Periodico dell'UNIONE ESPERANTISTI CATTOLICI ITALIANI (UECI) Nuova serie n.1-1986 GENNAIO — FEBBRAIO "Per la promozione della fratellanza e della comprensione tra i vari popoli di diverse lingue" (Paolo VI) Periodico bimestrale - Sped. in abb. post. gr. IV 70% -Autorizz. della Curia Vescovile di Rimini n. 1484 del 20/12/1984 - Direttore respons.: Don Duilio Magnani - Redazione e Amministrazione, segreteria generale UECI: Via C. Zavagli, 73 - 47037 Rimini - Tel.(0541)26447 - c/c/p n. 11129475 – Stampa Tipolito Ramberti Enhavo:
Esperantisti dal Cardinale ![]() Esperantisti dal Cardinale Il 21 gennaio u.s. alle ore 10 il Cardinale Giacomo Biffi ha ricevuto a Bologna una delegazione di Esperantisti della Regione Emilia-Romagna. L'incontro era stato chiesto dal presidente UECI, p. Albino Ciccanti, in preparazione al prossimo congresso italiano di Esperanto (29 agosto 3 settembre '86) per incoraggiare e potenziare il gruppo UECI di Bolonga perché venga convenientemente inserito fra i gruppi culturali della Diocesi. La delegazione era così composta: Lucia Miano, Antonio Gambuti, Teresa Casagrande, Miriam Noseda Ceci Neva, Florenza Tovoli Codicè, Clara Clarioli Gubbioli, p. Albino Ciccanti, Don Duilio Magnani. Il Cardinale ha sorpreso gli Esperantisti con la frase iniziale «Esperanto estas lingvo internacia» (l'Esperanto è una lingua internazionale) pronunciata perfettamente, e ha subito chiarito che fra le tante cose studiate a suo tempo c'è stato anche l'Esperanto. Con molto interesse ha ascoltato una breve relazione sullo sviluppo-diffusione dell'Esperanto nel mondo e sul movimento esperantista cattolico dalle origini ad oggi. In particolare, è stata notata la recente apertura della Chiesa all'Esperanto con regolari trasmissioni alla Radio Vaticana, l'approvazione della messa in esperanto, un numero sempre crescente di Sacerdoti esperantisti come Assistenti di gruppi diocesani, svariate attività caritative realizzate attraverso i canali della corrispondenza in lingua internazionale. Di fronte alle diverse pubblicazioni in esperanto che venivano via via mostrate al Cardinale, crescevano sorpresa e interesse per un progetto tanto valido e tanto ignorato! Così è stato facile toccare argomenti molto pratici per la sua diffusione: ad esempio, l'informazione capillare e adeguata attraverso la Scuola, quella cattolica in particolare, e uno spazio nella stampa diocesana. La conversazione si è protratta per oltre mezz'ora; il Cardinale ha raccolto l'invito J(fa partecipare al comitato d'onore del prossimo congresso, riservandosi di decidere per l'eventuale partecipazione alla solenne inaugurazione dello stesso congresso. Don Duilio Magnani, in qualità di presidente del movimento cattolico internazionale, ha chiesto consiglio al Cardinale per il riconoscimento «ecclesiale» del suddetto movimento da parte del Pontificio Consiglio dei Laici. Alla vigilia del centenario dell'Esperanto si sente l'urgenza di farlo decollare a livello mondiale, e la Chiesa cattolica potrebbe contribuire notevolmente; purtroppo manca l'informazione adeguata! Tutto sommato, un incontro importante per il prossimo futuro dell'Esperanto a Bologna, ma anche una carica di speranza in prospettiva di successo a breve termine. Il 57mo congresso a Bologna sarà un'ottima occasione per puntare con maggiore entusiasmo su quello universale e giubilare nella capitale dell'Esperanto, Varsavia. Solidarietà: una lettera dalla Cina ![]() A chiusura del 70/mo congresso universale di Esperanto, ad Augsburg in Germania nell'agosto scorso, la grande bandiera del congresso è stata consegnata alla delegazione cinese: il 71/mo sarà infatti a Pekino dal 26 luglio al 2 agosto 1986. È notevole: la Cina ha scoperto il valore politico della lingua internazionale «esperanto». Visto che sarebbe assurdo pretendere dai Paesi occidentali la conoscenza della lingua cinese, e che da parte cinese non basterebbe conoscere una lingua europea, ecco rafforzarsi l'idea di una lingua comune e neutrale. Viene dalla Cina una fra le riviste migliori in lingua internazionale, «El popola Cinio» (dalla Cina popolare), un mensile a colori di 70 pagine. Le trasmissioni in esperanto da Radio Pekino continuano da oltre venti anni con ascoltatori in più di 50 Nazioni. In alcune Università si tengono regolari corsi di esperanto. Moltissimi studenti (circa centomila) seguono corsi per corrispondenza. Si spiega così l'attenzione del movimento esperantista europeo per la Cina in questi ultimi anni: abbonamenti alla succitata rivista, letteratura originale e tradotta (dal. cinese in esperanto) in crescendo, pacchi di prospetti turistici illustrati da distribuire attraverso la rete dei gruppi e delegati, foto, filmini, francobolli.... e tanta corrispondenza. Purtroppo non tutte le notizie sono gioiose, vi sono anche situazioni difficili, casi pietosi che interpellano e scuotono la nostra coscienza di cristiani, come la storia di una ragazza handicappata cinese, conosciuta attraverso una lunga lettera del prof. Pietro Kaiz e qui riportata quasi alla lettera. Una ragazza della Cina del Nord, superando ogni difficoltà è venuta al Sud. Studiando in un collegio (famoso in Cina per aver introdotto fra i primi lo studio della lingua internazionale) ottiene ottimi risultati. Si tratta di una mia allieva che considero come una figlia. La sua storia è commovente. È una ragazza simpatica a tutti. Ecco come lei stessa narra la sua storia. «Mi chiamo Zhao Hua ed ho 22 anni, sono la primogenita. Quale gioia per i miei genitori! Una gioia immensa... Ma anche un bel fiore non sempre ha la vita felice. Infelice momento! Avevo appena due anni e mezzo, spesso giocando da sola mi allontanavo a piccoli passi.... Un giorno, eludendo la vigilanza, mi allontanai tanto da non sapere più tornare a casa. Stava arrivando velocemente un treno, io, piccola bimba che mai l'avevo visto, incuriosita mi misi sui binar! completamente ingnara del pericolo. Un buon uomo, visto ciò, come un fulmine mi prese, ma purtroppo il treno fu più veloce del soccorritore. Ah!... Non mi prese sotto braccio, al contrario, mi spinge via, mentre il dannato drago di ferro senza compassione l'ha sbattuto lontano... senza vita. Io giacevo stordita in un lago di sangue. Molte, moltissime persone ed anche i miei genitori corsero sul posto. Quasi morta fui portata all'ospedale. Senza dubbio, i miei cari hanno passato tutti quei giorni in lacrime. È comprensibile, invece, che una ignara bambina non si sia accorta di nulla. Passati alcuni anni, io me ne stavo immobile mentre i bambini del vicinato correvano liberamente qua e là, giocavano a piacimento insieme ed in particolare potevano andare a scuola. Piangendo forte dicevo; «Voglio andare a scuola. Dove sono le mie gambe?»... Si è cercato quindi di farmi contenta. Cosi in seguito sono uscita con successo anche dalla scuola media. Benché i risultati fossero stati fra i più belli, tuttavia la Direzione della Scuola Superiore non mi ha permesso di continuare. Finalmente dopo tante istanze presso Enti sociali, felicemente mi sono potuta diplomare. Ma poi... l'Università? Molte volte l'avevo sognata e fantasticata. Purtroppo nonostante tutti i tentativi e le sofferenze, tutto fu vano. Di tanto in tanto, passando da un luogo all'altro, con noia sospiravo con lo sguardo al cielo: «Cosa fare?... Una tale vita potrebbe essere forse più ricca di significato? Non potrei essere ancora un po' felice? Non potrei restare a questo mondo ancora con un po' di soddisfazione?....». Giacché poi non ero più una bambina, i fatti colpivano e scuotevano la mia mente. Perché, giorno dopo giorno, tanto mi ero depressa che preferivo lasciare questo mondo. Quale forza mi spingeva ancora a vivere?... Nessuna! Due anni più tardi per caso lessi un libro nel quale si raccontava che un austriaco e uno svedese, giovani ancora, si scrivevano spesso e amichevolmente usando una stessa lingua comune che però non era né l'austriaco né lo svedese. Quel libro era stato tradotto in lingua han, e, strana combinazione, da un anonimo che poi scoprii essere proprio l'attuale mio insegnante! A quella lettura i miei occhi si illuminarono, la mia mente si riprende. Subito m'interesso a quella lingua, l'Esperanto. Mi sono sentita rivivere. Ma il problema mio non era per questo risolto. Dove trovare un collegio dove apprendere la lingua esperanto?.... Ecco, nella città dì Hefei, in provincia di Anhui.. Ma sarò poi accettata essendo invalida?... Sentivo che quell'ardente fuoco che è l'entusiasmo si stava di nuovo spegnendo, e mi chiedevo: «Dove mi trovo?... Che sorte è la mia?... Ma il mio posto è proprio in questo mondo?». Veramente la fortuna non è scomparsa da questa terra. Alcuni hanno lottato per me ed alla fine ha vinto la verità. Ora io studio ad Anhui, nel collegio di Esperanto. Il buon mio professore, il sig. Pietro Kaiz, mi consola e sempre mi incoraggia ad andare avanti percorrendo la via giusta. Egli insiste dicendo: «Mettiti in comunicazione con stranieri usando l'Esperanto ed in particolare corrispondi con invalidi... Vedrai, sarai certamente più soddisfatta e godrai la vita». Quando ho qualcosa che non va, il mio insegnante, giacché lui è cattolico, mi ripete sempre: «II Sign ore ti benedica...» Che forse Dio benedisce solo voi credenti?... No, di certo! Benedice tutti, voi e... me!». Cari lettori, avete capito quanti arti abbia la giovane? Ve lo dico io: essa ha solo la mano sinistra. Ma ella intelligente, attiva e spiritosa, non solo sa scrivere bene, ma ancora lavora a maglia, cuce molto bene a macchina ed è migliore delle stesse coetanee sane. La giovane non chiede altro dai possibili corrispondenti di tutto il mondo se non di sapere come gli handicappati vivono, si divertono, lavorano. Essa ripete spesso: «Invalidi di tutto il mondo, unitevi! Lasciateci essere utili all'umanità... Il mondo ci sfugge con disgusto....!». Attendo, dunque, che qualcuno faccia eco, ecco il suo indirizzo: Signorina Zhao Hua, n. 100, Anhui Daxue, Hefei, Anhui, Rep. Popolare Cinese. Pietro Kaiz
Respondoj Siamo sempre in attesa di «risposte» da parte di personalità del mondo politico e culturale in merito al progetto «esperanto», ma raccomandiamo garbo e prudenza nel provocarle! Ecco due risposte alla Sig.ra v. Spina di Bologna. ♦ «.... per quanto riguarda l'Esperanto è un vecchio problema che non so, sinceramente quali sbocchi possa avere. Inoltre la tecnologia e l'economia si esprimono in inglese che diventa sempre più lingua internazionale.... Fra Michele Casali O.P.
Centro San Domenico — BO ♦ «... Suggerirei che la Federazione Nazionale e Internazionale dell'Esperanto (forse per il prossimo centenario), programmi un raduno a Roma: chieda un'Udienza Speciale al Papa per il rilancio di questa lingua internazionale. Solo se l'azione è svolta dalle autorità ufficiali delle Federazioni, si può sperare in qualche buon risultato, anche presso i Ministeri dell'Istruzione ed i Governi Europei. Con l'augurio che l'ideale di una lingua comune internazionale possa affermarsi sempre più, Le ricambio il mio cordiale saluto. (p. Antonio Vitale Bommarco
Arcivescovo di Gorizia) El la Gazetaro (dalla stampa) ◾ Ricco di speranza per un futuro di pace e giustizia si è rivelato il quarto incontro internazionale organizzato da «Mani Tese» nei giorni 23/24 nov. scorso a Firenze. Quasi al termine dell'anno internazionale dei giovani e all'inizio di quello dedicato alla pace, le voci dei «grandi» in risposta alle vivaci sollecitazioni dei giovani sono state di piena soddisfazione; anzi, i giovani si sono sentiti a proprio agio fra personaggi e voci profetiche del nostro tempo in sintonia con le giuste aspirazioni dei popoli in attesa di liberazione, nell'impegno per la pace e la giustizia, per la vita, per la difesa dei diritti umani, contro la fame, la guerra, la violenza. Ottima la proposta finale di un organismo mondiale che promuova la partecipazione popolare per un nuovo ordine internazionale. Non si può essere che pienamente d'accordo con ogni progetto per la promozione dell'uomo, per la sua totale liberazione, per il pieno rispetto dei suoi diritti. Il vicepresidente del Parlamento europeo, l'Onorevole M. Luisa Cassanmagnago Cerretti ha concluso così il suo intervento: «....per diventare sensibili e coscienti dello sviluppo esteso a tutti gli uomini, occorre educarsi ed educare al pluralismo e alla mondialità, con educazione alla speranza per costruire il futuro. Occorre educare al dialogo fra le culture». Sarebbe interessante approfondire l'invito dell'on. Casanmagnago e vedere insieme come educare al dialogo e alla mondialità. Ad es., in concreto, si dovrebbe senz'altro dare spazio al progetto di lingua comune per favorire il dialogo immediato (cioè senza interprete) fra cittadini di culture e lingue diverse. C'è qualcuno disponibile per informare l'on. Casanmagnago e chiederle di collaborare con il movimento esperantista nel Parlamento europeo? Restiamo in attesa di buone notizie. — O O O — ◾ Nel n. 70 del Bollettino della Diocesi di Rimini (sett. '85) è stato pubblicato il documento dei gruppi ecclesiali riminesi «contro la fame cambia la vita» (campagna contro la fame nel mondo). Notato il divario nord-sud, lo scandalo della fame nel mondo, le cause del sottosvlippo le responsabilità del nord e nostre, si passa ai segni di speranza, al cristiano cittadino del mondo, all'educazione alla mondialità e relativo progetto educativo che passa attraverso la Scuola, i mezzi di comunicazione, il volontariato, gli Enti e le Strutture pubbliche. Volentieri e utilmente s'inserisce nella nobile campagna contro la fame anche il gruppo ecclesiale degli Esperantisti cattolici nel favorire l'educazione al dialogo e alla mondialità attraverso l'opera di alfabetizzazione e iniziative tese al superamento delle barriere linguistiche. Se il mondo è la casa del cristiano e tutti gli uomini sono suoi fratelli, come non sentire urgente il bisogno di comunicare, di dialogare direttamente, quando, pur essendo in lingua diversa ci si ritrova nella stessa chiesa, scuola, campo sportivo, ospedale, o in viaggio nello stesso autobus, treno, aereo? Prendere coscienza di questo problema significa facilitare il lavoro apostolico e risolvere i problemi connessi con la lingua diversa, riconoscere e rispettare il diritto alla comunicazione e all'informazione di tanti popoli e gruppi etnici le cui lingue e culture restano mortificate, sconosciute, talvolta anche eliminate. «Mani Tese» da qualche tempo ne sta parlando; p. Carlo Torriani del PIME, missionario in India, scrive articoli interessanti per attirare l'attenzione sull'urgenza di una lingua comune; la Stampa di tanto in tanto mette a confronto pareri diversi sul problema: inglese, latino, Esperanto? Anche l'autorevole rivista dei Gesuiti «Civiltà Cattolica» (4 maggio 1985) ha pubblicato un lungo articolo sull'Esperanto come possibile lingua comune. Ma è chiaro che per ottenere qualche risultato concreto bisogna essere in molti a costruire, e non è facile. — O O O — ◾ La carità dell'informazione. Con questo titolo si apre il numero 12 del mensile «Italia Caritas» a firma di Giovanni Nervo. In sintesi: sta nascendo una nuova sorte di ricco, quello che possiede le informazioni importanti.... contemporaneamente sta sorgendo una nuova sorte di povero, quello che possiede poche informazioni; la povertà di informazioni diventa emarginazione. Perfino nella comunità cristiana talvolta le informazioni rimangono concentrate in poche persone e non diventano patrimonio di tutti. Emerge l'esigenza di una nuova forma di carità: la diffusione dell'informazione. È una richiesta di giustizia, ed è promozione a livello di massa. Katolika Sento risponde a tale esigenza perché mira ad abbattere le barriere linguistiche per facilitare la comunicazione e l'informazione a livello di massa. — O O O — &9726; Wilma Malulicelli: un invito ai giovani «sentiamoci «cittadini del mondo» (il Ponte, 12/12/'85). Brava, Wilma. Hai saputo che anche al Liceo Scientifico «Serpieri» è stata presa una bella iniziativa per diventare «cittadini del mondo»? È stato organizzato un corso di lingua internazionale «esperanto», allo scopo di aprire una finestra sul mondo: l'esperanto permette in poco tempo di corrispondere, viaggiare leggere letteratura straniera e scoprire realtà ambientali difficilmente accessibili con la conoscenza scolastica di una lingua straniera. — O O O — ◾ Lingue straniere, non c'è solo l'inglese. (Carlino opinioni, 11/12/'85). Il Sig. Tolmino Olivieri, docente di scuola media, (Cesano di Senigallia), fa notare che «la società italiana (la scuola) è ammalata di anglomania.... D'accordo sig. Olivieri, ma, fatta la diagnosi, bisogna in concreto proporre un rimedio. Gli Esperantisti propongono una soluzione adeguata, cioè una lingua neutrale che sia la seconda per tutti. La crescita dell'esperanto farà diminuire l'invadenza dell'americano (alcuni lo chiamano ancora inglese). — O O O — &9726; Ottima l'iniziativa del «Servas» per diffondere pace e amicizia (Carlino Rimini, 29/12/'85). Facciamo notare che la parola «servas» non è latino né spagnolo ma esperanto. Sarebbe molto bello e utile per gli iscritti al «servas» adottare una lingua comune, non nazionale. Quindi, né spangolo, né francese, né inglese o altre lingue, ma di preferenza l'esperanto. — O O O — ◾ Congratulazioni al prof. Romeo Pagliarani per la bella iniziativa del corso di Esperanto nel suo Liceo Scientifico «Serpieri» a Rimini, dove svolge il servizio di Preside. Nel Carlino Romagna del 29/1/'86 il preside Pagliarani è stato intervistato «come studioso di esperanto». Sotto il titolo «Esperanto lingua di tutti» si nota la foto del prof. Pagliarani e il testo significativo: «il Serpieri all'avanguardia con i suoi corsi d'insegnamento». Recensione Pionieri dell'Esperanto Certo Elio Migliorini non ha bisogno di presentazioni. Basta cercarne il nome in una enciclopedia universale per farsi un'idea della statura della sua personalità come geografo e come studioso. Nel mondo esperantista poi è forse oggi in Italia la personalità più eminente. Esperantista dal 1914, quando aveva dodici anni, col Fratello Bruno, uno dei più insigni linguisti, è stato un personaggio di spicco nella cultura esperantista ed ha contribuito a dare prestigio al movimento. Egli stesso pioniere, ha conosciuto durante la sua attività di esperantista molti dei pionieri dell'esperanto, ed ha potuto appunto pubblicare l'opuscolo «Pionieri dell'Esperanto in Italia» (Roma 1982, pagine 32, lire 2.000). Questo prezioso fascicolo, fa conoscere quegli esperantisti che hanno dato vita e forza al movimento, spesso operando in condizioni notevolmente difficili. Accanto ai nomi più illustri, come Bruno Migliorini, Giorgio Canuto, Achille Tellini, Luigi Minnaja, eccetera, troviamo una serie di altri cultori dell'esperanto che in vario modo, e specie con i loro scritti, hanno contribuito alla diffusione della lingua. Di tutti c'è una nota bio-bibliografica accurata e dettagliata. Probabilmente c'è qualche involontaria omissione, come quella di Abramo Mósciaro (1901 - 1979), ideatore del sistema stenografico Stènital, uno dei quattro ammessi nelle scuole pubbliche. Quest'omissione è dovuta forse al fatto che per il suo carattere schivo, Mósciaro non fu molto attivo come propagandista, sebbene fu esperantista convinto. Più volte cita l'esperanto nel codice del suo sistema stenografico e pubblicò anche un pieghevole con l'adattamento della Stènital all'esperanto. Ma questo non vuole essere un appunto all'opuscolo, che resta di pregevole fattura e dovrebbe essere nella biblioteca di ogni esperantista. Amerigo lannacone
BONFARADO — CARITÀ L'Amore provvido del Padre deve arrivare ai figli più poveri attraverso la generosità dei figli più ricchi. È il comandamento dell'Amore che cercano di praticare anche gli esperantisti cattolici ed i loro simpatizzanti. Ecco azioni caritative e di solidarietà di questi ultimi anni: la fondazione di quattro borse di studio con un capitale ciascuna di circa 15.000.000: Resurekto (per seminarista del Terzo Mondo), Pentekosto (per studente laico del Terzo Mondo), Sankta Familio (per esiliato o perseguitato politico), Senmakula (per l'attività internazionale dell'IKUE); le centinaia e centiania di pacchi-dono alle singole famiglie da parte di singoli benefattori con corrispondenza diretta e in esperanto (oltre 6000 lettere in arrivo e in partenza passate attraverso l'UECI per la loro traduzione da o in esperanto, ed ancora continuano... prova che la comunicazione personale tra benefattori e beneficiari è gioiosa e più sentita!); quattro TIR con 12-15 tonnellate di vestiario usato e viveri per Danzica, Stary Sacz, Varsavia, Bialystok, con una spesa totale che supera i 13.000.000 di lire. Tutto questo ed altro, grazie alla collaborazione e generosità di tanti esperantisti e amici dell'esperanto. Il presidente dell'IKUE ha fatto una proposta (cfr. EK n. 1-2/85 p. 42) a tutti i missionari esperantisti di ogni nazione ed agli esperantisti di Paesi sottosviluppati che però collaboreranno con il missionario non esperantista del luogo e agli stessi esperantisti in difficoltà di Paesi dell'Est, e cioè di inviare dei preventivi di spesa per Mini-Realizzazioni o a segnalare il proprio caso difficile. Eccovi le prime risposte. A voi la scelta. Potreste adottarle come singoli o anche come gruppo. Certamente avrete la risposta dagli interessati. L'UECI è disposta sempre per la mediazione linguistica.
Ciascun singolo Bonfaranto (= benefattore) o anche Gruppo o Parrocchia può direttamente comunicare con gli intessati, ma non si manchi di segnalare anche all'UECI la propria scelta. Dankon!
A Poznam il V° Tir di aiuti IL quinto TIR di panni usati e alimentari partirà prima di Pasqua per Poznam, Polonia. Gli Esperantisti Cattolici di Rimini, in collaborazione con la parrocchia di S. Giuliano Mare e con D. Pietro Calvi di Cesena, invitano i confratelli e la popolazione riminese a tenere presente anche questa iniziativa di carità durante la quaresima. Si era sparsa la voce che forse non si sarebbero più organizzati altri TIR. Una tempesta di telefonate per chiederci: «A chi dobbiamo inviare ora tanti panni pesanti e in ottimo stato?... al macero?». Avvertiamo che il problema non è tanto la raccolta, ma anche come finanziare il noleggio del TIR che costa sui 2.000.000. Poi un po' di viveri come olio, grassi, carne in scatola, zucchero, ecc. Il quarto TIR partito per Bialystok il 17 dicembre scorso ha avuto questa risposta dallo stesso Vescovo della Diocesi Mons. Edward Kisiel: «Gli esperantisti di Bialystok e della parrocchia di Suschowola, dove abitano i genitori di Don Jerzy Popielusko, hanno ricevuto i doni della Caritas di Rimini, consegnati attraverso la Commissione caritativa dell'Episcopato Polacco, Sezione Diocesana di Bialystok. Per questo segno di buon cuore dei cattolici italiani i beneficati ringraziano affettuosamente. Il Vescovo Ordinato di Bialystok ringrazia per il vino per la Messa». La parola del Vescovo è stata poi confermata da numerose lettere in esperanto personalmente ai donatori. Sac. Duilio Magnani
DANKON Ancora GRAZIE a tutti gli offerenti, agli amici e ai nuovi abbonati:
|