Enhavo:
È stato bello rimanere insieme per sette giorni, tutti i congressisti venuti da 22 Paesi, accomunati dallo stesso ideale: una comunione di idee e, soprattutto, di cuori. È stato bello pregare assieme nell'unica lingua -lingua di tutti e non "esclusiva" di alcuni- e partecipare all'unisono alla S. Messa quotidiana a cominciare da quella concelebrata da una ventina di sacerdoti e presieduta dal vescovo di Vigevano all'altare della cattedra in S. Pietro sino a quella in cui, nel santuario dedicato alla Madonna della Misericordia di Rimini, si è rinnovata la consacrazione al Cuore Immacolato di Maria. È stato bello incontrare il Santo Padre, che ha indirizzato il saluto in esperanto ai convenuti, ed essere ricevuti dal Presidente della Repubblica Oscar Luigi Scalfaro, che nel suo discorso ha riconosciuto il valore dell'impegno degli esperantisti. In realtà, tutto il Congresso è stato bello, sia nella prima parte a Roma, più ufficiale e aperta verso l'esterno, sia in quella trascorsa a Rimini. Molto significativi sono risultati la solenne inaugurazione nella Sala della Protomoteca in Campidoglio, con l'intervento del Direttore di Radio Vaticana mons. Borgomeo e del prof. Corradini, Presidente dell'Unione Cattolica Italiana Insegnanti Medi, la cerimonia di apertura della "sessione riminese" e il ricevimento nel municipio della città malatestiana. Ha impressionato, ed è stato causa di generale soddisfazione, il clima di amicizia e di perfetta intesa che ha regnato nella settimana congressuale, e che si è manifestato, poi, in modo festoso ed esuberante durante la crociera notturna sull'Adriatico. Il Congresso ha mostrato un esperantismo cattolico vitale, dotato di potenzialità che ispirano speranza. È questa un'altra gradita opportunità donataci dal Congresso, di trarre fiducia e slancio per il nostro futuro operare. Capita talvolta di subire momenti di scoramento, come è certo accaduto anche durante l'impegnativa preparazione del Congresso stesso. Ma poi, alla fine, a cospetto del confortante esito che esso ha avuto, lo spirito si rinfranca, la volontà si irrobustisce, l'entusiasmo ritorna. Da ora, quindi, lavoriamo uniti nei nostri gruppi intensificarne le attività e ampliarne la cerchia, facciamo conoscere il nostro ideale in più larghi ambienti, contribuiamo con più lena all'opera di evangelizzazione con particolare riguardo al mondo esperantista raccogliendo l'esortazione indirizzataci da Giovanni Paolo II, portiamo il nostro specifico apporto culturale nell'ambito della Chiesa. Sarà, quello, anche un modo per esprimere la nostra riconoscenza a Colui che ha benedetto il progetto e la successiva realizzazione del 50° Congresso dell'IKUE ed a chi si è tanto applicato per il suo successo. Di tale successo il principale artefice "terreno" è stato don Duilio Magnani: nel ringraziamento a lui intendiamo accomunare quanti generosamente si sono adoprati prima e durante le giornate congressuali. Mario Sola
![]() È un comando che accogliamo con gioia ma con tanta
trepidazione. a) Gesù è apparso ai suoi contemporanei come
"diverso, non conforme" rispetto a tutto ciò che le varie
voci, le varie scuole del tempo dicevano circa il Messia atteso.
Non corrispondeva a quei cliché, con grave disappunto da
parte dei più. b) Va notato che, in verità, quello che diceva ed
offriva Gesù era davvero strano, assai inusuale! Molti non
solo si stupivano, ma Lo deridevano. c) Ma come potremo apparire credibili ai nostri
contemporanei, enunciando queste cose, proprio quelle che
troviamo nel Vangelo? Oggi, poi! d) Per annunciare a tutti questo Regno, ovvero questo
nuovo mondo, fatto di salvezza, di libertà e di pace,
viene chiesto ad ognuno un grande impegno culturale, dovremo
coltivare studio, confronto, dialogo per comunicare a ogni altro
le nostre convinzioni. E così, opereremo pure per
comprendere le loro convinzioni e quanto sta raccolto in ogni
cultura. e) Il nostro compito d'annunciatori ci porrà spesso di
fronte alle infinite richieste di riconciliazione. Concludendo Serva l'incontro internazionale degli Esperantisti che, a
mezzo della lingua nuova, universale, sognano di infrangere molte
delle barriere assai coriacee, che dividono e portano facilmente
a diventare "nemici". Serva l'incontro per aumentare la nostra
fiducia.
![]() Ĝi estas ordono kiun ni akceptas ĝoje sed kun granda trepido. Ni konsideru kelkajn punktojn de ĉi tiu nia anonco. a) Jesuo aspektis antaŭ siaj samtempuloj kiel
"alispeca, nekonforma" kompare al ĉio kion la diversaj
voĉoj kaj skoloj siatempaj diris pri la atendata Mesio. Li
ne korespondis al tiaj kliŝoj, kun granda seniluziiĝo
ĉe la plejmulto. b) Estas rimarkende ke, sendube, tio kion diris kaj
ofertis Jesuo estis vere stranga, tre nekutima! Multaj ne nur
miris, sed primokis Lin! c) Sed kiel ni povas aspekti fidindaj ĉe niaj
samtempuloj, anoncante ĉi aferojn, ĝuste tiujn kiujn ni
trovas en la Evangelio? Hodiaŭ, eĉ! d) Por anonci al ĉiuj tiun ĉi Regnon, tio estas
tiun ĉi novan mondon, konsistan-tan el savo, libero kaj
paco, ĉiu estas petata pri granda kultura sindevigo; ni
devos kulturi studadon, konfronton, dialogon por komuniki al
ĉiuj aliaj niajn konvinkojn. Tiele ni agados ankaŭ por
kompreni iliajn konvinkojn kaj tion kio estas entenata en
ĉiu kulturo. e) Nia tasko de anoncantoj ofte lokigos nin fronte al
sennombraj alvokoj de repaciĝo. Konklude Utilu la internacia renkontiĝo de la esperantistoj kiuj,
pere de lingvo nova, universala, revas detrui multajn el la tre
fortikaj bariloj kiuj disigas kaj facile malamikigas.
![]() "Mi ĝojas bonvenigi la responsulojn de Internacia Katolika Unuiĝo Esperantista, engaĝitajn en sia kvindeka kongreso. Karegaj, la temo de via renkonto reprenas la misian taskon konfiditan de Kristo al sia Eklezio. Akceptu ĝin malavare, kun tiu spirito de universaleco kiu estas ĉe la bazo de la lingvo kiun vi kulturas" al termine del quale il grido del gruppo, perdentesi nell'immensa piazza, "Vivu la Papo" è sembrato essere una voce particolare del prossimo millennio quando l'operatore ecologico dell'Alaska e quello delle Filippine potranno capirsi e comunicare senza difficoltà. Allora i rapporti tra i vari popoli saranno veramente amichevoli e si potrà diffondere il messaggio evangelico portatore di concordia e di pace. Questo è il grande ideale ed il fortissimo desiderio di Giovanni Paolo II che i congressisti hanno recepito e che cercheranno di porre nel programma degli anni futuri. Lo stesso giorno, nel Salone dei Corazzieri del Quirinale, il Presidente della Repubblica Oscar Luigi Scalfaro, con affabilità straordinaria, ha voluto ringraziare gli esperantisti perché essi, nella diffusione di una lingua comune, cercano la realizzazione dei grandi traguardi di pacificazione e di fratellanza. Messaggi significativi Il cardinale Angelo Sodano, Segretario di Stato del Vaticano, ha ricordato la fedeltà dell'IKUE ai valori cristiani. Il cardinale Camillo Ruini, Presidente della Commissione Episcopale Italiana, il cardinale James Stafford, Presidente del Pontificio Consiglio dei Laici e mons. Pierfranco Pastore, Segretario del Pontificio Consiglio per le Comunicazioni Sociali, hanno espresso l'augurio di pieno successo al Congresso. Infine l'Arcivescovo di Praga Miloslav Vlk e Patrono dell'IKUE ha inviato il seguente messaggio: "Auguro il pieno successo del Congresso nel segno della unità di spirito che anche la lingua che voi diffondete, come strumento per la comunicazione, può significare e incrementare".Breve cronaca dell'inaugurazione 1 settembre, ore 17. Nella Sala della Protomoteca del Campidoglio a Roma avviene l'inaugurazione ufficiale.Il Presidente dell'IKUE dr. Antonio De Salvo dopo un caloroso saluto a tutti i convenuti cede la parola a mons. Pasquale Borgomeo, Direttore generale della Radio Vaticana, il quale traccia il sentiero faticoso e complicato che si è dovuto affrontare per l'introduzione delle trasmissioni in lingua esperanto. Certamente gioioso è stato per gli addetti avere avuto riscontro soprattutto dai Paesi al di là della "cortina di ferro". Dopo alcuni accenni agli sviluppi della Radio Vaticana, dalle prime parole di Papa Pio XI pronunciate il 12 febbraio 1931 -urbi et orbi-"Udite, o genti tutte..." alle trasmissioni in 15 lingue per i Paesi dell'Est durante il periodo della guerra fredda, il relatore presenta la situazione attuale. Da quattro anni la Radio Vaticana invia attraverso il satellite Eutelsat programmi in 20 lingue. Ora la Radio Vaticana è partita con Intelsat per coprire le aree continentali fuori Europa. Padre Borgomeo conclude con una grande speranza ed un avvincente auspicio che, attraverso il formidabile mezzo del satellite, fatto apposta per una lingua universale, si avveri l'ideale esperantista a cominciare dal Giubileo 2000. Successivamente l'intervento del prof. Luciano Corradini, Presidente dell'Unione Cattolica Italiana degli Insegnanti Medi, ha sottolineato due possibilità importanti per la scuola italiana: 1°) Attraverso la nuova autonomia scolastica si aprirà una fase di più concreta realizzazione di curricula nuovi e non standardizzati da una cultura prettamente "inglese e/o dell'informatica"; 2°) la possibilità di introdurre, oltre la curriculum delle singole discipline, la trasversalità delle idee e delle persone che dovranno prestare attenzione non solo ai problemi esistenziali, ma anche ai problemi mondiali aventi come base la dottrina internazionale dei diritti umani. Ma questa cultura non ha ancora trovato una lingua adeguata per potersi esprimere. Forse questa lingua c'è ed è l'esperanto. Questa "tribù mondiale" invita tutti ad aprirsi ad una educazione interculturale per parlare non la lingua dell'umanità del passato, ma la lingua dell'umanità del futuro. A Rimini L'eco della conclusione così stupendamente augurale del prof. Corradini è proseguita dal 4 al 7 settembre nei lavori del Congresso a Rimini. Attraverso le relazioni svoltesi a S. Giuliano a Mare nel salone della chiesa parrocchiale retta da don Duilio Magnani e resa per l'occasione festosa con striscioni a caratteri cubitali -unico tempio in Italia ad avere scritte in esperanto sul frontale e sullo sfondo del presbiterio-, assunta la presidenza dei lavori dal Vicepresidente dell'imbudella Svanisce sono state presentate le attività svolte e sono emersi i problemi che ogni gruppo nazionale ha incontrato ed incontra nella diffusione della lingua. Di quanto emerso nelle relazioni e dal dibattito darà conto il verbale che verrà pubblicato su "Spero Anatolia".Le celebrazioni religiose Si ricordano come momenti di profonda intensità spirituale, tra le altre, la celebrazione inaugurale nella basilica di San Pietro presieduta dal vescovo di Vigevano, la S. Messa in rito uniate celebrata dal sacerdote ucraino Prudo nella basilica dei Santi Giovanni e Paolo e quella ospitata nel duomo di San Marino con l'intervento del vescovo mons. Chiaretti. Infine, carica di emozione, la S. Messa, ancora presieduta da mons. Locatello, nel santuario riminese della Madonna della Misericordia, conclusa con la rinnovazione della consacrazione dell'imbudella al Cuore Immacolato di Maria.Un pensiero di ringraziamento Il 50° Congresso dell'imbudella è riuscito bene per il lavoro e l'aiuto offerto da molti collaboratori. Va, tuttavia, il più vivo ringraziamento al Vicepresidente dell'usci Carlo Mastrandrea, instancabile organizzatore, a cui si unisce quello per i Presidenti dell'imbudella dr. Antonio De Salvo e dell'usci prof. Mario Sola. Un grazie sentitissimo va, inoltre, a mons. Giovanni Balconi, Assistente Nazionale dell'usci, per il discreto, ma ricco e profondo, apporto culturale ed umano, unitamente al Segretario dr. Serio Boschi. Infine, indimenticabile, per la squisita ospitalità e generosità verso molti, rimane a tutti don Duilio Magnani.Carlo e Francesco
QUALCHE APPUNTO AGGIUNTIVO SUI GIORNI DEL CONGRESSODa Roma a Rimini ![]() Si è cominciato con lo scoprire, giusto al momento di lasciare l'ospitale Istituto del Carmine di Sassone alla volta di piazza S. Pietro, che le scarse capacità matematiche di noi organizzatori rischiavano di lasciare a piedi una ventina di congressisti. Un pullman affannosamente trovato sul momento consentiva anche all'ultimo drappello di giungere in tempo per l'udienza papale. Al termine di essa, nuovi momenti di panico nella prolungata attesa dei pullman ritardatari che devono trasportare i congressisti al Quirinale seguiti da minuti di angoscia nel constatare che il blocco delle strade rischia di far saltare l'appuntamento con il Presidente. Ma pur se con qualche ritardo si giunge sul Colle. Ancora emozionati per l'incontro con Oscar Luigi Scalfato, si parte per Rimini. Sosta per il pranzo e ricerca affannosa di chi si è smarrito nel dedalo dell'autogrill. Si prosegue per giungere sull'imbrunire a Rimini. Qui l'elaborato sistema dei cartellini di diverso colore, intelligentemente pensato per facilitare lo smistamento dei congressisti verso i diversi alberghi, va in corto circuito non si sa se per un diffuso attacco di daltonismo o per una improvvisa caduta di capacità uditive da cui siano stati colpiti gli esperantisti appena sbarcati dai pullman. Poco alla volta tutti trovano le camere loro destinate e anche i meno fortunati riescono a cenare sia pure all'ora in cui solitamente si va a letto. Chi non ha avuto il piacere di vivere l'esperienza congressuale, a questo punto potrà pensare che essa sia stata molto avventurosa e tutta piena di imprevisti. E invece, no. Sia le giornate precedenti trascorse a Roma che quelle successive passate a Rimini sono scivolate facili e piacevoli, grazie alla diligente organizzazione ed anche alle favorevoli condizioni meteorologiche. L'accogliente Rimini Ma è il caso di descrivere, almeno per brevi cenni, le esperienze riminesi.Il cuore della parrocchia dei Santi Giovanni e Paolo, cioè la chiesa e l'accogliente salone annesso dove il Congresso ha avuto luogo, si è presentato perfettamente intonato all'evento esperantista: sia all'esterno degli edifici che al loro interno le bandiere degli stati dei partecipanti, le grandi scritte annuncianti il Congresso e il tema che ne è stato al centro, i manifesti di saluto affissi ai muri, oltre ai simboli posti all'ingresso e dentro il sacro tempio parrocchiale, dicevano bene come ospiti e abitanti di San Giuliano a Mare, accogliente quartiere di Rimini, fossero pienamente immersi nell'atmosfera esperantista. Tale atmosfera svelavano agli abitanti del luogo i gruppi multinazionali di congressisti lungo le strade, conversando facilmente nella lingua comune, o durante la serata musicale, con assaggio di pesce fritto e di vino regionale, offerta in loro onore. E già che si parla di momenti ricreativi, non si può tacere della crociera in mare, durante la quale le degustazioni di pesce e di buon vino assieme alla musica trascinante hanno fatto ballare anche compassate persone e fatto rivelare fini dicitori di poesie e validi interpreti canori. Né va dimenticata l'escursione a San Marino, che ha dato modo di assistere alla solenne chiusura della sessione dell'Accademia Internazionale della Scienze di S. Marino e che si è conclusa con la S. Messa nella basilica alla presenza del Vescovo locale. Un congresso, però, ha sue occasioni forti nella trattazione del tema a cui si ispira e nei lavori riguardanti l'associazione che la organizza. Anzi, in questo caso, di due associazioni, giacché l'UECI ha celebrato, congiuntamente all'IKUE, il suo 11° Congresso. E della relativa assemblea, oltre che della votazione per il rinnovo del Comitato Centrale, qui si darà succinta relazione, rinviando alla rivista Espero Katolika per il verbale dell'assemblea dell'IKUE e ai successivi numeri di questo giornale per la pubblicazione delle relazioni svolte da mons. Balconi e dai sacerdoti Kobor e Cadei. L'assemblea dell'UECI L'assemblea ordinaria dell'UECI si tiene il giorno 4 settembre nel salone Espero, sede del Congresso. Sotto la presidenza del prof. Francesco Ottino, essendo verbalizzante il dr. Serio Boschin, il Presidente uscente prof. Sola commenta la relazione morale a suo tempo inviata a tutti i soci. Segue il dr. Boschin, Segretario-Cassiere, il quale espone un'analisi dettagliata della situazione economico-finanziaria. Al termine della sua relazione egli propone l'aumento della quota associativa a lire 25.000 che andranno suddivise nel modo seguente: 4.000 al gruppo locale, 6.000 all'UECI, 12.000 per l'abbonamento a Katolika Sento, 3.000 quale quota IKUE. Le relazioni morale e finanziaria così come l'aumento della quota sono approvate.![]() I momenti dell'ufficialità Era giusto che anche il secondo segmento congressuale, quello di Rimini, avesse la sua introduzione ufficiale, e ciò è avvenuto nel pomeriggio del giorno 4 con l'intervento dell'Assessore alla Cultura del Comune di Rimini, prof. Pierpaolo Panna, il quale, tra l'altro, ha detto: "Ritengo di grande importanza e significato il tema che state trattando in questo vostro congresso poiché ritengo (come amministratore e come credente) che un forte richiamo ai valori religiosi è in grado di fornire una convincente risposta a quel bisogno di trascendenza e di infinito che la nostra società materialista e secolarizzata tende ad emarginare ma che (anche se in forme e modi spesso inconsueti) emerge in misura sempre più evidente. Il fare tutto ciò, poi, facendo ricorso ad una lingua che si propone come universale, segnala la possibilità di utilizzare un ulteriore strumento per rendere più facile quel processo di integrazione che rappresenta la via obbligata da percorrere per costruire una società più ordinata e civile".Una delegazione del Congresso il giorno successivo è stata ricevuta nel Palazzo comunale dall'Assessore all'Economia in rappresentanza del sindaco assente dalla città. Anche le cose belle, purtroppo, finiscono Domenica 7, in un'atmosfera un po' commossa, si è svolta la cerimonia di chiusura del Congresso, dopo la quale è stata celebrata la S. Messa con i congressisti mescolati ai parrocchiani di don Duilio, in un clima di vera fraternità cristiana. Poi, sul sagrato, lo scambio dei saluti, che sembrava non più finire. Si restava lì, rinviando, anche se solo di un poco, il tempo dell'addio...m.s.
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