Periodico dell'UNIONE ESPERANTISTI CATTOLICI ITALIANI (UECI) Nuova serie n.4-1987 LUGLIO - AGOSTO "Per la promozione della fratellanza e della comprensione tra i vari popoli di diverse lingue" (Paolo VI) Periodico bimestrale - Sped. in abb. post. gr. IV 70% - Autorizz. della Curia Vescovile di Rimini n. 1484 del 20/12/1984 - Direttore respons.: Don Duilio Magnani - Redazione e Amministrazione, segreteria generale UECI: Via C. Zavagli, 73 - 47037 Rimini - Tel.(0541)26447 - c/c/p n. 11129475 - Stampa Tipolito Ramberti Enhavo:
Oh, cuor mio, non palpitare, ![]() La tua opera apparirà in stampa in tutto il mondo -
lo salutò Klara in giorno seguente, - e tu sei triste.
Suvvia, rallegriamoci!- Nell'«Enciklopedio de Esperanto», alla voce
«Unua libro de Esperanto», leggiamo la descrizione del
primo libro di Esperanto: Roma UECI - Gruppo, bollettino 34
Anche se in ritardo pubblichiamo integralmente, e senza commenti, la lettera scritta dal Prof. Carlo Agostini, rinomato latinista ed esperantista, al direttore della rivista Abate Egger «Latinitas» (Vaticano). Caro direttore, ricevo ora il n. III - 1986 di Latinitas. Fra le tante belle cose, ce n'è una che mi ha vivamente interessato: una specie di tavola rotonda fra i dottissimi latinisti di Latino Vivo. Di questo colloquio fra sette o otto «gravi» (e qui, «gravi» ha esattamente lo stesso significato di «gravaj» in esperanto) gravi personaggi, si ricava: A) che Don Pigini (che tu conosci) si è lamentato che i testi dei suoi fumetti latini sono troppo difficili, per cui il numero dei loro lettori va progressivamente scemando; B) che i pareri di questi esimi latinisti sono assai discordi: a) chi vuole un «neolatinum»: il latino colloquiale di Vido Angelono; ma pare che sia solo lui a volerlo ed a sapere con esattezza in che cosa consista; b) chi più ragionevolmente ritiene che il latino non potrà mai essere alla portata di tutti; e sia destinato a restare, come lingua parlata, privilegio di pochi: di una «electa manus»: uno «scelto manipolo di persone» e questo è il parere autorevolissimo dell'abate Egger; c) chi ritiene che un latino per tutti richieda una costruzione delle proposizioni e dei periodi «diretta»: che le parole siano ordinate, diciamo, all'italiana (o all'inglese); d) chi sostiene che non esista una costruzione «naturale», e che, comunque sia preferibile una struttura «sintetica» quale è quella del latino classico e in parte del tedesco; e) chi ritiene che debbano essere osservate le regole grammaticali e sintattiche; f) e chi pensa che invece non si debba guardare troppo per il sottile, ed accetta anche l'errore, purché non impedisca l'intelligenza del significato. E tuttavia, da questo interessante servizio si possono ricavare alcune conclusioni abbastanza chiare. Lo Stato Maggiore di Latinitas non ha chiare né concordi idee sui programmi e sui fini dell'azione che da sempre sta volonterosamente svolgendo: a difesa della purezza della lingua? A sollecitazione per interesse di quello studio? A diffusione del suo scritto e parlato? A quest'ultima meta aspira evidentemente il Prof. Vido Angelino, sostenitore del neolatino (di lui leggeremo già altri appassionati, se pure discutibili interventi su Latinas e su altre riviste); il quale però, in un certo senso, è stato citato dalla maggioranza dei partecipanti al dibattito: essi infatti hanno mostrato di non afferrare il concetto della «facilitazione troppo italiana» da lui propugnata, consistente, come ho detto, soprattutto nella disposizione 'naturale' dei termini nella proposizione e nel periodo. Più chiari, forse, le idee degli altri insigni disputanti, ma più utili alla propaganda, se non fosse quella della professoressa Angela Minicucci: disposta a passar sopra anche agli errori di grammatica, purché il latino si scriva e si parli. Ciò che va sottolineato, oltre la concordia molto discorde, è la serietà delle proposte di Carlo Eger, che sono poi assai vicine a quelle da me propugnate anche su Latinitas (v. Latinitas, giugno 1980, pag. 144/145); non che la giusta, sebbene non esplicita condanna della prof.ssa Minicucci della defenestrazione ufficiale del latino dalla nostra Scuola: defenestrazione alla quale condusse la mancanza di una appropriata didattica (didattica che io ho invano tentato di diffondere, incontrando entusiastiche approvazioni, ma insuperabili e meschini ostacoli). Altra conclusione positiva: il consiglio di ridurre alquanto, nell'eventuale uso del latino, l'uso dell'ipotassi a vantaggio della parafassi: non ci sono forse stati ottimi autori latini che hanno scritto in uno stile più moderno di quello di Cicerone e di Livio Seneca, ad esempio? Comunque, prima di lanciare una «costosa» campagna per la diffusione del latino come lingua indispensabile, sarebbe bene che i bravissimi disputanti dell'accennato simposio, si mettessero d'accordo innanzitutto sul fine, poi sul metodo e sui mezzi (non intendo 'finanziari' ma didattici!) per conseguirlo. E... se non chiedo troppo, rileggessero quel mio intervento per ricordare che c'è anche un 'neolatino' assai positivamente collaudato e ingiustamente ed in-cosciente,mente avversato, che si chiama ESPERANTO. Prof. Carlo Agostino
Neocolonialismo Hanno ben ragione i lettori Antonio Paganelli e Nella Lucchin di Savignano (Fo) che, nel loro intervento (Carlino - opinioni 7/1/87), lamentano la «regressione» della cultura europea, sotto l'impostazione «da parte dei mass media e delle mode del giorno dei modelli culturali e linguistici anglo-americani». E, come operatori nel mondo della scuola, sono particolarmente qualificati a farsi portavoce di un grave disagio, che ormai ha raggiunto il limite di guardia e quindi di sopportazione. Sembra anzi che i due valenti insegnanti romagnoli raccolgano l'eco di una protesta che, fortunatamente, va sempre più' estendendosi a livello europeo, specialmente fra gli intellettuali. Si chiedono infatti: «Perché soccombere senza reagire a questo neocolonialismo?». Per quanto mi riguarda, oltre al rifiuto e alla protesta, un antidoto l'ho trovato. Ho imparato celermente l'esperanto e, ogni qualvolta il mio bellissimo idioma nazionale non mi soccorre più', utilizzo la lingua internazionale Esperanto e mi trovo benissimo. Fra l'altro, ho veramente spalancato le finestre sul mondo, faccende splendide, inimmaginabili amicizie in ogni parte della terra.Ma se non si ha tempo né voglia di diventare esperantisti, c'è un infallibile metodo per sottrarci a quel «neocolonialismo» (al quale purtroppo, molti aderiscono con una sorta di incosciente masochismo) e per dar prova di dignità almeno civile, se non nazionale. Ce lo ha suggerito il direttore del quotidiano «La Nazione» di Firenze; confratello del nostro «Carlino», raccontandoci di quel suo amico - perfetto conoscitore della lingua inglese - che andò a parcheggiare la sua auto davanti all'ambasciata Usa di Roma ignorando i grandi cartelli con scritto «No parking». Poi al marine esterrefatto che intendeva cacciarlo - esprimendosi in perfetto inglese - spiegò che lui era italiano, che lui si trovava in Italia e che nessuno lo obbligava a capire quelle parole straniere scritte sul cartello... Ora davanti all'Ambasciata Usa di Roma, ci sono tanti cartelli nuovi con scritto «Divieto di parcheggio». È stata una bella, utile e producente lezione di dignità, che dovremmo imparare tutti e che potremo ripetere, per esempio qui in Romagna, al «Meeting» di Rimini, chiedendo che nel salone dei convenuti sia apposto un bel cartello con la scritta «Uffico stampa» invece di (o, almeno, accanto a) quell'unico, peraltro già criticato, «Press Office». Ma in tempi di trekking, parking, shopping, body building, fixing, e appunto di meeting, è forse chiedere troppo. Luigi Tadolini, Forlì
![]() Vercelli - Il 31 maggio scorso nell'ospitale e antica città di Vercelli (qui Mario sconfisse i cimbri nel 101 a. C.) si è celebrato il trentennale del gruppo Esperantista Vercellese fondato da Luigi Sola e ora guidato con entusiasmo e dedizione dal fratello Dr. Mario Sola e il centenario dell'Esperanto. La manifestazione si è aperta alle 9,30 con la S. Messa in Lingua Internazionale nella Sala Capitolare della magnifica Basilica di S. Andrea con la partecipazione del Ministro per l'Interno on. Oscar Luigi Scalfaro che ha onorato i convegnisti della sua presenza per tutta la mattinata. La duplice celebrazione è continuata nel salone Dugentesco con il saluto del Ministro e delle altre autorità e con la dotta e applaudita conferenza del prof. Fabrizio Pennacchietti, ordinario di filologia semitica nell'Università di Torino, sul parallelismo tra l'ebraico moderno e la Lingua Internazionale Esperanto e i loro iniziatori. Nel pomeriggio con quiz a squadre si è chiusa la simpatica giornata.
Fra i duecento e più incontri, convegni, congressi, simposi ecc, a livello nazionale e internazionale, che si organizzano nei due emisferi della terra, in occasione del Centenario dell'Esperanto, non possiamo non ricordare ai nostri lettori, esperantisti cattolici ed amici dell'Esperanto, i seguenti tre che più direttamente c'interessano.
42-mo Congresso internazionale degli esperantisti
cattolici ![]() Ricordiamo che Alto Patrono del 37-mo Congresso dell'IKUE, tenuto proprio dieci anni fa ugualmente a Czestochowa, fu /'allora Arcivescovo di Cracovia ora Papa Wojtila. Anche la Segreteria di Stato, a firma dello stesso Card. A. Casaroli, con lettera del 13/2/87 n.192.172 ci scrive «....ella ha fatto conoscere le molteplici iniziative e proposte che codesta Unione Internazionale Cattolica Esperantista intende porre in atto, in occasione del Congresso dell'IKUE, che si terrà a Czestochowa dal 20 al 24 luglio p.v. Mentre la ringrazio per la cortese premura, desidero manifestare apprezzamento per i sentimenti che guidano la S.V. ed i collaboratori nel dare il proprio sostegno alla diffusione dell'Esperanto mediante molteplici attività, tra cui il menzionato Congresso, al quale auguro pieno successo. La Santa Sede, mediante «L'osservatore Romano» e Radio Vaticana darà sostegno alle suddette iniziative....»
72-mo Congresso universale di esperanto ![]() Si pensi che esistono 44 associazioni nazionali e ben 51 associazioni di categoria (medici, giornalisti, agricoltori, cattolici, filosofi, ferrovieri, Scout, ecc). La rete dei Delegati è composta di ben 3.318 unità e presente in 74 Nazioni. Si può far turismo fin che si vuole e...con una sola lingua? Il tema fissato è: «Esperanto: cent'anni di cultura internazionale» ed i lavori congressuali' si terranno nell'imponente e rinnovato Palazzo della Cultura e della Scienza il cui salone contiene circa 3.500 persone per cui la TV polacca ha già programmato la trasmissione dell'inaugurazione in contemporanea nei vicini cinema e teatri ed anche all'esterno sulla grande piazza. Tutti i posti negli Alberghi sono stati requisiti per il Congresso e non si alloggia nessuno senza che abbia in mano l'adesione ufficiale al Congresso stesso. Sarebbe uno spettacolo penso interessante anche per gli italiani se l'inaugurazione fosse ripresa, almeno in parte, anche dalla TV italiana, come notiziario straordinario per il centenario dell'Esperanto. Si potrebbe ammirare «una nuova pentecoste» senza cuffie né interpreti!... La grande festa, senza la babele delle lingue, sarà allietata da una serie di iniziative troppo lunga da elencare e che potremmo intitolare "il grande festival della cultura internazionale». Di certo non mancherà la celebrazione della S. Messa in esperanto, sia nel giorno festivo che nei feriali, con i canti liturgici dei due cori esperantisti 'Muzilo' dell'Opera di Varsavia e quello di «S. Maria Thalkirchen» di Monaco di Baviera.
58-mo Congresso italiano di
esperanto ![]() Sappiamo che Alto Patrono del Congresso sarà il Presidente della Repubblica Cossiga ed hanno aderito al Comitato d'Onore gli On. Fanfani, Craxi, Andreotti..e nomi famosi come Salvatore Accordo, Elio Migliorini, Luciano Pavarotti, Riccardo Muti, Fulvio Tomizza... Il programma è ancora in fase di elaborazione e si annuncia interessante non solo per gli esperantisti, ma anche per..gli amici dell'Esperanto. Per le prenotazioni rivolgersi a Gruppo Esperantista Pisano, Via Oberdan 57, 56100 PISA.
■ AUSTRIA ■ BULGARIA ■ CINA ■ BELGIO ■ BRASILE ■RUANDA ■ ITALIA A Firenze il 13 maggio 1987 si è inaugurato, presso la Fidapa (Federazione Italiana delle Donne nelle arti professioni e affari - Palazzo Borghese, Via Ghibellina 110) l'Associazione Culturale amici della Polonia. Per l'occasione la presidente dell'Ass. Italia-Polonia signora Sarah Borgiottienuto una conferenza su «Esperanto e Pace» dedicata a S.S. il Papa Karol Wojtyla e al grande creatore della lingua esperanto Lazarus Ludwig Zamenhof «Doktoro esperanto». Erano presenti le Autorità dell'ambasciata Polacca e rappresentanti dei Movimenti esperantisti nazionali. L'UECI ha inviato un telegramma. Sono state consegnate Medaglie dell'Associazione Italia-Polonia a numerose personalità della politica, delia cultura e del movimento esperantista: Jas Grawronski, Katina Dazzini, Umberto Stoppoloni, Giordano Formizzi, Dino Pieraccioni e altri. Milano - il 24 marzo u.s. una delegazione di esperantisti, dietro richesta del Dr. Spini di Torino, è stata ricevuta nella sede della Rai-Tv, per parlare di una eventuale puntata sul tema dell'Esperanto in seno alla famosa trasmissoine 'Porto-bello'. Enzo Tortora, che si è mostrato molto informato sull'argomento, ha assicurato il Dr. Giordano Azzi, il Dr. Graziano Ricagno ed il prof. Aldo de' Giorgi di essere disposto a trattare l'argomento nell'anno in corso, centenario dell'Esperanto. Roma - Finalmente l'Esperanto è entrato,
nei mesi passati, anche se solo come prova, nell'università
di Roma e proprio nella sede più' adatta, cioè la
facoltà di Linguistica. La reazione del pubblico per un
attacco ingiustificato e ingiustificabile sui giornali da parte
del Prof. Tullio De Mauro, responsabile appunto di tale
facoltà di Linguistica, a proposito di Esperanto e di
esperantisti, ha reso possibile un pubblico dibattito con una
serie di conferenze sull'Esperanto organizzate nel quadro dei
«lunedì linguistici» presso detta facoltà. Il
Prof. Pennacchietti Fabrizio dell'Univ. di Torino ha presentato
l'Esperanto ed il suo posto fra le lingue del mondo. Il Prof.
Tazio Carlevaro, conosciuto interlinguista svizzero, ha trattato
l'Esperanto ed il suo posto fra tutti gli altri progetti
linguistici; mentre il prof. John C. Wells dell'univ. di Londra,
ha nientemeno che trattato, scandalo per gli anglofoni!
l'Esperanto e la sua facilità nei confronti
dell'inglese!...
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