Enhavo:
Il Consiglio direttivo dell'IKUE riunitosi a Graz (Austria), durante la seconda assemblea ecumenica europea, giugno 1997, decise che nell'anno 1998 si celebrasse il 13° congresso ecumenico di esperanto. La scelta della sede congressuale cadde su Nantes, città della Francia occidentale, sull'estuario della Loira, a 58 km dall'oceano Atlantico. Tema: Tolleranza, Riconciliazione, Libertà ( 1598-1998). Le date ci ricordano i 400 anni dal famoso Editto di Nantes, che fu una vera pietra miliare nella storia dei protestanti francesi. È bene richiamare alla nostra mente alcune notizie storiche per poi riflettere sul significato di quell'evento. È opportuno ricordare che per Riforma s'intende quella rivoluzione religiosa che, preceduta da una rivoluzione intellettuale, portò una parte dell'Europa cristiana, nel secolo XVI, a rigettare l'autorità del Papato e a formare le Chiese Protestanti. I principali iniziatori della riforma furono Martin Lutero in Germania, Giovanni Calvino in Francia, il re Enrico VIII in Inghilterra. Lo sviluppo della riforma gettò la Francia in un periodo di atroci guerre civili e religiose che cessarono con Enrico IV che riuscì a fondare la pace sulla tolleranza. Notizie storiche. Dopo la Riforma, gli Ugonotti (coloro che prestarono lo stesso giuramento) subirono varie persecuzioni. Si rallegrarono quando il principe protestante Enrico di Navarre si sposò con la principessa cattolica Margherita di Valois. Durante la festa nuziale, a Parigi nella notte di San Bartolomeo (24 agosto 1572), furono assassinati migliaia di protestanti e con loro il capo Gaspard di Coligny antenato della dinastia degli Grange, da cui discende l'attuale famiglia di Beatrice regina d'Olanda. A Enrico di Navarre era stato offerto il trono di Francia a condizione che diventasse cattolico. Egli accettò dicendo: "Parigi val bene una messa!". Assunse il nome di Enrico IV e fu abile politico e valente soldato. Il 25 luglio 1593, a San Dionigi, abiurò al protestantesimo suscitando la viva reazione degli Ugonotti già suoi compagni di fede. Nel 1594 rientrò a Parigi, continuò la guerra contro la Spagna, che si concluse con il trattato di Vervins (1598), semplice conferma del trattato di Cateau-Cambrésis del 1559. Restava da regolare la questione religiosa. Con atto di grande saggezza, il re Enrico IV promulgò a favore dei Calvinisti francesi l'Editto di pacificazione del 13 aprile 1598. Esso mirava a creare, dopo le lunghe guerre religiose, una coesistenza pacifica fra le due confessioni: cattolica e protestante. Si concedeva ai protestanti francesi libertà di coscienza in tutto il regno e l'esercizio del culto ugonotto nei luoghi in cui si teneva pubblicamente negli anni 1596 e 1597. Si accordava uguaglianza assoluta di diritti civili, accesso a tutti gli uffici; inoltre privilegi politici e militari tali che i riformati, secondo l'espressione del Richelieu, formavano quasi uno Stato entro lo Stato. Contro l'Editto di Nantes si ebbero severe rimostranze da parte della Santa Sede e soprattutto le proteste dei cattolici, ai quali Enrico IV promise l'esercizio del culto cattolico nelle piazzeforti ugonotte. Lo Stato per la prima volta aveva attuato il principio della tolleranza religiosa. Riflessione. Stralcio dal SIR (Servizio Informazioni Religiose). Volontà di pace, libertà di coscienza e di culto, pluralismo religioso, uguaglianza giuridica sono, secondo il vescovo di Nimes, Jean Cadilhac, alcuni valori ancora attuali, frutto dell'editto di Nantes. Nel 400° anniversario dallo storico editto (13 aprile 1598) che riconobbe in Francia l'esistenza di un'altra religione al di fuori di quella cattolica, mons. Cadilhac propone una riflessione sul significato di questo evento. Tra le ragioni che spinsero il re Enrico IV a promulgare l'editto (oltre a quella di "rafforzare il potere centrale"), il vescovo indica la volontà di ottenere la pace civile, che "rimane ancora oggi una necessità a tutti i livelli". Il riconoscimento della libertà di coscienza sancì inoltre "l'inizio del rispetto della libertà religiosa", alla base "di tutte le libertà". La commemorazione di questi 400 anni, sottolinea mons. Cadilhac, invita oggi " a considerare in maniera attenta il modo in cui viene vissuto il pluralismo religioso". Rispetto al caso della Francia, in cui l'islam è la seconda religione, nonostante i luoghi adibiti a moschea siano nascosti o poco visibili, il vescovo di Nimes interviene affermando che bisogna "accettare la creazione di luoghi di culto decenti. La situazione attuale rischia di avere degli effetti perversi e, in ogni caso, non è coerente con la dichiarazione del Concilio sulla libertà religiosa". Altro aspetto importante dell'editto, ricorda, è "il riconoscimento dell'altro come simile anche se diverso", lezione quanto mai attuale "soprattutto in questo fine di secolo, segnata da atti violenti che negano intere categorie di uomini, donne, bambini". Serio Boschin
Come ogni anno, durante l'estate si terrà tutta una serie di convegni all'interno del variegato e plurimorfo mondo esperantista. È una ulteriore attestazione della comunitarietà e della vitalità che esistono tra i samideanoj e della capacità dell'esperanto di gettare le basi per una civiltà universale al di là dei confini geografici e storici. La parola non è come la buca che i bambini scavano sulla riva del mare e che riempiono d'acqua, illudendosi di costruire un oceano fittizio alternativo a quello vero, privo però dei pericoli che quest'ultimo comporta. Dare una parola, dire una parola, pronunciarsi su una parola, "interparoli" non sono una cosa da poco. Comunicare è mettere a disposizione degli altri un munus, ossia un dono, e non già un erigere delle moenia, cioè delle mura invalicabili, simili a quelle che circondavano le città medioevali e che rendevano inaccessibile l'ingresso nella città, creando così una frattura tra chi ci viveva dentro e gli altri, considerati estranei e da trattare con indifferenza e possibilmente da escludere. Nella parola si manifesta la personalità e la sincerità di un individuo. La parola è lo specchio della verità. Certo, se l'argentatura dello specchio si deteriora o si arrugginisce, difficilmente la verità potrà manifestarsi nella sua nitidezza, pienezza e fascino. Ciò spiega perché, nel momento culminante della sua missione, Gesù provoca gli apostoli, affinché esprimano con chiarezza la loro fede. "Ma voi chi dite che io sia?". Non chiede che cosa pensino, su che cosa stiano fantasticando, quali supposizioni stiano inseguendo; pretende un pronunciamento pubblico. Secondo una antica tradizione, quando Gesù pose quella domanda, tutti, uomini, animali e natura, piombarono nel silenzio, nell'attesa della confessione di Pietro. Il vento smise di soffiare, le onde si calmarono, le foglioline degli alberi non tremolarono più, i cani cessarono di abbaiare e gli usignoli di cantare. L'universo intero trattenne il respiro, come il giorno in cui Mosè salì sul monte Sinai; tutti volevano udire la voce di Pietro. Da qui la testimonianza che i credenti possono portare ai convegni. Nel loro cuore c'è la fiamma, che brucia ininterrottamente senza mai consumarsi e che imprime qualità, luce e calore ai loro discorsi. Non c'è bisogno di sventolare una bandiera sui balconi dei nostri palazzi perché chi ci avvicina avverta la nostra fede. Chiunque nel pane assortito e croccante avverte l'effetto del lievito e della infornata Dopo la conversione, Edith Stein accompagnò la mamma alla sinagoga per la liturgia del Sabato. Nel commentare le letture bibliche, il rabbino ricordò il versetto della preghiera ebraica dello "Shemà Israel". O Israele, non scordartelo, il nostro Dio è l'unico Signore. La mamma le strinse forte forte il braccio. "Hai sentito? disse alla figlia. Il nostro Dio è l'unico Dio". "Sì, mamma, ripose Edith. Proprio per questo io credo in Gesù Cristo". E per la fede in Gesù, Edith Stein morì nel lager di Auschwitz. All'età di diciotto anni, Lidia Riccò scriveva sul suo diario personale: "Passando davanti alla porta di una ammalata, entrai. A contatto con le sue sofferenze e con i suoi dolori, dimenticai me stessa e cercai di lenire gli affanni di quell'infelice. Quanta gioia provai! Ti dissi: O Gesù, prenditi cura delle mie preoccupazioni; non voglio più perdere il tempo in chiacchiere inutili. È così bello confortare le anime desolale, avvicinarle a te, aiutarle a sopportare il dolore, rispecchiandosi in te". Katolika Sento, è intitolata la nostra rivista. Il suo scopo è quello di invitarci ad agire sempre in spirito cattolico e a guardare la cattolicità non come una utopia impossibile, realizzabile unicamente dal tramonto del giorno del giudizio in poi. La cattolicità, affermava S. Cirillo di Gerusalemme, è legata alla capacità della Chiesa di parlare il linguaggio di tutti i popoli. Ponendosi in tale prospettiva, S. Cirillo è giocoforza costretto a pizzicare le corde dell'utopia; ma l'utopia è uno degli strumenti musicali fondamentali della nostra orchestra, che suoniamo spesso e volentieri, perché ci permette di considerare la umanizzazione come valore antecedente alle strutture economiche, amministrative e organizzative della società. Per vivere meglio il nostro ideale cristiano, forse dovremmo imparare la tecnica che usano i pittori per dipingere le icone. Essi procedono su quattro sfere. La prima passa attraverso l'intelligenza, la seconda attraverso gli occhi, la terza attraverso il cuore, e la quarta attraverso il mistero che circonda l'intera persona. 1 - La fede coinvolge innanzitutto l'intelligenza. Molto si è scritto e detto a proposito di Gesù. Ma che cosa tu pensi di lui? Ho bisogno, o Signore, di chiarirmi le idee. Vi sono infatti molte, troppe confusioni circa la tua persona. Devo, o Signore, scegliere la strada giusta, la via della verità e tu sei, o Gesù, la Verità. 2 - La fede interpella la nostra vista, i nostri occhi. Che cosa vedi? Le finestre delle icone si aprono dall'interno. I Santi delle icone guardano il mondo partendo dalla luce di Dio e con gli occhi di Dio. Ecco perché il loro volto è ieratico, contemplativo, meditativo. Se la osservassimo così, come la realtà ci apparirebbe diversa e meno banale! Non hai mai pensato, ad esempio, che lavorare etimologicamente significa "labiis orare", ossia pregare con le labbra? Perché, quando lavoriamo, pensiamo poco o nulla a Dio? Come, quando lavoriamo, ci ricordiamo del Signore? Difficilmente le labbra pregheranno, se non c'è innanzitutto un cuore che prega. 3 - La fede passa attraverso il cuore. Se il cuore è caldo, la fede è calorosa; se il cuore è entusiasta, la fede sarà ardente. Con la fede, o Gesù, vorrei diventare una cosa sola con te. Nell'innario siriaco si legge: "Con il tuo olio o Gesù mi hai unto il capo, con il tuo calice di vita hai inebriato il mio cuore. Gesù, tu sei mia e io sono tua, tu li compiaci di me, ti sei rivestito di me e io, o Signore Gesù, mi sono rivestita di te". 4 - Tutta la vita è circondata dall'oro fulgido di Dio. Tu sei una lettera aperta scritta dalla mano di Dio; tu sei il canto del suo amore; tu sci il riflesso della sua saggezza. Vieni accanto al mio cuore; ci dice il Signore, ricercami con fede pura, nella semplicità, con ardore serafico, nell'obbedienza, come se tu fossi ancora un fanciullo. Tu puoi amare, gioire, sperare, ma insieme con il tuo Dio, portando Dio nel cuore, stando sempre vicino a lui. Era una bambina di soli cinque anni quando Melania fu abbandonata dalla mamma e cacciala di casa. Si rifugiò nel bosco vicino. Dopo molli giorni vide un bambino venirle incontro, consolarla e aiutarla. Era Gesù in persona. Melania lo chiamò "il mio petit frère". Ogniqualvolta si trovava in angustia, Melania invocava il suo "petit frère" e Gesù la soccorreva. Ecco chi potrebbe essere Gesù per noi esperantisti e con tale interiorità varrebbe la pena di accoglierlo. O Gesù, tu sei in me e io in te; camminiamo insieme! Desidero condividere con te e aiutarti ad attuare il progetto di unità, di universalità che c'è nel tuo cuore. Mons. Giovanni Balconi
Accolgo volentieri l'invito del nuovo presidente dell'UECI a collaborare, affinché il nostro periodico sia "più culturale". Sia lodato il Cielo! Racconterò brevemente le iniziative ideate e attuate a Riese Pio X e nella zona limitrofa (Castelfranco Veneto), non per futile esibizionismo, ma nella speranza che altri Amici, in altre zone d'Italia, trovino degli spunti e degli stimoli per la loro azione a favore del nostro esperanto, così ancora derelitto nel mondo cattolico (salve le splendide eccezioni, che... confermano la regola). Nella patria di Pio X era pressoché "obbligatorio" fare qualcosa a favore della "lingua che andrà molto lontano" (Papa Sarto). Cinque corsi serali e/o pomeridiani hanno portato il numero dei diplomati di primo grado a un livello "altissimo", rispetto al territorio (abbastanza piccolo). Molte assemblee informative aperte al pubblico hanno diffuso gli ideali (e anche gli aspetti pratici) dell'esperanto; sono stati distribuiti migliaia di volantini generosamente pagati dall'Amministrazione Comunale. Fra gli Insegnanti e i pubblici Amministratori è stata propagandata la Circolare n° 126/1995 sull'esperanto (con relativa relazione della Commissione Ministeriale): grazie ad essa, è stato possibile "essere presi sul serio" nelle scuole pubbliche e trovare simpatia negli Enti locali. Peccato che detta Circolare sia così poco "usata" in Italia (dove è praticamente sconosciuta). Un folto gruppo di maestri elementari del circolo didattico di Riese Pio X hanno seguito il corso per corrispondenza della Terza Università di Roma, con ottimi risultati. Quattro di essi hanno approfondito lo studio dell'esperanto - specialmente svolgendo molti esercizi -, superando in modo brillante l'esame di primo grado. Ciò che è ancora più importante è che essi, con l'appoggio chiaro e incoraggiante del loro direttore didattico, intendono "portare in aula" l'esperanto per farlo imparare dai loro alunni. (Si accende una grande speranza, dopo tanto faticare...). I Responsabili scolastici del distretto di Castelfranco Veneto hanno deciso di appoggiare la proposta di organizzare un corso di aggiornamento per docenti sulle tematiche europee esperantiste. Se tutto andrà bene, l'esperanto sarà "di casa" in tutta la zona. Nel liceo di Castelfranco sono stati fatti alcuni incontri con gli alunni; molti di loro hanno seguito un corso intensivo di una decina di ore, durante le "settimane autogestite" (con il prezioso aiuto della prof.ssa Maria Amatrice e l'appoggio del preside). L'Università Popolare di Castelfranco V.to (una delle più antiche d'Italia) ha organizzato un corso serale di esperanto. Il Comune di Riese Pio X ha adottato ufficialmente "Il Manifesto di Praga": più volte si è parlato in Consiglio Comunale di esperanto. Molti Comuni pensano di fare altrettanto. Sempre da Riese è partita un'iniziativa che potrebbe andare molto lontano: una specie di (pluri) gemellaggio anche con comunità straniere, usando come lingua "di servizio" anche l'esperanto, oltre al "solito" inglese. (Forse è opportuno dedicare a tale progetto un articolo a parte). Conclusioni (e "morale della favola"): - nelle scuole pubbliche, fra la gente e nei comuni, le tematiche esperantiste trovano un'accoglienza e una simpatia molto più grandi di quanto si poteva perfino sperare; - per tenere alta la bandiera occorre preparare i giovani a innalzarla, visto che i "vecchi" come me... beh, la vita passa per tutti...; - per "trovare" tanti giovani bisogna "entrare" nelle scuole: credo che alcuni strumenti per "spalancare le porte" li abbiamo già. Basta usarli; - il mondo "cattolico" continua a restare in disparte, a volte non solo indifferente, ma perfino ostile e sprezzante. Una situazione davvero dolorosissima e incomprensibile. Non è neppure possibile un confronto leale e franco, che non si nega neppure ai nemici dichiarati della "nostra" fede? Grato per l'attenzione. Carlo Pellizzari
Se ne è parlato, se ne parla, se ne parlerà. Così titolava un articolo Mario Cusenza nel n° 11/12 nov.-dic. 1997 del "L'AMICO del terziario", periodico dei Cappuccini e dell'Ordine Francescano Secolare della Religiosa Provincia di Foggia. Nel congratularmi con lui penso di fare cosa gradita ai nostri associati stralciando parte di quell'articolo. "A margine della seconda Assemblea ecumenica di Graz (Austria) del giugno 1997, è nata una proposta: perché non utilizzare l'esperanto come lingua ufficiale della prossima Assemblea? I responsabili ecumenici ad ogni livello - si è detto - nell'era dello sbarco sulla Luna e su Marte, dovrebbero pensare alla prossima Assemblea con uno strumento linguistico moderno, come l'esperanto. Mi piace riportare il commento dell'assistente generale dell'Ofs fr. Ben Brevoort all'invito rivolto ai consiglieri internazionali di imparare l'esperanto: "L'Esperanto è una lingua molto francescana: semplice (basta vedere la sua grammatica), umile (non ha nessun potere politico), fraterna (si basa sulla fratellanza universale di tutti gli uomini), "sine proprio" (non è proprietà di un popolo o di una cultura determinata), pronta al servizio (vuol solo servire a facilitare i contatti tra i popoli e le culture, senza imporre una cultura determinata ad altri). Sarebbe ancora più francescana se tutti i consiglieri internazionali decidessero di impararla: in questo modo non si obbligherebbero solo i rappresentanti delle lingue minori ad apprenderne una nuova". ATTIVITÀ DEL PRESIDENTE DELL'UECIIl 9 maggio scorso ho partecipato all'Assemblea annuale dei soci della COEDES - Cooperativa Editoriale di Esperanto - che si è tenuta a Firenze vicino al Convento S. Marco dei Domenicani. Prima dell'assemblea ho avuto occasione d'incontrare, nella basilica di S. Marco, Padre Giacinto Jacobitti, novantacinquenne, esperantista di fama mondiale, al quale sono state consegnate alcune riviste di esperanto. Egli ha espresso riconoscenza al gruppo composto da me, da A. Vallese, G. Polerani, Serenella T. Giacchino e dai coniugi Rodari. Dal 16 al 22 maggio, quale pensionato delle F.S. ho partecipato al 50° congresso internazionale dei ferrovieri esperantisti (IFEF = Internacia Fervojista Esperanto Federacio) celebrato ad Aalborg in Danimarca. Aderenti 407, presenti 263 di 21 Paesi. Gli italiani erano 13 su 16 aderenti. Ho salutato a nome dell'IFEA (Itala Fervojista Esperanto Asocio) e a nome dell'IKUE i congressisti. Ho seguito i lavori della Commissione per i termini ferroviari (da notare che il lessico generale ferroviario è già apparso in tredici lingue, l'edizione italiana è stata pubblicata per prima nel 1995). Nella cattedrale Budolfi la domenica del 17/5 è stata celebrata una funzione religiosa ecumenica con numerosi ferrovieri. I celebranti erano il sacerdote polacco Stanislaw Stolz per i cattolici, il pastore danese Per Aagaard per i protestanti. Il lunedì 18/5 nell'unica chiesa cattolica "Santa Maria" in Aagalborg è stata concelebrata una messa in esperanto dal parroco e da due sacerdoti polacchi, uno dei quali era Padre Stolz, al quale, al termine della liturgia eucaristica, ho consegnato "il meslibro kaj legaĵaro" dono degli esperantisti italiani presenti al congresso. Nella riunione "pri movadaj aferoj" ho avuto l'occasione di presentare la rivista "Espero Katolika", d'illustrare le finalità dell'IKUE, di distribuire opuscoli e cartoline, oltre al periodico dell'UECI. Ho invitato i convenuti alla riunione del 13° congresso ecumenico di esperanto che si terrà a Nantes (Rezé) in Francia dal 25 al 31 luglio 1998. Ricordo che durante il Congresso IFEF il dr. Romano Bolognesi è stato eletto presidente dell'Associazione Internazionale dei Ferrovieri Esperantisti. A lui le più vive congratulazioni e l'augurio più fervido di tenere alto il prestigio di una categoria tra le più qualificate in campo esperantista mondiale. Il 30 maggio, Vigilia di Pentecoste, mi sono recato a Roma in Piazza San Pietro, in occasione dell'incontro del Santo Padre con i cinquantasei movimenti ecclesiali e con le nuove comunità (tra i più importanti: Focolari, Cammino neocatecumenale, Rinnovamento nello Spirito, "Fede e Luce" e Comunità dell'Arca...). Incontro organizzato dal Pontificio Consiglio per i Laici. Il motto scelto "Dono dello Spirito, speranza per gli uomini". "I movimenti ecclesiali e le nuove comunità vanno riconosciuti come un dono dello Spirito e come sostegno reale alla vita degli uomini". L'incontro aveva lo scopo di testimoniare, di rendere grazie e di rinnovare il proprio impegno missionario: una celebrazione dell'unità nella diversità. Erano presenti il dr. A. De Salvo, presidente dell'IKUE, don D. Magnani, M. Guazzini, C. Sarandrea. In sede dell'IKUE, poi, sono stati trattati vari problemi dell'Unione internazionale e soprattutto si è concordato un documento, stilato dall'assistente ecclesiastico don Duilio Magnani e avente per oggetto: Inter mirifica in Esperanto. Documento inviato al Pontificio Consiglio per i Laici, a quello per la promozione dell'Unità dei Cristiani, a quello per le Comunicazioni sociali e ad altri organi del Vaticano. Il 6 giugno, nella Scuola Media "G. Mameli" a Padova, con il prof. C. Minnaja e l'ing. D. Trombetta, ho esaminato sei candidati per il secondo grado di esperanto. Nella stessa scuola, altra commissione formata dal prof. L. Andreoli e dagli associati UECI prof.ssa A.M. Faiella, dr. G. Cazzaro, ha esaminato nove persone per il primo grado. Il 19 giugno ho incontrato ad Arenzano (GE) i consiglieri don M. German, G. Conti e A. Cappello, il sig. Lorenzo Giacchero e l'ing. Campani per definire i preparativi del prossimo 12° congresso dell'UECI al quale, è notizia ufficiale, parteciperà con messa e predica in esperanto il Cardinale Dionigi Tettamanzi, arcivescovo di Genova. Serio Boschin
Apudiĝas Gazzada kaj ni havas niajn renkontiĝojn, kiuj komenciĝas ĉiam je la 17.00 horo en la Kapelo de la Kanonikoj en Placo Duomo 16. Partoprenas pli-malpli 20 personoj, sed estas momento sentata ankaŭ de aliaj homoj, kiuj ne konas Esperanton, sed estas iom scivolaj. La anoncoj en la gazetoj allogas ilin. Mons. Balconi celebris, kaj li nin meditigis per la homilio, kiu estas ĉiam piena je pensigaj citaĵoj. Oni havas ankaŭ la eblecon hejmenporti la tekston de la homilio, kiun oni povas denove rigardi dum la semajno. Pro tio, je la fino de la Meso la partoprenintoj estas invitataj konservi la dum-Mese uzitajn foliojn. Post la Sankta Meso, nia kunveno, la ĉiumonata, kiu utilas por fokusigi la punktojn de nia agado kaj por instigi nin agi pli multe kaj pli bone. Komence, ni ekzamenis la enhavon de nia bulteno, tiun, kiun ni kutime disdonas ĝuste dum nia renkontiĝo. La dua punkto - kaj tio estas komprenebla - de la tagordo paroligis nin pri Gazzada. Apudiĝante la momento, pli-malpli konturiĝis la tuta programo, kaj oni vigle laboras por havi bonan sukceson. La kontribuoj estas sufiĉe multaj kaj la du temoj estos traekzamenataj kun atento. Oni instigas al partopreno: la sin anoncintaj ĉeestontoj ne estas multegaj, sed ni esperas, ke aliaj pluvenos. La Kongreso de Arenzano (Ĝenovo) estas en nia tagordo, ankaŭ pro tio, ke kun la morto de Prof. Sola oni devas klarigi la situacion. Samideano Conti, membro de la konsilantaro de UECI, donis la lastajn informojn. Laŭŝajne ĉio progresas, malgraŭ tio, ke don Mario German ne plu estos en Arenzano. Tie estas paro, kiu anstataŭos lin surloke. Nu, oni povas entute diri, ke la kongreso de Arenzano glate okazos, kiel antaŭvidite. Kvara punkto: nia arĥivo. Ĝi estas grava por la vivo de la Centro. Ĝi estas la loko, kie oni povas trovi la dokumentojn por koni nian movadon, por pli bone enpenetri nian lingvon, por doni informojn al homoj, kiuj tiujn deziras, por montri ion al studentoj, al ĵurnalistoj, ktp. Laŭ la situacio de malfruo, kiu kreiĝis lastatempe, ni ne progresas tro multe en la ordigo de nia arĥivo: kelkfoje helpantoj venas, aliajn fojojn ili malĉeestas. Estus necese porti la staton de la arĥivo al nivelo, kiu permesas la katalogadon, la enkomputerigon de la informoj pri la materialo, kiun ni posedas. Dankon ni diras al ĉiuj, kiuj helpis kaj helpas, sed kroman helpon ni bezonas. Ni petas, bonvolu veni al la Centro ĉiun sabaton, de la 15.00 ĝis la 17.00: ni laboros kune kaj ni klopodos kune kaj praktike utiligi nian lingvon. Alia punkto de la tagordo estis tiu de la Sankta Meso: ankaŭ se la renkontiĝo en Gazzada ne okazos la trian, sed la kvaran sabaton de la monato, ĉi fojon la Sankta Meso de la tria sabato ne okazos: ni ĉeestos nur por zorgi pri la arĥivo, kaj antaŭ ĉio por prepari la materialon por Gazzada. Laŭ la sesa punkto, oni prezentis la alvenintajn gazetojn. Ni ricevis "Dio benu"-n (1/97), en kiu ni povas legi pri la vivo de Sanktaj Venceslao kaj Ludmila, kaj pri Sankta Adalberto. "Ekumenismo" (30/31) skribas pri "Malsato en la mondo" kaj pri "Kia estonto por religioj". Alia revuo estas "Espero Katolika" (7/8-1997), kiu prezentas la tre bone sukcesintan Kongreson en Romo kaj Rimini. Aperis du numeroj de "Frateco" (34 kaj 37), kiuj montras kiel viglaj estas niaj katolikaj samideanoj eksterlande. "Informilano" akurate atingas nin kaj priskribas la por-Esperantan agadon en nia urbo, dum "Israela Esperantisto" (n. 126) portas nin ege malapuden, sed ĉiam kun legindaj artikoloj. De Novembro kaj Decembro ni ricevis "Katolika Sento"-n kaj "La Eta Gazeto"-n, kiun lastan ni akurate bindigos por nia biblioteko. "La voĉo" (Novembre) venis el Japanujo. Dankon al la japanaj samideanoj. "Norvega Esperantisto" estas alia publikaĵo, kiun fidele oni sendas al nia Centro. Dankon ankaŭ al la esperantistoj norvegaj. Glauco Corrado
N.B. Pensiamo alla vita di questo Cardinale (cardine della Chiesa), umiliato dal potere comunista e ateo di Praga fino a togliergli la parrocchia e a imporgli di fare lo spazzino della città e il pulitore delle vetrine di Praga. "Ma Dio è grande - mi raccontava il Cardinale - perché così avevo più possibilità di avvicinare i credenti senza che i poliziotti si accorgessero!". Poi scherzava sul significato del suo nome, infatti VLK significa LUPO... Ricordate quando con forza denunciavo queste cose negli anni 70-80 e qualcuno usciva di Chiesa? È bene che ora faccia ritorno... Lo supplico nel nome del Signore.
Tema: Nuova Pentecoste
VENERDÌ 4 SETTEMBREPROGRAMMA DEFINITIVO Pomeriggio - Arrivo dei Congressisti e sistemazione in albergo Sera - Incontro nel salone Opere Parrocchiali per informazioni, comunicazioni e reciproca conoscenza. Preghiere della sera. SABATO 5 SETTEMBRE Mattino - Preghiera comune. Inaugurazione. Visita al Santuario "Gesù Bambino di Praga" Pomeriggio - Prima relazione, visita alla parrocchia e alla Villa Sauli ore 17.00: saluto del Sindaco. ore 18.00: S. Messa con Sua Eminenza il Cardinale di Genova in Esperanto ore 19.30: Cena ore 21.00: Processione per la Festa del Santuario. DOMENICA 6 SETTEMBRE Mattino - Preghiera comune. S. Messa nella quattrocentesca chiesa di S. Chiara. ore 12.30: Pranzo. Pomeriggio - Assemblea dell'UECI. Incontro dei Giovani. Seconda relazione. ore 19.30: Cena ore 21.00: Concerto presso il Santuario "S. Bambino di Praga". LUNEDÌ 7 SETTEMBRE Mattino - Preghiera comune. Visita alla cattedrale (con S. Messa), al Centro Storico e all'Acquario. ore 12.30: Pranzo in zona caratteristica di Genova. I congressisti non partecipanti pranzeranno nelle loro pensioni. Pomeriggio - ore 17.00: Incontro con le Autorità della Provincia. ore 19.30: Cena ore 21.00: Spettacolo nel chiostro della Villa "S. Cuore". MARTEDÌ 8 SETTEMBRE Mattino - Preghiera comune. Terza relazione. Chiusura del Congresso. ore 11.0: S.Messa al Piccolo e Antico Santuario dekka Madonna delle Olivete. ore 12.30: Pranzo.
La eldono de la Meslibro
kaj Legaĵaro por dimanĉoj kaj festoj en la versio aprobita de la Sankta Seĝo estas preta. Meslibro kaj Legaĵaro por dimanĉoj kaj festoj Aŭtentika eldono por la liturgia uzo 2 Volumoj el 688+216 paĝoj Lukse binditaj ISBN 88-209-2080-8
1. Grazie alla grande richiesta dei numerosi partecipanti, le camere singole sono completamente esaurite da qualche giorno. Si prega, quindi, di non richiederle più e, in chi ha già fatto tali prenotazioni, si auspica una certa comprensione ed elasticità per eventuali sistemazioni in camere doppie. 2. Per motivi organizzativi, la specificazione e conferma dell'escursione a Genova - in programma per tutta la giornata del 7 settembre -va fatta arrivare (con un semplice messaggio indicante il nome e cognome dell'ordinante) prima del Congresso e precisamente entro e non oltre il 15 luglio p.v., anche se la si pagherà successivamente sul luogo, durante i giorni del Congresso. 3. Le iscrizioni si concludono tassativamente il 15 luglio p.v. 4. Per semplificare la gestione economica del Congresso, si richiede di far pervenire allo stesso c.c.p. utilizzato per l'iscrizione (e riportato nell'aliĝilo") anche il saldo, sempre entro e non oltre il 15 luglio. 5.Per i pagamenti resta attivo il conto postale di don Mario GERMAN. Invece, i moduli d'iscrizione, la conferma della gita a Genova (che verrà pagata a parte e che, quindi, non è inclusa nel saldo da far arrivare entro il 15 luglio) e ogni altra corrispondenza per il Congresso vanno fatti pervenire non più a don Mario GERMAN, ma al seguente indirizzo: Sig. Lorenzo GIACCHERO
viale Carlin, 52 16011 Arenzano (GE)
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