700567 (internet: marger[helico]split.it); Marsilio GUAZZINI, via del Fante, 29 - 47900 Rimini - tel. 0541-23996; Carlo SARANDREA, via di Porta Fabbrica 15, 00165 Roma, tel.06-661805-fax 06-632839
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