Enhavo:
Giovanni Paolo II il 21 febbraio scorso sul sagrato della Basilica Vaticana ha tenuto il Concistoro e ha nominato 20 nuovi Cardinali "chiamati ad aiutare il Papa nel condurre la barca di Pietro verso il traguardo storico del terzo millennio dell'era cristiana". Nello stesso giorno, a poca distanza dal colonnato in piazza S. Pietro, al "Centra Oficejo de IKUE (Internacia Katolika Unuiĝo Esperantista) in Via di Porta Fabbrica 15 Roma, il Comitato Centrale dell'UECI (Unione Esperantista Cattolica Italiana) eleggeva il nuovo presidente nella persona di Serio Boschin e integrava la composizione degli otto membri con la nomina del Rev.do Don Mario German. Primo atto del Comitato è stato quello di recarsi in Vaticano a rendere omaggio ad alcuni dei nuovi cardinali favorevoli alla nostra associazione ed esprimere a loro fedeltà ai principi della Chiesa Cattolica. Nell'assumere la responsabilità della presidenza dell'UECI voglio anzitutto ricordare con tanta riconoscenza il Prof. Mario Sola, la cui inaspettata scomparsa, all'inizio di quest'anno, ha rattristato il cuore di quanti lo conoscevano e stimavano. Era un uomo dalle doti ineguagliabili: impegnato, con alto spirito di servizio nel mondo della scuola, nell'amministrazione civica e in svariate multiformi attività culturali, senza mai mancare ai doveri verso la propria famiglia. Era soprattutto scrupolosamente rispettoso della dignità della persona umana. Con lui ho collaborato in qualità di segretario e in parte anche di cassiere nel precedente mandato triennale (1994 -1997) sempre in armoniosa concordia. E ora, cari associati, nel rivolgervi un caloroso e cordiale saluto mi permetto di esporre e ribadire alcune idee guida, consapevole di interpretare il pensiero di tutti i componenti la dirigenza della nostra Unione. L'esperanto a 111 anni dalla sua esistenza ha dimostrato di essere pienamente efficiente. Pertanto è nostra volontà proseguire negli sforzi per la sua ufficializzazione anche nell'ambito ecclesiale. Esso non deve essere coltivato come "nobile passione" "nobla hobio" come soleva dire l'ungherese K. Kalocsay, ma come il migliore strumento neutrale di comunicazione tra popoli di lingue diverse e noi, in quanto cattolici, dobbiamo sentirlo come un dono dello Spirito, oggi più che mai, adatto per l'annuncio del messaggio evangelico. Si deve constatare purtroppo che in tanti ambienti politici, intellettuali, culturali, persistono pregiudizi dovuti più che altro a non conoscenza delle caratteristiche della lingua ausiliaria internazionale che spesso è rifiutata ingiustificatamente solo per puro spirito di opposizione. È per questo che il Comitato Centrale dell'UECI nella riunione del 14 novembre 1997 a Milano si è proposto di sensibilizzare associazioni ecclesiali sull'importanza e sull'utilità di un linguaggio universale per la Chiesa universale. Al riguardo invito i nostri gruppi e i singoli soci a collaborare, secondo le proprie capacità, per proporre ai rettori di seminari e direttori di scuole cattoliche, incontri culturali, conferenze, e dove possibile corsi di esperanto. Se si tratta di presentazione della lingua o di informazione sul nostro movimento e non ci sia persona qualificata a svolgere tale compito, si colga l'occasione della mia disponibilità. La nostra azione, ricordiamoci, non deve essere svolta essenzialmente in campo nazionale, ma anche in quello internazionale. Si deve essere aperti al dialogo ecumenico con i cristiani di altre Chiese cercando di capirne le diversità, restando sempre fedeli alla Chiesa cattolica, alle cui direttive è doveroso attenersi. Dal 15 luglio al 1 ° agosto di quest'anno il 13° congresso ecumenico di esperanto si celebrerà a Nantes (Rezé) in Francia ricorrendo il 400° anniversario dallo storico editto (13 aprile 1598) che riconobbe e sancì ai protestanti Ugonotti libertà di coscienza. Il significato di questo evento sia anche per noi motivo di profonda riflessione, ma soprattutto ci stimoli a pregare incessantemente per l'unità dei cristiani. È bella abitudine che nel nostro congresso annuale si celebri sempre un'Eucaristia per questo scopo, ma ancor più lodevole è il fatto che qualche nostro gruppo lo faccia già mensilmente. Il senso dell'unità lo dobbiamo sentire anche per "Katolika Sento" che da questo numero esce come testata autonoma e non più come supplemento a settimanali d'informazione religiosa. Un sentito grazie voglio rinnovare a Mons. Gianni Ambrosio che ha accettato di continuare a esserne il direttore responsabile. I gruppi più attivi, è una viva raccomandazione, si limitino alle circolari nel proprio ambito, riservando i migliori articoli per arricchire il nostro periodico bimestrale che vogliamo - più culturale. Siamo ancora un piccolissimo gregge di fedeli che ha estremo bisogno di forze più fresche, cioè di giovani, speranza del nostro futuro, capaci di tanti entusiasmi, ma facilmente vulnerabili in un mondo consumistico ed edonistico. Sarà cura costante dell'UECI aiutarli soprattutto con borse di studio per stimolarli a portare il lievito del messaggio cristiano nei convegni internazionali delle organizzazioni esperantiste di categoria. Il mio mandato scadrà nel settembre del 2000, spero e mi auguro che almeno per quella data la Conferenza Episcopale Italiana (CEI) approvi la richiesta di riconoscimento dell'UECI quale associazione ecclesiale, a suo tempo avanzata dal mio predecessore, l'indimenticabile Mario Sola. Nel frattempo, cari associati, pensiamo a prepararci per partecipare numerosi al nostro 12° congresso ad Arenzano (GE) dal 4 all'8 settembre secondo il programma definitivo visibile in queste pagine. È il momento più intenso della nostra vita associativa di esperantisti cattolici. L'argomento fondamentale in sintonia con la preparazione al Giubileo del 2000 è: Nuova Pentecoste. Concludo rivolgendo a tutti l'augurio che lo Spirito dia ai nostri associati quei doni necessari per discernere ciò che è evangelicamente buono e giusto per la nostra attività da svolgere sempre come umili servitori della verità nell'amore.
Serio Boschin
La contessa Emma era affetta da cancro incurabile e diffuso ormai in diverse parti del corpo; e nonostante ciò lottava contro il terribile nemico. Ricevuto il diniego da parte dei medici di una maternità, perché i farmaci che era costretta a prendere l'avrebbero comunque impedita, decise di "animare la vita" del marito. Così si legge nel romanzo "Principe delle nuvole" di Gianni Riotta. L'amore compie dei gesti incredibili e impensabili, a prima vista assurdi e indefinibili, ma che imprimono una svolta nella vita di chi ama e di chi è amato. Per questo esso viene posto tra gli archetipi fondamentali dell'animo umano. Quando questo numero verrà dato alle stampe, saranno da poco terminate le feste pasquali e comunque staremo celebrando la cosiddetta quaresima della gioia, come viene definito il periodo che scorre tra la Pasqua e la Pentecoste. La Pasqua ci ha posto di fronte alla benevolenza di Dio, che si china verso l'uomo, limitato e fragile, per liberarlo dalle miserie che ne impolverano, arrugginiscono, svigoriscono o ledono la grandezza originaria. "Che cos'è l'uomo perché te ne ricordi / e il figlio dell 'uomo perché te ne curi?". si chiede l'autore del Salmo 8. È un pulviscolo disperso nell'immensità dell'universo; è un'ombra sfuggente tra le miriadi di stelle che popolano il firmamento; "eppure l'hai fatto poco meno degli angeli / di gloria in gloria lo hai coronato: / gli hai dato potere sulle opere delle tue mani, / tutto hai posto sotto i suoi piedi". Questa è la nostra insopprimibile dignità. Dio ha fiducia in noi; ci esalta e ci affida l'uni-verso, perché lo custodiamo e attraverso la bellezza visibile risaliamo alla Bellezza invisibile. "Con un riflesso del suo volto / li lascio tutti rivestiti di bellezza"., scriveva S. Giovanni della Croce. "La notte e non la nebbia è la patria / del credente ", affermava P. Claudel. La nebbia ingrigisce, ingoia le cose, le nasconde, ne fa perdere le tracce. "La notte ci informa sulla strada / meglio del giorno / con tutti i segnali al loro posto / e le sue costellazioni una volta per sempre ". Se sempre ne fossimo coscienti, ci sentiremmo ridicoli quando ricorriamo all'arroganza e alla prepotenza; non incapperemmo nelle spire velenose della violenza, confondendole con l'olezzante profumo del gelsomino; inorridiremmo di noi stessi, quando, magari solo per uno sciocco gioco, imitiamo il vocione infido e terrificante di Caino che si avventa contro il fratello. Sarebbe così facile essere gentili, garbati, rispettosi, affabili; e invece siamo come la voce metallica, anonima, impersonale dei caselli autostradali, quella che dà indicazioni sull'uso della Viacard. Verrebbe a proposito la fiaba, raccontata da Rodari, dei soldati che hanno trasformato le campane, sottratte a una Chiesetta di campagna, in un cannone. Invece del rombo assordante della granata, il mortaio emise il tintinnio dolce delle campane. La stessa cosa avvenne nel campo avversario; e i due eserciti si accorsero che qualcosa di nuovo librava nell'aria. Era giunta, inattesa, la festa; essi non se ne ricordavano più. Si riuniscono insieme e fecero la pace. La Pasqua ha celebrato la donazione totale di Gesù. Ci siamo prostrati ai piedi della Croce, in adorazione. Adorare = ad os, mettere cioè, come Giobbe, la mano alla bocca e contemplare Dio in silenzio. "Ho parlato una volta, ma non replicherò, / ho parlato due volte, ma non continuerò " Che cosa possiamo dire di fronte all'amore di Gesù, noi, sedotti dalla logica dei regali e disabituati alla gratuità? Il dono suscita stupore; prescinde dal valore commerciale; è un simbolo, un appello, un invito, un metro di misura. "Come io ho amato voi, così amatevi tra di voi". La donazione fa nascere una corrente misteriosa e avvolgente, che ci stimola a renderci disponibili a Colui che ci coinvolge nella fantasiosa libertà del suo cuore. Ridotto ad essere mendicante della vita, dimesso dall' ospedale perché inguaribile, internato nel maledetto gulag della Siberia, Oleg, nella "Divisione Cancro" di Solzenytzjin, alla sera giunge nella steppa desolata, brulla, grigia, dove non spuntano se non i cardi e, innanzitutto, va in cerca dell'albicocco che la primavera ha fatto fiorire. "Aspettava un miracolo e il miracolo era realmente accaduto in un mondo appena nato ". La Pasqua è una di quelle giornate che scatenano una infinità di aspettative psicologiche. Scampato dal genocidio e dalla schiavitù, il popolo dell'Antico Testamento sognava una casa dove vivere serenamente con la famiglia e un appezzamento di terreno da coltivare e da mietere lontano dalle scorribande dei razziatori stranieri avvezzi ad appiccare il fuoco alle messi mature e a distruggere in un batter d'occhio la fatica di un anno intero di lavoro. Durante la Pasqua abbiamo sostituito il lievito ammuffito della malizia e della perversità con il pane azzimo della verità e della sincerità. Gesù risorto ci lascia la gioia e la pace. Gesù si corregge. "Vi do la mia gioia, la mia pace, diversa dalla gioia e dalla pace che vi dà il mondo ". Infonde nel nostro animo il suo Spirito, che ci rende capaci di vivere con connaturalità il Vangelo. Sarebbe strano se, entrando in una centrale elettrica, l'acqua del torrente non ne mettesse in movimento le turbine. Eppure a noi capita un fatto analogo. Ci viene messa a disposizione in sovrabbondanza la Parola di Gesù e la disperdiamo, non azioniamo le pale o non colleghiamo gli ingranaggi che dovrebbero triturare il grano con la grande macina del mulino. Anche nella versione secolarizzata e laica la Pasqua è all'origine di molte attese. Pensiamo alla sua simbologia: la palma, l'uovo, la primavera, il clima di festosità. Le agenzie turistiche hanno fatto l'en plein per soddisfare il bisogno di andare, di dare un risvolto diverso al tran tran quotidiano, di scoprire un senso più alto e più profondo della vita. Le giubbe rosse avevano messo i sigilli alla Chiesa del paese. Un ragazzino tutti i giorni vi si recava a trovare il suo Signore. I soldati ne furono indispettiti e lo rimbrottarono con insolenza: "Dove vai? La Chiesa non c'è più; l'abbiamo chiusa!". Il ragazzino non si spaventò del loro tono imperioso e con prontezza di spirito rispose: "Quale Chiesa intendete? La Chiesa è nel mio cuore!". Non è l'età, non è la preparazione culturale; è l'avere a cuore una cosa che fa trovare con immediatezza le parole giuste. Al giornalista che la intervistava sulle malefatte dei cattolici, Madre Teresa di Calcutta replicò: "Vi sono soltanto due cose che non vanno nella Chiesa: Voi e me". È su tale sfondo che si staglia la nostra testimonianza di esperantisti. L'esperanto non è uno strumento puramente tecnico e funzionale; è espressione di una reale esperienza di idealità e unità. La solita obiezione trita e ritrita che lo considera un linguaggio inventato a tavolino e artificiale cade d'incanto quando la gente tocca con mano che la nostra parola è intrisa di quella pace e di quella gioia che ci ha promesso Gesù. "Chi ci toglierà la grossa pietra del sepolcro?" si chiedevano le donne nel recarsi con gli aromi alla tomba di Gesù. Pur ponendosi il problema, provavano nel cuore una indecifrabile tranquillità, quasi come se la difficoltà fosse già dissolta in partenza. L'esperanto rimuove la pietra che grava sulla comunicazione e la rende faticosa. La nostra lingua trasmette un munus (comunicare = cum munus = con un dono), vale a dire un sorriso a dimensione universale. L'auspicio di una umanità serena e pacifica e il superamento della babelica confusione che regna anche tra le persone del medesimo parentado, trova in noi almeno una germinale realizzazione. Era l'aurora, non era ancora spuntato il sole, quando le donne si mossero verso il luogo della sepoltura del Signore. Siamo solo agli inizi di una giornata; ma i primi albori già sono comparsi. Siamo sicuri di trovare ovunque spontaneità, amicizia e accoglienza. Sarebbe bello se, come si sottolinea nell'episodio di Betania a proposito di Maria che unge i piedi di Gesù con nardo costosissimo, tutta la casa si riempisse di profumo. Che cosa intendiamo per casa? Quale spazio le diamo? Gesù ha tolto, secondo la consolante prospettiva di S. Paolo, tutte le barriere. Formiamo tutti insieme una cosa sola in Cristo Gesù. Noi crediamo in questa utopia e nel nostro piccolo già la attuiamo. Si tratta di far sì che essa si trasformi in un vento gagliardo e in un uragano che neppure la foresta più folta può fermare. Un italiano su cinque non prega mai e non va mai a Messa, ancor meno si accosta alla comunione e alla confessione. La grazia invece è una forza stupenda; la fede è travolgente; dalla grazia e dalla fede e attraverso la grazia e la fede può sbocciare una amicizia senza confini di latitudine e di longitudine. Noi ci sforziamo di operare la conversione della nostra cultura e della nostra intelligenza. Certo, è più comodo seguire le mode del momento e fare quello che fanno tutti; ma sappiamo anche che dal minuscolo seme di senape nasce una pianta sulla quale si poseranno a nidificare tutti i passerotti dell'aria. La sorgente di un fiume ha una piccola portata; ma con persistenza butta acqua e così crea le premesse per un grande fiume. Posando il piede sul palchetto per esservi decapitato, Tommaso Moro si rivolse al carnefice e disse: "Mi aiuti a salire, perché a scendere sono capace anch'io". Sistemò per bene la sua barba, "perché, esclamò, lei non mi ha mai tradito".
Mons. Giovanni Balconi
Don Mario Giuseppe GERMAN nuovo parrocoIl rev.do Don Mario GERMAN il 19 aprile 1998 alle ore 15,30 ha ricevuto canonico possesso della parrocchia di Santa Maria Assunta in Canepa di Sori (GE) da S.E. il Cardinale Dionigi TETTAMANZI.Don M. German, nuovo associato UECI-IKUE è stato eletto, per cooptazione, membro del Comitato Centrale dell'UECI il 21 febbraio scorso; era, in precedenza, vice parroco ad Arenzano (GE) dove si svolgerà dal 4 all'8 settembre c.a. il nostro 12° congresso. Don Mario ha assicurato che i nuovi incarichi non gli saranno d'impedimento ai preparativi del citato congresso di cui si è assunta la responsabilità di tutta l'organizzazione. A lui trentatreenne, conoscitore di varie lingue, giungano le più vive gioiose congratulazioni e l'espressione doverosa di riconoscenza da parte di tutti gli esperantisti cattolici italiani con l'augurio che lo Spirito del Signore, nel nuovo apostolato, gli conceda "di parlare senza finzione, di temere senza disperazione, di sperare senza presunzione, di correggere senza collera, di amare senza finte apparenze". Alla cerimonia d'ingresso nella nuova parrocchia era presente anche una delegazione di esperantisti cattolici di Milano, Cormano, Vercelli e Treviso.
S.B.
Durante le vacanze pasquali (8-14 aprile 1998) si sono svolti contemporaneamente due importanti eventi: Il Festival Internazionale della Gioventù e la Conferenza Alpe-Adria. Gli organizzatori hanno saputo cogliere con intelligenza l'occasione di riunire questi appuntamenti nello stesso luogo a Lignano Sabbiadoro, così che, a prescindere dall'età, era possibile scegliere di partecipare all'uno o all'altro programma. Molti partecipanti sono stati richiamati dagli eccezionali corsi di esperanto guidati da Stefan MacGill, rivolti sia ai principianti che agli insegnanti. Questi ultimi, numerosi, hanno approfittato della possibilità di imparare un metodo moderno e divertente. Abbiamo avuto l'occasione di svolgere noi stessi una lezione ai principianti. È stato tenuto anche il corso di conversazione, guidato da Ulrich Matthias. Le conferenze dell'Alpe-Adria, interessanti temi dibattuti dai giovani, e programmi serali di alta qualità hanno completato gli incontri. Mentre i meno giovani hanno con interesse apprezzato lo spettacolo teatrale, la musica rock di Jomo e le danze latino-americane, i giovani hanno ascoltato attentamente i canti napoletani. Mi auguro che questa partecipazione comune di giovani e non giovani esperantisti sia stata fruttuosa. Il 12 aprile, la Messa di Pasqua è stata celebrata in una chiesa parrocchiale di Lignano, purtroppo un po' lontana dalla sede del congresso, e questo ha messo in difficoltà sia gli organizzatori che i partecipanti alla Messa. D'altro canto da parte del parroco di Lignano abbiamo trovato una grande apertura e disponibilità. La liturgia è stata celebrata da Monsignor Giovanni Capolutti, con alcune parti in italiano, altre in esperanto e in latino. I partecipanti hanno potuto seguire il rito nei libretti offerti dal Gruppo Esperantista Cattolico di Treviso, con il testo completo. La Messa ha suscitato l'interesse dei parrocchiani di Lignano i quali subito dopo sono venuti a chiedere informazioni e a vedere se c'era la possibilità di avere materiale o grammatiche di esperanto. Durante la chiusura dell'incontro si sono tirate le somme, valutando questa esperienza e cercando come al solito di anticipare il luogo e la data della prossima Conferenza dell'Alpe-Adria. L'organizzatrice Edvige Tantin Ackermann ha avvertito che sulla data si stia attenti a non sovrapporsi ad altri incontri importanti, come purtroppo è stato fatto ultimamente. Gli stranieri hanno sollevato un altro problema: "possibilmente si eviti di scegliere la settimana di Pasqua, perché molti non possono lasciare la famiglia in questo periodo di festa, e quelli che questa volta sono riusciti a farlo, hanno avuto grosse difficoltà". Natale con i tuoi, Pasqua con chi vuoi, si dice. Ma se questo va bene per i giovani, non vale per gli esperantisti adulti i quali il prossimo anno a Pasqua hanno avvisato che resteranno con la famiglia. Paola Ambrosetto
Appuntamento a mezzogiorno, stazione Garibaldi. In treno. Aria di primavera, aria di vacanza, storielle e barzellette vecchie e nuove mentre passiamo per paesini immersi nella quiete dell'ora. Arrivo a Gazzada; e su per la ripida scorciatoia dai gradini sconnessi e scivolosi di muschio. Mons. Lorenzo Longoni è in testa, il suo buonumore rallegra la compagnia. I cancelli di Villa Cagnola si aprono su prati di erba novella punteggiata di primule e viole. Sotto i maestosi cedri del Libano i calorosi saluti di amici romagnoli, emiliani, venti, piemontesi. Soggiorno di Gazzada, parentesi di preghiera e cultura, sollievo dello spirito, momento di sosta per meglio affrontare il quotidiano. Soggiorno di Gazzada, voluto da Monsignor Longoni per assaporare la cristiana fratellanza ed esercitarsi nella lingua di tutti. Palestra nel bel dire, piacere dell'ascolto, momento di pausa e riflessione. L'aria serena, la luce smorzata dai verdi tendoni, l'ora, i silenzi che alle volte assecondano l'assopimento pomeridiano. Per fortuna l'oratore ha ipotizzato questa realtà ed ha riportato il parlato su scritto bilingue. A Gazzada non c'erano accanite discussioni sull'esperanto, propositi, premesse, promesse, sogni e illusioni sul nulla, a Gazzada, in esperanto, si trattavano temi religiosi e di cultura. L'esperanto era il comune mezzo d'esprimersi, flessibile e dolce linguaggio nell'intelligenza oratoria del momento, arrendevole tonalità nelle note delle antifone e del canto religioso, il tutto sotto la sapiente regia di Mons. Lorenzo Longoni e di Glauco Corrado. Ci si trovava a tavola ad alzare i bicchieri in un curioso brindisi che Monsignore aveva importato da giapponesi e polacchi. L'allegra risata di don Lorenzo trovava risposta nella bella voce del Prof. Mario Sola con il coro di noi tutti. Alle prime luci dell'alba si vagabondava nel parco desiderosi di intravedere verso il lago, tra le nubi, le cime innevate del Monte Rosa. Passeggiate sull'erba umida, immersi in tonalità contrastanti di verde e piacevoli confidenze amiche di Maria Vittoria Carassa e Maria Pisoni. Da un viale spuntava Mons. Longoni con il breviario aperto, dal lato opposto Mario Sola ed altri. Si andava in chiesa per il mattutino. A colazione ci aspettavano le "dolci" sorprese di Franca Concina: degli ovetti di cioccolato avvolti in carta colorata piegata ad arte. Franca aveva speso qualche ora di sonno per dar quella gioia ai convenuti. La domenica portava altri amici a questa nostra agape e le conferenze si alternavano con brevi soste nel parco. La Santa Messa verso mezzogiorno accomunava tutti nell'abbraccio in Cristo. Dopo il pranzo ci si riuniva per concludere in un arrivederci al marzo prossimo. Così per 11 anni. Gazzada '97, decimo anniversario, ci regalò lo spettacolo di un cielo serale blu, tempestato di stelle, impossibile da vedersi in città; e la superba cometa luminosa come quella dei magi nelle sacre iconografie. I mattinieri ebbero in premio il Monte Rosa, splendido nelle trasparenze sottostanti delle acque, purtroppo non ci fu possibile comunicare gioie e stupore a tutti gli amici di sempre: tra noi mancavano Mons. Lorenzo Longoni e Maria Vittoria Carassa e Maria Pisoni e Franca Concina: erano vicino a noi nella comunione delle anime. I coniugi Conti arricchirono il decimo anniversario con un festoso, gradito rinfresco, offerto generosamente, come generoso e prezioso è sempre stato il loro aiuto. Mons. Balconi presiede ora le nostre riunioni. Viva intelligenza, curiosità intellettuale, idealismo, l'hanno portato ad apprendere in brevissimo tempo l'Esperanto. Il suo parlare invita alla riflessione, le sue omelie sanno di fresco. Villa Cagnola chiude per restauri. Gazzada resta nei nostri ricordi, una indimenticabile parentesi durata 11 anni.
E.M.
Tema: Nuova Pentecoste
VENERDÌ 4 SETTEMBREPROGRAMMA Pomeriggio - Arrivo dei Congressisti e sistemazione in albergo Sera - Incontro nel salone Opere Parrocchiali per informazioni, comunicazioni e reciproca conoscenza. Preghiere della sera. SABATO 5 SETTEMBRE Mattino - Preghiera comune. Inaugurazione. Ricevimento da parte del Sindaco in municipio. Visita al parco comunale "Marchesa Sauli Pallavicino". Visita al Santuario "Gesù Bambino di Praga" con Santa Messa. Pomeriggio - Prima relazione e visita alla settecentesca chiesa parrocchiale. Sera - Partecipazione alla grandiosa processione in onore del Bambino di Praga, la cui festa ricorre il giorno seguente. DOMENICA 6 SETTEMBRE Mattino - Preghiera comune. S. Messa nella chiesa parrocchiale. Pomeriggio - Assemblea dell'UECI. Seconda relazione. Assemblea dell'UECI-Junularo. Sera - Spettacolo d'intrattenimento. LUNEDÌ 7 SETTEMBRE Mattino - Preghiera comune. Visita alla cattedrale e al Palazzo Ducale di Genova. S. Messa in Duomo. Pomeriggio - Visita al centro storico di Genova e al suo Acquario, il più grande d'Europa. Sera - Concerto di musica classica e lirica nel chiostro delle Suore Pietrine. MARTEDÌ 8 SETTEMBRE Mattino - Preghiera comune. Terza relazione. Chiusura del Congresso. S. Messa al Santuario di Nostra Signora delle Olivete. In data da stabilire ci sarà l'incontro con l'Arcivescovo di Genova, il quale celebrerà la S. Messa in esperanto. Quota di iscrizioneLire 35.000, ridotta a lire 20.000 per i giovani di età non superiore a 25 anni. La quota da diritto alle pubblica/ioni ed alla partecipazione a tutte le fasi del Congresso, ad esclusione della escursione e delle visite di lunedì 7 da pagarsi a parte.Sistemazione alberghieraLa sistemazione alberghiera è prevista presso l'Hotel Miramare il Pensionato S. Cuore in camere dotate di servizi. È assicurato, anche durante gli spostamenti, il funzionamento di una linea radiotelefonica che assicuri la rintracciabilità durante tutto il periodo del Congresso. È prevista l'assistenza medica.Quote alberghiere
La quota comprende la pensione completa dalla cena del giorno 4 al pranzo del giorno 8 settembre, incluse le bevande ai pasti. Per l'iscrizione e la prenotazione alberghiera utilizzare la scheda pubblicata a pag. 8 o sua fotocopia.
Dal Vaticano, 3 febbraio 1998
Rev.do Signore, in occasione del recente Viaggio pastorale del Santo Padre a Cuba, Ella, anche a nome dei Membri dell'Associazione IKUE, ha voluto inviarGli un devoto messaggio augurale, assicurando particolari preghiere. Il Sommo Pontefice desidera ringraziare per il premuroso attestato di spirituale vicinanza e, auspicando ogni bene nel Signore, imparte di cuore a Lei ed a quanti si sono uniti al cortese gesto una speciale Benedizione Apostolica. Con sensi di distinta stima mi professo
dev.mo nel Signore (Mons. James M. Harvey, Assessore) Rev.do Signore Don DUILIO MAGNANI Parrocchia dei "Ss. Giovanni e Paolo" RIMINI Lettera inviata a don Duilio Magnani in risposta alla sua del 15.01.98 e pubblicata a pag. 5 del precedente numero di Katolika Sento.
RINGRAZIAMENTI DALL'AFRICA
Ruashi, il 20 marzo 1998 AL COMITATO CENTRALE DELL'UECI Carissimi amici, Vi sono immensamente grata, insieme alla comunità della scuola, per la somma di £. 1.000.000 che avete inviato all'O.P.A.M. e che l'associazione benefica ha destinato a me, missionaria in Congo, per la ristrutturazione del tetto e del soffitto di quattro aule scolastiche del Liceo Hodari. Le numerose difficoltà del luogo mi hanno impedito di realizzare rapidamente il progetto, sicché anche i ringraziamenti vi arrivano in ritardo e ve ne chiedo sinceramente scusa. Grazie al vostro gesto di solidarietà, le ragazze di questa scuola possono già ricevere i corsi nelle aule dove tempo fa, penetrava la pioggia. Che il Signore datore di ogni bene, benedica la vostra "Unione-UECI" e vi dia il coraggio di continuare a lottare per diminuire le analfabete nel mondo e soprattutto nel continente africano. Prego Maria Ausiliatrice per voi tutti e vi saluto cordialmente.
1. Grazie alla grande richiesta dei numerosi partecipanti, le camere singole sono completamente esaurite da qualche giorno. Si prega, quindi, di non richiederle più e, in chi ha già fatto tali prenotazioni, si auspica una certa comprensione ed elasticità per eventuali sistemazioni in camere doppie. 2. Per motivi organizzativi, la specificazione e conferma dell'escursione a Genova - in programma per tutta la giornata del 7 settembre -va fatta arrivare (con un semplice messaggio indicante il nome e cognome dell'ordinante) prima del Congresso e precisamente entro e non oltre il 15 luglio p.v., anche se la si pagherà successivamente sul luogo, durante i giorni del Congresso. 3. Le iscrizioni si concludono tassativamente il 15 luglio p.v. 4. Per semplificare la gestione economica del Congresso, si richiede di far pervenire allo stesso c.c.p. utilizzato per l'iscrizione (e riportato nell'aliĝilo") anche il saldo, sempre entro e non oltre il 15 luglio. 5.Per i pagamenti resta attivo il conto postale di don Mario GERMAN. Invece, i moduli d'iscrizione, la conferma della gita a Genova (che verrà pagata a parte e che, quindi, non è inclusa nel saldo da far arrivare entro il 15 luglio) e ogni altra corrispondenza per il Congresso vanno fatti pervenire non più a don Mario GERMAN, ma al seguente indirizzo: Sig. Lorenzo GIACCHERO
viale Carlin, 52 16011 Arenzano (GE) LA SINDONEL'ostensione (cioè l'esposizione al pubblico) della Sindone a Torino durerà dal 19 aprile al 14 giugno 1998. Per una riflessione sul Sacro Lino si ricorda agli esperantisti che è uscito un film documentario VHS di Alberto Di Giglio non solo in italiano ma anche in esperanto. Un documento, a detta di Piergiorgio Liverani (Avvenire), che ha i pregi insieme, dell'attendibilità e dell'efficacia giornalistica. Vidkasedo en Esperanto Sistemo VHS/PAL-KoloraLA MORTOTUKO signo de nia epoko Evangelio verkita per la sango silenta atestanto pri la Pasiono, Morto kaj Resurekto de Jesuo Kristo Dokumenta filmo - Daŭro: ĉ. 55 Min., Kolora produktita kaj realigita de Alberto Di Giglio VERSIO EN ESPERANTO - Financis IKUE Por aĉeto adresu vin al don D. Magnani
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