Enhavo:



Il 50° Congresso dell'Unione Internazionale degli Esperantisti Cattolici
È STATO BELLO ...

Sono lieto di accogliere i responsabili dell'Unione Internazionale Esperantista Cattolica, impegnati nel loro cinquantesimo Congresso.
Carissimi, il tema del vostro incontro riprende il mandato missionario che Cristo ha affidato alla Chiesa. Accoglietelo con generosità, con quello spirito di universalità che è alla base della lingua da voi coltivata.


(Traduzione del saluto in lingua Esperanto di S.S. Giovanni Paolo II durante l'udienza generale del 3 settembre 1997)

... Allora, il mio grazie attiene, sì, a questa vostra capacità di coltivare l'esperanto come lingua comune, ma il mio grazie riguarda, soprattutto, le vostre intenzioni, i vostri pensieri, la vostra volontà.
Voi avete affrontato lo studio dell'esperanto non soltanto per parlare una lingua comune, ma lo avete affrontato con il pensiero, con la volontà, con l'idea della fraternità, della comunità, della capacità di un'intesa fra i popoli...


(Dal discorso "a braccio" del Presidente della Repubblica indirizzato ai partecipanti al Congresso dell'IKUE durante 'udienza concessa il 3 settembre)


È stato bello rimanere insieme per sette giorni, tutti i congressisti venuti da 22 Paesi, accomunati dallo stesso ideale: una comunione di idee e, soprattutto, di cuori.
   È stato bello pregare assieme nell'unica lingua -lingua di tutti e non "esclusiva" di alcuni- e partecipare all'unisono alla S. Messa quotidiana a cominciare da quella concelebrata da una ventina di sacerdoti e presieduta dal vescovo di Vigevano all'altare della cattedra in S. Pietro sino a quella in cui, nel santuario dedicato alla Madonna della Misericordia di Rimini, si è rinnovata la consacrazione al Cuore Immacolato di Maria.
   È stato bello incontrare il Santo Padre, che ha indirizzato il saluto in esperanto ai convenuti, ed essere ricevuti dal Presidente della Repubblica Oscar Luigi Scalfaro, che nel suo discorso ha riconosciuto il valore dell'impegno degli esperantisti.
   In realtà, tutto il Congresso è stato bello, sia nella prima parte a Roma, più ufficiale e aperta verso l'esterno, sia in quella trascorsa a Rimini.
Molto significativi sono risultati la solenne inaugurazione nella Sala della Protomoteca in Campidoglio, con l'intervento del Direttore di Radio Vaticana mons. Borgomeo e del prof. Corradini, Presidente dell'Unione Cattolica Italiana Insegnanti Medi, la cerimonia di apertura della "sessione riminese" e il ricevimento nel municipio della città malatestiana.
   Ha impressionato, ed è stato causa di generale soddisfazione, il clima di amicizia e di perfetta intesa che ha regnato nella settimana congressuale, e che si è manifestato, poi, in modo festoso ed esuberante durante la crociera notturna sull'Adriatico.
   Il Congresso ha mostrato un esperantismo cattolico vitale, dotato di potenzialità che ispirano speranza. È questa un'altra gradita opportunità donataci dal Congresso, di trarre fiducia e slancio per il nostro futuro operare. Capita talvolta di subire momenti di scoramento, come è certo accaduto anche durante l'impegnativa preparazione del Congresso stesso. Ma poi, alla fine, a cospetto del confortante esito che esso ha avuto, lo spirito si rinfranca, la volontà si irrobustisce, l'entusiasmo ritorna.
   Da ora, quindi, lavoriamo uniti nei nostri gruppi intensificarne le attività e ampliarne la cerchia, facciamo conoscere il nostro ideale in più larghi ambienti, contribuiamo con più lena all'opera di evangelizzazione con particolare riguardo al mondo esperantista raccogliendo l'esortazione indirizzataci da Giovanni Paolo II, portiamo il nostro specifico apporto culturale nell'ambito della Chiesa.
   Sarà, quello, anche un modo per esprimere la nostra riconoscenza a Colui che ha benedetto il progetto e la successiva realizzazione del 50° Congresso dell'IKUE ed a chi si è tanto applicato per il suo successo. Di tale successo il principale artefice "terreno" è stato don Duilio Magnani: nel ringraziamento a lui intendiamo accomunare quanti generosamente si sono adoprati prima e durante le giornate congressuali.
Mario Sola


Mons. Giovanni Locatelli, Vescovo di Vigevano, con grandi sollecitudine pastorale e cordialità ha partecipato ad alcune fasi del Congresso dell'IKUE, presiedendo, tra l'altro, la S. Messa inaugurale nella basilica di S. Pietro. Riportiamo qui la sua omelia.
ANDATE, PREDICATE AL MONDO INTERO!

di Mons. Giovanni Locatelli

   È un comando che accogliamo con gioia ma con tanta trepidazione.
   Vediamo alcuni punti di questo nostro annuncio.

a) Gesù è apparso ai suoi contemporanei come "diverso, non conforme" rispetto a tutto ciò che le varie voci, le varie scuole del tempo dicevano circa il Messia atteso. Non corrispondeva a quei cliché, con grave disappunto da parte dei più.
   Tutti volevano un Salvatore ma non come si presentava Lui.
Pretendevano potenza, sapienze, politiche vincenti; altro che il falegname di Nazaret.
Ma Egli contraddiceva tutte queste cose: e lo faceva con disinvoltura nonché con somma calma, come uno che ha autorità, che ha già la vittoria in pugno.
   Lui non si ritrovava nei "luoghi comuni" di allora; non si ritroverà nei luoghi comuni di tutti i tempi. Anche dei nostri tempi !
   Riflettiamo attentamente e dovremo constatare che, pure nelle nostre teste, possono albergare "luoghi comuni"; si tratta delle cose che dicono tutti, cose che, per le logiche umane, sono vincenti.
   Ma noi, raccogliendo l'invito e l'esempio del Signore, non saremo teste dai "luoghi comuni". Oseremo essere differenti 'nel caso'.
   Anche se ciò ci dovesse costare molto!

b) Va notato che, in verità, quello che diceva ed offriva Gesù era davvero strano, assai inusuale! Molti non solo si stupivano, ma Lo deridevano.
   Si misero a demolirLo con l'invidia e le cattiverie.
   Dove mai si poteva arrivare, dicevano, con un Messia del genere?
   Quale salvezza attendere?
   Di quella statura sarebbe il Cristo mandato dal potentissimo Jahvè, dopo secoli e secoli di attesa... si diceva con disprezzo neppure troppo celato.
   Tutto appariva così paradossale in quanto Egli diceva e faceva!
   Amici, se vogliamo essere seguaci di Gesù non possiamo sperare sorte diversa!
   Saremo persone del paradosso!
   Non saremo capiti, per lo più, saremo anche derisi, spesse volte combattuti.
   I santi sono i "normali", loro che sono le persone del paradosso. Vogliamo ripetere! I normali, coloro che si ritengono perbene, sono spesso "anormali". La "norma" è il Signore, in verità.

c) Ma come potremo apparire credibili ai nostri contemporanei, enunciando queste cose, proprio quelle che troviamo nel Vangelo? Oggi, poi!
   Che fare? Ebbene, oseremo, con la Sua grazia, operare come ha agito Lui. Ecco la risposta!
   Il Signore si è fatto alieno dai calcoli; non ha badato alle approvazioni immediate. Parlava di un seme, piccolo piccolo, che c'impiegava tanto tempo per giungere a maturazione.
   Egli vedeva già presente quell'avvenire di cui parlava. Portò nel mondo un altro modo di leggere gli avvenimenti.
   Percepiva il "non ancora" vero e reale, perché garantito da Leggi superiori. Lo vedeva sicuramente collegato al "già" che a noi pareva di scorgere e a cui Egli dava la definitiva interpretazione. Ed è ben altro rispetto al piccolo barlume che cogliamo noi.

d) Per annunciare a tutti questo Regno, ovvero questo nuovo mondo, fatto di salvezza, di libertà e di pace, viene chiesto ad ognuno un grande impegno culturale, dovremo coltivare studio, confronto, dialogo per comunicare a ogni altro le nostre convinzioni. E così, opereremo pure per comprendere le loro convinzioni e quanto sta raccolto in ogni cultura.
   Pertanto noi saremo persone della riflessione, dello studio, senza paure inutili davanti al nuovo; saremo pronti a cogliere i problemi della nostra ora lasciandoceli dire da quelli che li vivono, senza incrostarci unicamente sulle nostre interpretazioni.
   Non pretenderemo di conoscere noi ogni cosa.
   Siamo consci di dover giungere, assieme agli altri, a pienezze impensate.
   A tanto saremo portati dalla potenza e soavità dello Spirito.

e) Il nostro compito d'annunciatori ci porrà spesso di fronte alle infinite richieste di riconciliazione.
   Esse sono presenti in tante situazioni difficili a livello familiare, sociale ed ecclesiale. C'è bisogno di perdonare, di fare i primi passi, di lasciar perdere le recriminazioni.
   Io, ogni altro, tutti, ci sentiamo arruolati per questo compito immane.

Concludendo

   Serva l'incontro internazionale degli Esperantisti che, a mezzo della lingua nuova, universale, sognano di infrangere molte delle barriere assai coriacee, che dividono e portano facilmente a diventare "nemici". Serva l'incontro per aumentare la nostra fiducia.
   Ed io, come uomo di Chiesa, intensifico la mia opera di Mosè sul monte, mentre, nella pianura, infuria l'opera gigantesca di voi, amici che ci credete.
   La vittoria è già all'orizzonte, presente anzi!




Mons. Giovanni Locatelli, Episkopo de Vigevano, kun grandaj paŝtista interesiĝo kaj korfavoro partoprenis al kelkaj fazoj de la IKUE-Kongreso, interalie kiel ĉefcelebranto de la inaŭgura S.Meso en la Baziliko de S.Petro. Ni ĉi tie transkribas lian homilion.
IRU, PREDIKU AL LA TUTA MONDO!

   Ĝi estas ordono kiun ni akceptas ĝoje sed kun granda trepido. Ni konsideru kelkajn punktojn de ĉi tiu nia anonco.

a) Jesuo aspektis antaŭ siaj samtempuloj kiel "alispeca, nekonforma" kompare al ĉio kion la diversaj voĉoj kaj skoloj siatempaj diris pri la atendata Mesio. Li ne korespondis al tiaj kliŝoj, kun granda seniluziiĝo ĉe la plejmulto.
   Ĉiuj volis savanton, sed ne kia sin prezentis Li.
   Ili pretendis povon, saĝecon, venkajn politikojn; tute alie ol la ĉarpentisto de Nazareto.
   Li ne adaptiĝis al la "kliŝaĵoj" tiutempaj; Li ne adaptiĝos al la kliŝaĵoj de ĉiuj tempoj. Ankaŭ de la niaj!
   Ni primeditu atente kaj ni devos konstati ke ankaŭ en niaj kapoj povas loĝi "kliŝaĵoj", tio estas aferoj kiujn diras ĉiuj, aferoj kiuj, laŭ la homaj logikoj, estas sukcesaj.
   Sed ni, akceptante la inviton kaj la ekzemplon de la Sinjoro, ne havos kliŝojn en nia kapo. Ni kuraĝos malsami "laŭokaze". Eĉ se tio al ni kostos multe!

b) Estas rimarkende ke, sendube, tio kion diris kaj ofertis Jesuo estis vere stranga, tre nekutima! Multaj ne nur miris, sed primokis Lin!
   Oni klopodis Lin detrui per envio kaj malicoj.
   Kien oni povas atingi -ili diris- kun tiaspeca Mesio? Kian savon atendi?
   Je tia alteco estus la Kristo sendita de la plej potenca Jahvè, post jarcentoj kaj jarcentoj da atendo?...oni diris kun, ne tro kaŝita, malŝato.
   Ĉio ŝajnis tiom paradoksa en tio kion Li diris kaj faris!
   Geamikoj, se ni volas esti postsekvantoj de Jesuo, ni ne povas esperi malsaman sorton.
   Ni estos homoj de paradokso! Ni ne estos komprenataj, plejofte; ni estos ankaŭ mokataj, ofte kontraŭataj.
   La sanktuloj estas la "normalaj", ili estas la personoj de la paradokso. Ni ripetu! La normalaj, tiuj kiuj sin taksas bontonaj personoj, ofte estas "nenormalaj". La "normo" estas la Sinjoro, ververe!

c) Sed kiel ni povas aspekti fidindaj ĉe niaj samtempuloj, anoncante ĉi aferojn, ĝuste tiujn kiujn ni trovas en la Evangelio? Hodiaŭ, eĉ!
   Kion fari? Nu, ni kuraĝos, kun la helpo de la graco, aktivi kiel agis Li. Jen la respondo!
   La Sinjoro estis fremda al la kalkuloj; Li ne atentis la tujajn aprobojn. Li parolis pri semo, tre malgranda, kiu bezonis longan tempon por maturiĝi.
   Li vidis jam nuna la estontecon pri kiu Li parolis. Li enkondukis en la mondon alian manieron trarigardi la eventojn.
   Li perceptis la "venonton" kiel vera kaj reala, ĉar garantiita de la superaj leĝoj. Li vidis ĝin certe kunligita al la "nuno", kiun al ni ŝajnas nur ekvidi, sed al kiu li donis la definitivan interpretadon. Kaj tio estas tute alia ol la lumeto kiun kaptas ni.

d) Por anonci al ĉiuj tiun ĉi Regnon, tio estas tiun ĉi novan mondon, konsistan-tan el savo, libero kaj paco, ĉiu estas petata pri granda kultura sindevigo; ni devos kulturi studadon, konfronton, dialogon por komuniki al ĉiuj aliaj niajn konvinkojn. Tiele ni agados ankaŭ por kompreni iliajn konvinkojn kaj tion kio estas entenata en ĉiu kulturo.
   Tial, ni estas homoj de la pripensado, de la studado, sen vanaj timoj antaŭ la novaĵoj; ni estas pretaj kapti la problemojn de nia epoko permesante ke la travivantoj de tiuj problemoj prezentu ilin, anstataŭ resti ni firmaj en nia propraj interpretadoj. Ni ne pretendu koni ĉion. Ni estu konsciaj pri la devo atingi, kune kun la aliaj, neelpensitajn plenumojn. Tiom ni estos alportataj de la potenco kaj mildeco de la Spirito.

e) Nia tasko de anoncantoj ofte lokigos nin fronte al sennombraj alvokoj de repaciĝo.
   Tiuj alvokoj troviĝas en tiom da malfacilaj situacioj je familia, socia kaj eklezia nivelo.
   Necesas pardoni, fari la unuaj paŝojn, forigi plendadojn...
   Mi, ĉiu alia, ĉiuj, estas varbataj por ĉi tiu kolosa tasko.

Konklude

   Utilu la internacia renkontiĝo de la esperantistoj kiuj, pere de lingvo nova, universala, revas detrui multajn el la tre fortikaj bariloj kiuj disigas kaj facile malamikigas.
   Utilu la renkontiĝo por kreskigi nian konfidon.
   Kaj mi, kiel ekleziulo, pliigas mian agadon de Moseo sur la monto, dum, en la ebenaĵo, vigladas via giganta aktivado, geamikoj kiuj kredas al ĝi.
   La venko estas jam ĉe la horizonto, ĝi eĉ jam alestas!




GLI INCONTRI CON IL PAPA ED IL PRESIDENTE DELLA REPUBBLICA TAPPE ECCEZIONALI E SUGGESTIVE DEL 50° CONGRESSO I.K.U.E.

   Il Papa, mercoledì 3 settembre, si rivolgeva ai 300 esperantisti cattolici provenienti da 22 Paesi del mondo convenuti a Roma per festeggiare il loro 50° Congresso Internazionale e riuniti per l'udienza generale in Piazza S. Pietro con questo messaggio bene-augurante:
"Mi ĝojas bonvenigi la responsulojn de Internacia Katolika Unuiĝo Esperantista, engaĝitajn en sia kvindeka kongreso. Karegaj, la temo de via renkonto reprenas la misian taskon konfiditan de Kristo al sia Eklezio. Akceptu ĝin malavare, kun tiu spirito de universaleco kiu estas ĉe la bazo de la lingvo kiun vi kulturas"
al termine del quale il grido del gruppo, perdentesi nell'immensa piazza, "Vivu la Papo" è sembrato essere una voce particolare del prossimo millennio quando l'operatore ecologico dell'Alaska e quello delle Filippine potranno capirsi e comunicare senza difficoltà. Allora i rapporti tra i vari popoli saranno veramente amichevoli e si potrà diffondere il messaggio evangelico portatore di concordia e di pace. Questo è il grande ideale ed il fortissimo desiderio di Giovanni Paolo II che i congressisti hanno recepito e che cercheranno di porre nel programma degli anni futuri.
   Lo stesso giorno, nel Salone dei Corazzieri del Quirinale, il Presidente della Repubblica Oscar Luigi Scalfaro, con affabilità straordinaria, ha voluto ringraziare gli esperantisti perché essi, nella diffusione di una lingua comune, cercano la realizzazione dei grandi traguardi di pacificazione e di fratellanza.

Messaggi significativi

   Il cardinale Angelo Sodano, Segretario di Stato del Vaticano, ha ricordato la fedeltà dell'IKUE ai valori cristiani. Il cardinale Camillo Ruini, Presidente della Commissione Episcopale Italiana, il cardinale James Stafford, Presidente del Pontificio Consiglio dei Laici e mons. Pierfranco Pastore, Segretario del Pontificio Consiglio per le Comunicazioni Sociali, hanno espresso l'augurio di pieno successo al Congresso. Infine l'Arcivescovo di Praga Miloslav Vlk e Patrono dell'IKUE ha inviato il seguente messaggio: "Auguro il pieno successo del Congresso nel segno della unità di spirito che anche la lingua che voi diffondete, come strumento per la comunicazione, può significare e incrementare".

Breve cronaca dell'inaugurazione

   1 settembre, ore 17. Nella Sala della Protomoteca del Campidoglio a Roma avviene l'inaugurazione ufficiale.
   Il Presidente dell'IKUE dr. Antonio De Salvo dopo un caloroso saluto a tutti i convenuti cede la parola a mons. Pasquale Borgomeo, Direttore generale della Radio Vaticana, il quale traccia il sentiero faticoso e complicato che si è dovuto affrontare per l'introduzione delle trasmissioni in lingua esperanto. Certamente gioioso è stato per gli addetti avere avuto riscontro soprattutto dai Paesi al di là della "cortina di ferro". Dopo alcuni accenni agli sviluppi della Radio Vaticana, dalle prime parole di Papa Pio XI pronunciate il 12 febbraio 1931 -urbi et orbi-"Udite, o genti tutte..." alle trasmissioni in 15 lingue per i Paesi dell'Est durante il periodo della guerra fredda, il relatore presenta la situazione attuale.
   Da quattro anni la Radio Vaticana invia attraverso il satellite Eutelsat programmi in 20 lingue. Ora la Radio Vaticana è partita con Intelsat per coprire le aree continentali fuori Europa. Padre Borgomeo conclude con una grande speranza ed un avvincente auspicio che, attraverso il formidabile mezzo del satellite, fatto apposta per una lingua universale, si avveri l'ideale esperantista a cominciare dal Giubileo 2000.
   Successivamente l'intervento del prof. Luciano Corradini, Presidente dell'Unione Cattolica Italiana degli Insegnanti Medi, ha sottolineato due possibilità importanti per la scuola italiana:
1°) Attraverso la nuova autonomia scolastica si aprirà una fase di più concreta realizzazione di curricula nuovi e non standardizzati da una cultura prettamente "inglese e/o dell'informatica"; 2°) la possibilità di introdurre, oltre la curriculum delle singole discipline, la trasversalità delle idee e delle persone che dovranno prestare attenzione non solo ai problemi esistenziali, ma anche ai problemi mondiali aventi come base la dottrina internazionale dei diritti umani.
   Ma questa cultura non ha ancora trovato una lingua adeguata per potersi esprimere.
   Forse questa lingua c'è ed è l'esperanto.
   Questa "tribù mondiale" invita tutti ad aprirsi ad una educazione interculturale per parlare non la lingua dell'umanità del passato, ma la lingua dell'umanità del futuro.

A Rimini

   L'eco della conclusione così stupendamente augurale del prof. Corradini è proseguita dal 4 al 7 settembre nei lavori del Congresso a Rimini. Attraverso le relazioni svoltesi a S. Giuliano a Mare nel salone della chiesa parrocchiale retta da don Duilio Magnani e resa per l'occasione festosa con striscioni a caratteri cubitali -unico tempio in Italia ad avere scritte in esperanto sul frontale e sullo sfondo del presbiterio-, assunta la presidenza dei lavori dal Vicepresidente dell'imbudella Svanisce sono state presentate le attività svolte e sono emersi i problemi che ogni gruppo nazionale ha incontrato ed incontra nella diffusione della lingua. Di quanto emerso nelle relazioni e dal dibattito darà conto il verbale che verrà pubblicato su "Spero Anatolia".

Le celebrazioni religiose

   Si ricordano come momenti di profonda intensità spirituale, tra le altre, la celebrazione inaugurale nella basilica di San Pietro presieduta dal vescovo di Vigevano, la S. Messa in rito uniate celebrata dal sacerdote ucraino Prudo nella basilica dei Santi Giovanni e Paolo e quella ospitata nel duomo di San Marino con l'intervento del vescovo mons. Chiaretti. Infine, carica di emozione, la S. Messa, ancora presieduta da mons. Locatello, nel santuario riminese della Madonna della Misericordia, conclusa con la rinnovazione della consacrazione dell'imbudella al Cuore Immacolato di Maria.

Un pensiero di ringraziamento

   Il 50° Congresso dell'imbudella è riuscito bene per il lavoro e l'aiuto offerto da molti collaboratori. Va, tuttavia, il più vivo ringraziamento al Vicepresidente dell'usci Carlo Mastrandrea, instancabile organizzatore, a cui si unisce quello per i Presidenti dell'imbudella dr. Antonio De Salvo e dell'usci prof. Mario Sola. Un grazie sentitissimo va, inoltre, a mons. Giovanni Balconi, Assistente Nazionale dell'usci, per il discreto, ma ricco e profondo, apporto culturale ed umano, unitamente al Segretario dr. Serio Boschi. Infine, indimenticabile, per la squisita ospitalità e generosità verso molti, rimane a tutti don Duilio Magnani.
Carlo e Francesco

QUALCHE APPUNTO AGGIUNTIVO SUI GIORNI DEL CONGRESSO

Da Roma a Rimini

   Per qualcuno il mercoledì 3 settembre resterà nel ricordo non solo per i grandi incontri con il Papa ed il Presidente della Repubblica, ma anche per gli imprevisti che sono stati disseminati in quella giornata da un qualche diavoletto, alla fine, però, finito sconfitto da alcuni premurosi angeli custodi.
   Si è cominciato con lo scoprire, giusto al momento di lasciare l'ospitale Istituto del Carmine di Sassone alla volta di piazza S. Pietro, che le scarse capacità matematiche di noi organizzatori rischiavano di lasciare a piedi una ventina di congressisti. Un pullman affannosamente trovato sul momento consentiva anche all'ultimo drappello di giungere in tempo per l'udienza papale.
   Al termine di essa, nuovi momenti di panico nella prolungata attesa dei pullman ritardatari che devono trasportare i congressisti al Quirinale seguiti da minuti di angoscia nel constatare che il blocco delle strade rischia di far saltare l'appuntamento con il Presidente. Ma pur se con qualche ritardo si giunge sul Colle.
   Ancora emozionati per l'incontro con Oscar Luigi Scalfato, si parte per Rimini. Sosta per il pranzo e ricerca affannosa di chi si è smarrito nel dedalo dell'autogrill. Si prosegue per giungere sull'imbrunire a Rimini. Qui l'elaborato sistema dei cartellini di diverso colore, intelligentemente pensato per facilitare lo smistamento dei congressisti verso i diversi alberghi, va in corto circuito non si sa se per un diffuso attacco di daltonismo o per una improvvisa caduta di capacità uditive da cui siano stati colpiti gli esperantisti appena sbarcati dai pullman. Poco alla volta tutti trovano le camere loro destinate e anche i meno fortunati riescono a cenare sia pure all'ora in cui solitamente si va a letto. Chi non ha avuto il piacere di vivere l'esperienza congressuale, a questo punto potrà pensare che essa sia stata molto avventurosa e tutta piena di imprevisti. E invece, no. Sia le giornate precedenti trascorse a Roma che quelle successive passate a Rimini sono scivolate facili e piacevoli, grazie alla diligente organizzazione ed anche alle favorevoli condizioni meteorologiche.

L'accogliente Rimini

   Ma è il caso di descrivere, almeno per brevi cenni, le esperienze riminesi.
   Il cuore della parrocchia dei Santi Giovanni e Paolo, cioè la chiesa e l'accogliente salone annesso dove il Congresso ha avuto luogo, si è presentato perfettamente intonato all'evento esperantista: sia all'esterno degli edifici che al loro interno le bandiere degli stati dei partecipanti, le grandi scritte annuncianti il Congresso e il tema che ne è stato al centro, i manifesti di saluto affissi ai muri, oltre ai simboli posti all'ingresso e dentro il sacro tempio parrocchiale, dicevano bene come ospiti e abitanti di San Giuliano a Mare, accogliente quartiere di Rimini, fossero pienamente immersi nell'atmosfera esperantista.
   Tale atmosfera svelavano agli abitanti del luogo i gruppi multinazionali di congressisti lungo le strade, conversando facilmente nella lingua comune, o durante la serata musicale, con assaggio di pesce fritto e di vino regionale, offerta in loro onore.
   E già che si parla di momenti ricreativi, non si può tacere della crociera in mare, durante la quale le degustazioni di pesce e di buon vino assieme alla musica trascinante hanno fatto ballare anche compassate persone e fatto rivelare fini dicitori di poesie e validi interpreti canori.
   Né va dimenticata l'escursione a San Marino, che ha dato modo di assistere alla solenne chiusura della sessione dell'Accademia Internazionale della Scienze di S. Marino e che si è conclusa con la S. Messa nella basilica alla presenza del Vescovo locale.
   Un congresso, però, ha sue occasioni forti nella trattazione del tema a cui si ispira e nei lavori riguardanti l'associazione che la organizza.
   Anzi, in questo caso, di due associazioni, giacché l'UECI ha celebrato, congiuntamente all'IKUE, il suo 11° Congresso. E della relativa assemblea, oltre che della votazione per il rinnovo del Comitato Centrale, qui si darà succinta relazione, rinviando alla rivista Espero Katolika per il verbale dell'assemblea dell'IKUE e ai successivi numeri di questo giornale per la pubblicazione delle relazioni svolte da mons. Balconi e dai sacerdoti Kobor e Cadei.

L'assemblea dell'UECI

   L'assemblea ordinaria dell'UECI si tiene il giorno 4 settembre nel salone Espero, sede del Congresso. Sotto la presidenza del prof. Francesco Ottino, essendo verbalizzante il dr. Serio Boschin, il Presidente uscente prof. Sola commenta la relazione morale a suo tempo inviata a tutti i soci. Segue il dr. Boschin, Segretario-Cassiere, il quale espone un'analisi dettagliata della situazione economico-finanziaria. Al termine della sua relazione egli propone l'aumento della quota associativa a lire 25.000 che andranno suddivise nel modo seguente: 4.000 al gruppo locale, 6.000 all'UECI, 12.000 per l'abbonamento a Katolika Sento, 3.000 quale quota IKUE. Le relazioni morale e finanziaria così come l'aumento della quota sono approvate.
   Viene presa in considerazione la candidatura di Arenzano come sede del Congresso dell'UECI 1998, a proposito della quale don Mario German fornisce ampie informazioni. Si passa quindi alla votazione per il rinnovo del Comitato Centrale, essendo componenti della Commissione elettorale Carlo Geloso, presidente, Paola Ambrosetto e Vera Di Tocco. Risultano eletti: Mario Sola, Serio Boschin, don Duilio Magnani, Carlo Sarandrea, Paola Ambrosetto, Giovanni Conti, Marsilio Guazzini e Antonio Cappello. Successivamente il Comitato Centrale provvede alla distribuzione delle cariche, che risultano come segue. Presidente: Mario Sola, Vicepresidente: Carlo Sarandrea, Segretario e Cassiere: Serio Boschin, Segretario per l'informazione: don Duilio Magnani, Delegato per i giovani: Paola Ambrosetto, Esperto per l'organizzazione dei congressi: Giovanni Conti, con i collaboratori Antonio Cappello e Marsilio Guazzini. Infine il Comitato decide definitivamente che il 12° Congresso dell'UECI abbia luogo ad Arenzano dal 4 all'8 del prossimo settembre.

I momenti dell'ufficialità

   Era giusto che anche il secondo segmento congressuale, quello di Rimini, avesse la sua introduzione ufficiale, e ciò è avvenuto nel pomeriggio del giorno 4 con l'intervento dell'Assessore alla Cultura del Comune di Rimini, prof. Pierpaolo Panna, il quale, tra l'altro, ha detto: "Ritengo di grande importanza e significato il tema che state trattando in questo vostro congresso poiché ritengo (come amministratore e come credente) che un forte richiamo ai valori religiosi è in grado di fornire una convincente risposta a quel bisogno di trascendenza e di infinito che la nostra società materialista e secolarizzata tende ad emarginare ma che (anche se in forme e modi spesso inconsueti) emerge in misura sempre più evidente. Il fare tutto ciò, poi, facendo ricorso ad una lingua che si propone come universale, segnala la possibilità di utilizzare un ulteriore strumento per rendere più facile quel processo di integrazione che rappresenta la via obbligata da percorrere per costruire una società più ordinata e civile".
   Una delegazione del Congresso il giorno successivo è stata ricevuta nel Palazzo comunale dall'Assessore all'Economia in rappresentanza del sindaco assente dalla città.

Anche le cose belle, purtroppo, finiscono

   Domenica 7, in un'atmosfera un po' commossa, si è svolta la cerimonia di chiusura del Congresso, dopo la quale è stata celebrata la S. Messa con i congressisti mescolati ai parrocchiani di don Duilio, in un clima di vera fraternità cristiana. Poi, sul sagrato, lo scambio dei saluti, che sembrava non più finire. Si restava lì, rinviando, anche se solo di un poco, il tempo dell'addio...
m.s.



NI GRATULAS

Nel mese di novembre il fedele socio cav. Mario Gedda celebrerà le nozze d'oro.
A lui e alla consorte Maddalena, sempre presenti i ai nostri convegni e congressi, affettuosi auguri.



DANKE
Per l'UECI:
da Trento (M.M.)
da Venezia (G.F.)
£. 200.000
£. 10.000
Per la costruenda chiesa in Cina:
da Venezia (Gruppo UECI)
£. 20.000
Per il fondo "Alfabetigo":
da Treviso:
L.Z.B.
F.B.
S.B.
Conferenza S.Vincenzo, Parrocchia S.Giuseppe
da Venezia (Gruppo UECI)
£. 50.000
£. 50.000
£. 1.300.000
£. 200.000
£. 12.000



NI KONDOLENCAS

All'inizio del mese di ottobre è deceduta la suocera del segretario dell'UECI dr. Serio Boschin. Le dedichiamo un pensiero di suffragio.



Omaggio poetico di P. Tadeo Novakovsky nella fase conclusiva
del 50° Congresso IKUE nel salone Espero di Rimini
ore 11 di domenica 1997-09-07
Omaĝa poemeto de P. Tadeo Novakovski dum la fina parto
de la 50a IKUE Kongreso en la Rimina Salono Espero
11a horo de dimanĉo 1997-09-07
Antaŭ la kanto de himno de la Katolikaj Esperantistoj,
konkluda por la kongreso samideanino adresis
sin al la kongresanaro jene:
"Karegaj Gekongresanoj! mi nur rabas unu minuton
por legi versaĵon speciale verkitan de nia maljuna
Pastro Tadeo Novakovski por saluti la
50an Kongreson de IKUE"

"SALUTON AL LA KONGRESO"

En du apartaj urboj kongreso
      ĝin mi travivis kun intereso:
      En Romo ĝia parto unua,
      kaj en Rimini sekvis la dua.

Oni aranĝis ĉion impone,
      estis ĉi tie por ĉiuj...bone:
      ne nur komforton ni gastoj havas,
      sed, antaŭ ĉio, etoson ravan!

Al la IKUE nunaj gvidantoj,
      al la Kongreso-organizantoj
      indas dankemo ega pro tio:
      ho, rekompencu al vi...mem Dio!

Kongreson ĉiuj agrable ĝuos.
      Ĝi al IKUE tre kontribuos...
Al unuiĝo inter kristanoj...
      "Tion" deziras la kongresanoj!

El ne oficiala surbendigo




VIVO DE LA GRUPOJ
VERCELLI. In occasione del Convegno svoltosi in Vercelli il giorno 5 ottobre per solennizzare il 40° anniversario della fondazione del Gruppo locale, mons. Giovanni Balconi ha celebrato la S. Messa in esperanto, alla quale sono intervenuti, tra gli altri, i relatori della giornata professori Corradini e Tifone, il presidente della FEI prof. Formizzi, il presidente dell'IIE prof. Pennacchietti e il "komitatano" dell'UEA dr. Corsetti.



L'INCONTRO AL QUIRINALE

Discorso "a braccio" del Capo dello Stato ai partecipanti al Congresso dell'IKUE, in risposta all'indirizzo del Presidente dr. De Salvo

Io ringrazio Lei, caro Presidente, del saluto.
Ringrazio Sua Eccellenza Reverendissima,
che non sapevo fosse un così
autorevole... cappellano degli esperantisti.

Saluto tutti voi.
Mi consentirete di dare un saluto, faziosamente amico,
al professor avvocato Sola,
col quale siamo amici ab immemorabili;
e le amicizie, quando passa il tempo,
sono più profumate, più consolanti.

Un saluto a ciascuno e a tutti.
Vedo che ci sono fra voi anche sacerdoti e religiosi di riti diversi;
quindi, l'esperanto serve anche a un dialogo ecumenico...

Vi devo una parola di ringraziamento,
perché, nei dialoghi quotidiani
-ne ho finito uno nel momento in cui sono venuto da voi-
si parla sempre, o molte volte, di riconciliazione,
in vari settori e per vari problemi.
E se non di riconciliazione,
si parla di trovare un'intesa, di trovarsi d'accordo
su qualche questione, su qualche battaglia, su qualche tema.

Nello stesso tempo,
questi incontri, questi dialoghi e questi colloqui
portano anche questioni di rotture, di polemiche, di divisioni.

Ora, il mio grazie è dovuto a un fatto:
che la vostra presenza mi richiama solo i primi temi,
cioè i temi di intesa, di parlare lo stesso linguaggio,
di trovare fratellanza.
Questo è il tema più importante di tutti i periodi storici
e, certamente, del periodo che noi viviamo.

Però, bisogna fare una precisazione.
Parlare la stessa lingua
non vuoi dire essere, automaticamente, d'accordo.
Quante famiglie si rompono tra coniugi
che parlano la stessa lingua, a volte lo stesso dialetto?
Quante volte ci sono delle posizioni
non solo polemiche, dialetticamente dure,
ma di contrasto aspro
-quindi, di contrasto alla fraternità e all'amicizia-
tra persone che hanno la stessa lingua, sono dello stesso paese,
sono della stessa famiglia?

Allora, il mio grazie attiene, sì, a questa vostra capacità
di coltivare l'esperanto come lingua comune,
ma il mio grazie riguarda, soprattutto,
le vostre intenzioni, i vostri pensieri, la vostra volontà.

Voi avete affrontato lo studio dell'esperanto
non soltanto per parlare una lingua comune,
ma lo avete affrontato con il pensiero, con la volontà,
con l'idea della fraternità, della comunità,
della capacità di un'intesa fra i popoli.

Allora, in questo sta il mio grazie
e in questo il mio augurio che voi continuiate,
per essere un messaggio continuo
di fraternità, di amicizia, di solidarietà, di amore.
E vi saluto tutti con affetto!





INVITO
Il Congresso Nazionale dell'UECl nel 1998 avrà luogo ad Arenzano dal 4 all'8 di settembre. La bella sede e la previsione di un interessante programma consigliano di riservare sin d'ora il periodo destinato alle giornate congressuali. Sul prossimo numero di Katolika Sento verrà pubblicata la scheda di iscrizione.


Carissimi "Samideanoj",
   in qualità di viceparroco di Arenzano e responsabile del gruppo esperantista cattolico dell'Archidiocesi di Genova, voglio assicurare tutti gli interessati al prossimo convegno italiano dei cattolici esperantisti che la mia parrocchia è molto lieta di ospitare l'U.E.C.I. e i suoi simpatizzanti per il congresso nazionale del 1998 e desidera che essi sappiano di essere attesi con tutto il cuore.
   L'insenatura lungo cui si stende il mio territorio parrocchiale vuole abbracciare affettuosamente ciascuno di Voi.
   Con entusiasmo, la "nostra" associazione dell'archidiocesi di Genova -ancora in formazione e tra breve riconosciuta dall'organismo competente della Curia locale- ha già iniziato i preparativi per assicurarvi una confortevole permanenza, ricca di appuntamenti spirituali, culturali e di divertimento.
   Voglio anche comunicare che il tema che si approfondirà durante il congresso riguarderà lo Spirito Santo in unione con la Chiesa universale, in preparazione al prossimo Giubileo.
   A tal proposito, nella "nostra" rivista Katolika Sento appariranno stralci delle nuova lettera, sullo stesso tema, dell'arcivescovo di Genova, mons. Dionigi Tettamanzi, che ha dato il suo gentile permesso a questo riguardo.
   Sperando di veder Vi numerosi e di incontrare di nuovo gli amici, Vi porgo i più cari saluti e la mia sacerdotale benedizione per intercessione di Nostra Signora della Speranza.
Sac. Mario German

Karegaj Samideanoj,
   Kiel vicparokestro de Arenzano kaj respondeculo de la E-Katolika grupo en Arkidiocezo Ĝenovo, mi volas certigi ĉiujn interesiĝantojn pri la venontjara itala kongreso de la esperantistaj katolikoj ke mia paroko ĝojegas gastigi U.E.C.I.-n kaj ĝiajn simpatiantojn okaze de la nacia 1998-kongreso kaj deziras ke vi sciu ke vi estas tutkore atendataj.
   La golfeto laŭ kiu mia parokteritorio sin sternas volas ameme brakumi ĉiun el vi.
   Entuziasme, la samideana asocio de la Arkidiocezo Ĝenovo -ankoraŭ formiĝanta kaj baldaŭ agnoskota ĉe la loka kuria kompetenta fako- jam komencis la preparon por sekurigi al vi komfortan restadon riĉan je spiritaj, kulturaj kaj amuzaj rendevuoj.
   Mi volas ankaŭ komuniki ke la temo, kiun oni elvolvos dum la kongreso, rilatos la Sanktan Spiriton lige kun la universala Eklezio prepare por la venonta Jubileo.
   Tiurilate, en "nia" gazeto Katolika Sento aperos ekstraktoj de la nova letero pri la sama temo de la ĝenova ĉefepiskopo, Mons.ro Dionigi Tettamanzi, kiu donis sian afablan permeson por ĉi-tio.
   Esperante vidi vin multnombraj kaj renkonti la amikojn mi prezentas al Vi la plej korajn salutojn kaj mian sacerdotan benon propete de Nia Sinjorino de la Espero.
Sacerdoto Mario German



COMITATO CENTRALE UECI

Presidente e direttore di Katolika Sento: Mario SOLA, via Brighinzio 7,13100 Vercelli, tel. - fax 0161 - 255434.
Vice presidente: Carlo SARANDREA, Via di Porta Fabbrica 15, 00165 Roma -tel. 06-631805-fax 06-632839
Segretario e cassiere: Serio BOSCHIN, via Eritrea 8, 31100 Treviso, tel.-fax 0422-25381.
Incaricata giovanile: Paola AMBROSETTO, via Emo, 9/C, 30173 Mestre (VE) tel. 041-5341532-fax 041-612516
Consiglieri: Don Duilio MAGNANI, viale C. Zavagli 73, 47030 Rimini, tel.-fax 0541-26447;
Giovanni CONTI, via F. Filzi 51, 20032 CORMANO (MI), tel. 02-66301958 - fax 02/66302110;
Antonio CAPPELLO, via A. Colombo 6,13100 Vercelli, tel. 0161 -392707
Marsilio GUAZZINI, via del Fante, 29 - 47037 RIMINI (RN) - tel. 0541-23996.
Assistente Ecclesiastico: Mons. Giovanni BALCONI, p.zza Duomo, 16, 20122 Milano, tel. 02/878014 - 8586274.
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